14 Dicembre 2025 - 09:33:32
di Martina Colabianchi
Buone notizie, seppur con qualche ombra, arrivano dal mercato del lavoro in Abruzzo nel primo semestre del 2025.
Secondo le elaborazioni del Centro Studi CRESA sui dati Istat, nei primi sei mesi di quest’anno la regione ha raggiunto poco più di 509 mila occupati e ha visto una crescita tendenziale del numero di occupati del +2%, un valore superiore alla media nazionale (+1,2%).
I tassi di attività (67,1%) e occupazione (61,7%) dell’Abruzzo nel secondo trimestre 2025 sono allineati ai valori nazionali e risultano migliori rispetto a quelli del Mezzogiorno. Allo stesso tempo, le persone in cerca di occupazione nella regione si contraggono in misura quasi doppia rispetto alla media nazionale e meridionale, registrando un calo del -15,4%.
Ancora alto il tasso di disoccupazione che si attesta al 7,8%, dato superiore al 6,6% italiano ma molto inferiore al 12,1% del Mezzogiorno.
Ma critica resta la posizione delle donne nel mercato del lavoro abruzzese, in controtendenza rispetto al resto del Paese. Un dato allarmante è l’aumento dell’inattività femminile in regione. Nei primi sei mesi del 2025, le donne inattive sono state 172,9 mila (+1,5% rispetto al 2024), rappresentando il 66% del totale degli inattivi. Questa dinamica ha portato a una flessione delle forze di lavoro femminili del -1,3%. Sebbene le donne occupate siano aumentate dell’+0,7% (contro il +3,0% degli uomini in Abruzzo) , l’incremento è meno della metà di quello registrato in Italia e meno di un terzo di quello del Sud e Isole.
La riduzione del numero di disoccupate, pari al -19%, risulta assai più consistente della media italiana.
Tuttavia, tale flessione è in gran parte legata al fatto che quasi i tre quarti delle donne non più disoccupate sono uscite dalle forze di lavoro, entrando nell’area dell’inattività per sfiducia nella possibilità di trovare un impiego. Il tasso di attività femminile (55,8%) è inferiore a quello maschile (78,2%) e a quello nazionale (58,3%) , registrando un calo del -0,7 punti percentuali rispetto alla media del 2024.
Anche per quanto riguarda il lavoro giovanile (under 30), la nostra regione potrebbe fare di più, ma invece ha fatto meno dello scorso anno. Infatti, nel primo semestre 2025 in Abruzzo sono stati instaurati 35,6 mila nuovi rapporti di lavoro, pari al 35,7% del totale regionale. Nel confronto con il primo semestre 2024, si registra una flessione del -5,4%, un dato peggiore della media nazionale (-1,1%).
Sui 100 nuovi contratti per i giovani, la ripartizione mostra una forte incidenza delle tipologie non stabili: 40 sono a termine, 19 stagionali, 18 intermittenti e 11 in somministrazione. Soltanto 6 su 100 nuovi contratti sono a tempo indeterminato e 6 sono di apprendistato, entrambi inferiori ai valori medi nazionali e del Mezzogiorno. L’unico incremento tendenziale sui nuovi contratti per gli under 30 si osserva nei contratti intermittenti (+2,5%). Un aspetto incoraggiante è, invece, l’aumento delle trasformazioni dei contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato, che sono cresciute del +23,3%.
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