04 Dicembre 2025 - 11:58:16
di Redazione
Entrerà nella fase decisiva venerdì 19 dicembre il processo davanti alla Corte d’Assise d’appello dell’Aquila che vede imputati i tre palestinesi Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Dogmosh, per i quali la procura ha chiesto pene pari rispettivamente a 12, 9 e 7 anni di reclusione. In quella data è attesa la sentenza, dopo l’intervento del collegio difensivo.
In vista dell’udienza conclusiva, i movimenti riuniti nelle sigle “Campagna Free Anan” e “Reti per la Palestina di Basilicata” hanno annunciato una mobilitazione a Melfi, dove Yaeesh è attualmente detenuto, a sostegno di “Anan e della resistenza palestinese”. Tra gli slogan rilanciati: “Libertà per Anan, Ali e Mansour” e “La resistenza non si arresta”. Nella nota diffusa dagli organizzatori si sostiene che il procedimento in corso all’Aquila abbia «una evidente natura politica» e che possa rappresentare «un pericoloso precedente» per chi esprime solidarietà alla causa palestinese o si oppone alle politiche definite «guerrafondaie» del governo italiano, della Nato e dell’Ue.
Lo stesso testo evidenzia come gli anni richiesti dal pm per Anan sarebbero «molti di più» rispetto a quelle scontate in passato «nelle carceri sioniste» per fatti legati alla seconda Intifada. Il documento parla infine di un «clima di terrore generalizzato», descrivendo l’intero sistema politico ed economico come «complice attivo del genocidio e dell’occupazione sionista» e indica il Ddl Gasparri come «ulteriore elemento di preoccupazione»
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