04 Dicembre 2025 - 15:04:27
di Martina Colabianchi
All’indomani della presentazione a Roma degli eventi che caratterizzeranno il tanto atteso anno di Capitale italiana della Cutura, il Partito democratico locale lancia un accorato appello all’Amministrazione comunale affinché questa grande occasione non venga sprecata, ponendo in cima alle priorità la richiesta di rivedere la scelta del luogo per la cerimonia inaugurale.
La proposta di tenere l’evento nella Caserma della Guardia di Finanza, pur riconoscendo l’importanza dell’istituzione e della sua scuola nella città, viene definita inaccettabile, in quanto «L’Aquila non può lanciare alla nazione – alla presenza del Presidente della Repubblica che, come negli anni passati, parteciperà all’inaugurazione – un messaggio legato ancora all’emergenza a più di 16 anni dal sisma ma dovrebbe, al contrario, raccontare i tanti passi avanti fatti in questi anni, lo sforzo di ricostruzione che è rappresentato, oggi, dai magnifici monumenti fondanti la nostra identità e restituiti alla collettività nazionale».
Il Pd invita a optare per un luogo simbolo della rinascita, come la Basilica di San Bernardino o la Basilica di Collemaggio legata al messaggio universale della Perdonanza Celestiniana, e sottolinea che «L’Aquila non può darsi come vetrina di Capitale della cultura una Caserma. Rappresenterebbe una sconfitta per tutte e tutti, uno schiaffo agli sforzi messi in campo in questi anni per la ricostruzione: non possiamo restare legati, ancora, a simboli dell’emergenza».
La critica rientra nella polemica già innescatasi giorni fa, quando le opposizioni avevano denunciato un mancato coinvolgimento nella costruzione del programma di Capitale italiana della Cultura.
Fino al momento della presentazione ufficiale, i dem lamentano che «in pochi conoscessero il programma e, d’altra parte, il cartellone degli eventi è ancora ampiamente incompleto e che ciò ci preoccupa, e molto».
Forti perplessità vengono sollevate anche in merito alla trasparenza economica, poiché il bilancio è «ancora definito per macroaree e che va declinato, invece, voce per voce, con cifre che oscillano tra i 7 milioni allegati al progetto e i 12 milioni citati da esponenti della maggioranza, con il sindaco che si è spinto addirittura oltre questa cifra».
La stessa preoccupazione riguarda il ritardo «riconosciuto dagli stessi uffici, nella istruzione dei bandi destinati alle associazioni e alle realtà culturali non ancora coinvolte», che non sanno ancora come offrire il proprio «prezioso contributo organizzativo e creativo».
Un altro punto dolente è rappresentato dagli spazi culturali chiusi nel centro storico, tra cui il Teatro Comunale – che, si spera, possa essere pronto almeno per l’evento finale perché arrivarci da cantiere sarebbe «una sfida persa» – il Cinema Massimo, non menzionato nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, il Teatro San Filippo e la Biblioteca Tommasi, «malinconicamente chiusa e dimenticata a Bazzano».
Il Partito democratico ribadisce la propria disponibilità a collaborare, chiedendo all’amministrazione di coinvolgere l’opposizione, la cittadinanza e le associazioni per accogliere proposte e contributi, per evitare che la città sprechi «questa occasione che la città non può assolutamente sprecare: sarebbe un peccato mortale. Costruiamo una narrazione diversa, diamo luce alla città rinata magari affidandone il racconto, proprio durante la cerimonia inaugurale, ad una ragazza e ad un ragazzo nati dopo il 6 aprile 2009, in modo da proiettare l’immagine di un’Aquila città di speranza, oltre che di cultura».
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