04 Dicembre 2025 - 12:36:10

di Vanni Biordi

La Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale d’Abruzzo è stata convocata per un confronto di ampio respiro su due infrastrutture strategiche che da anni alimentano dibattito e attese nei territori: il IV lotto della variante alla Strada Statale 80 del Gran Sasso d’Italia e il raddoppio ferroviario Pescara–Roma, lotti 1 e 2. Due opere considerate decisive per la mobilità, la sicurezza e lo sviluppo economico della regione, ma che portano con sé complessità tecniche, ambientali e politiche.

Sul primo punto, relativo alla SS 80, ha relazionato il consigliere Enio Pavone, chiamato a illustrare lo stato dell’iter e le prospettive di avanzamento. La seduta ha visto la partecipazione di un parterre istituzionale e tecnico di rilievo: il sindaco di Roseto degli Abruzzi Mario Nugnes, il Presidente del Consiglio Comunale e la competente Commissione consiliare dello stesso Comune, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, il sindaco di Giulianova Jwan Costantini, il sindaco di Notaresco Antonio Di Gianvittorio, il sindaco di Mosciano Sant’Angelo Giuliano Galiffi, il presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo.

A questi si aggiungono le voci della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio con Cristina Collettini e Carla Pancaldi, il commissario straordinario ANAS per l’opera Eutimio Mucilli, il responsabile della Struttura Territoriale Abruzzo e Molise di Anas Paolo Testaguzza, l’assessore regionale ai trasporti Umberto De Annuntiis, i deputati Giulio Cesare Sottanelli e Luciano D’Alfonso, il rappresentante dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale Marco Casini, la coordinatrice della Sottocommissione VIA Paola Brambilla, oltre a esponenti della società civile come Gino Pistilli, presidente del Consiglio di quartiere di Cologna Spiaggia, Asteria Casadio del Comitato Terralieta e l’imprenditore Andrea Boscolo.

«Proponiamo il termine di un percorso ormai durato tre anni di ascolto di condivisione con il territorio: salvaguardare i territori di pregio agricolo e gli imprenditori che hanno e stanno investendo sul territorio rosetano quindi senza stravolgere un territorio che appunto oggi avrebbe solamente costi e pochi benefici e quindi traslare tutta l’opera sulla soluzione che Anas non ha preso in considerazione in tutte le sue diciamo problematiche e possibilità con uno studio di fattibilità che dimostri che probabilmente sull’asta giuliese potrebbe essere una soluzione molto valida – ha detto Nugnes – Alternativamente è importante ragionare sulla messa in sicurezza del nostro fiume, il fiume Tordino, che sulla parte Rosetana con le alluvioni ha dimostrato delle criticità. Oggi intervenire su una strada di 7 chilometri con 180 milioni di euro, solamente due corsie, significherebbe quindi avere molti costi senza mettere in sicurezza il territorio sarebbe qualcosa che non guarda al futuro»

Un confronto serrato, con posizioni diverse sul tracciato, sull’impatto ambientale e sulle ricadute economiche. La variante alla SS 80 è infatti considerata cruciale per alleggerire il traffico e migliorare la sicurezza lungo un’arteria che collega il versante teramano al cuore del Gran Sasso, ma le preoccupazioni riguardano paesaggio, vincoli archeologici e sostenibilità finanziaria.

Il secondo tema all’ordine del giorno riguarda invece il raddoppio ferroviario Pescara–Roma, con particolare attenzione ai lotti 1 e 2. La discussione, richiesta dal consigliere Antonio Di Marco, punta a verificare le proposte di migliorie avanzate da RFI nei territori interessati. In audizione sono stati convocati Marco Blasioli, amministratore unico della società Orsini & Blasioli, Daniela Zaccara, amministratore delegato di Alfasigma Pomezia, il sindaco di Manoppello Giorgio De Luca, il sindaco di Scafa Giordano Di Fiore, il sindaco di Alanno Oscar Pezzi e il sindaco di Rosciano Simone Palozzo.

Il raddoppio della linea ferroviaria è considerato un tassello fondamentale per ridurre i tempi di percorrenza tra l’Adriatico e la capitale, favorendo pendolari, imprese e turismo. Ma anche in questo caso non mancano le criticità: l’impatto sui centri abitati, la gestione dei cantieri, le compensazioni per i territori attraversati. La Commissione è stata chiamata a raccogliere osservazioni e a valutare le soluzioni proposte, in un quadro che intreccia esigenze locali e strategie nazionali di mobilità sostenibile.

La seduta come un banco di prova per la capacità delle istituzioni di mediare tra interessi diversi e di dare risposte concrete a cittadini e imprese. La presenza di sindaci, deputati, tecnici e rappresentanti della società civile testimonia la volontà di affrontare i dossier con un approccio corale, nella consapevolezza che infrastrutture di tale portata non possono essere decise senza un confronto ampio e trasparente.
In un Abruzzo che guarda al futuro con la necessità di colmare ritardi storici, la Commissione di Vigilanza si trova di fronte a una sfida complessa: trasformare progetti e carte in cantieri e opere reali, garantendo al tempo stesso tutela del territorio e sviluppo. Un equilibrio difficile, ma indispensabile per ridare slancio alla regione e rafforzarne il ruolo nel sistema nazionale dei trasporti.

«È un progetto che dall’inizio ha in sé una serie di criticità mai affrontate come meritava invece di essere fatto – ha detto il consigliere regionale Antonio Di Marco – Noi l’abbiamo detto in più occasioni: oggi si parla invece della necessità di garantire le migliorie concordate con i comuni che sono quattro, ma anche vedere come affrontare le difficoltà che le aziende coinvolte dovranno in qualche modo comprendere rispetto alla dislocazione, ovviamente del proprio sedime industriale in altra zona e soprattutto in che tempi abbiamo. C’è questa novità sostanziale poi del presente Marsilio che ritiene che questa tratta debba diventare infrastruttura militare per l’Italia e quindi acquisire fondi europei per consentire di realizzare l’opera perché, nei fatti, ha svelato il presente Marsilio che l’opera si conclude in questo primo intervento a Scafa, quindi i famosi proclami che si trattava di portare la ferrovia da Pescara a Roma. In realtà si ferma a Scafa. Occorrono altri fondi, quello che noi abbiamo sempre sostenuto ma accanto a questa difficoltà finanziaria, ci sono delle difficoltà oggettive perché ci sono dei comuni che hanno creduto negli accordi fatti con RFI e che oggi invece non hanno le certezze rispetto alle migliorie alle economie che dovrebbero in qualche modo gestire i comuni. Sulla carta noi vogliamo sapere esattamente cosa c’è e cosa garantisce i territori».