Avezzano che fu – Viaggio virtuale nella storia
16 Dicembre 2025 - 10:25:26
Avezzano non rievoca il proprio passato: lo attraversa. Con “Avezzano
che fu” la memoria storica esce dai libri, dalle fotografie ingiallite,
dai racconti tramandati, e diventa esperienza diretta, immersiva,
condivisa. Un progetto che ricostruisce non solo spazi e architetture,
ma anche il legame profondo tra la città di oggi e quella cancellata dal
terremoto del 1915.
L’iniziativa è promossa dal Rotary Club di Avezzano in collaborazione
con il Comune di Avezzano, con lo sviluppo tecnologico affidato ad
Ambiens VR, ed è il frutto di un percorso di dialogo e condivisione
istituzionale, illustrato anche nel corso della recente visita del
Rotary a Palazzo di Città, alla presenza del sindaco Gianni Di Pangrazio
e del Governatore del Distretto Rotary 2090, avv. Roberto Calai. Un
momento che ha sancito una visione comune: innovare, senza perdere la
memoria.
Il primo appuntamento è in programma il 22 dicembre, dalle 18:00,
all’Aia dei Musei. Qui i visitatori, grazie a un visore di realtà
virtuale, potranno immer-gersi nell’Avezzano storica, camminare tra le
sue strade, osservare da vicino edi-fici e spazi simbolici com’erano
prima del sisma: dal Castello Orsini alla Collegia-ta di San Bartolomeo,
dal Parco Torlonia alle architetture del centro cittadino. Accanto
all’esperienza immersiva, una mappa interattiva consentirà di esplora-re
l’intera città attraverso una proiezione dinamica che restituisce la
complessità dell’antico tessuto urbano.
Il secondo momento, dal forte valore simbolico e civile, è previsto il
13 gen-naio, dalle 11:00, in Piazza San Bartolomeo, in occasione
dell’anniversario del terremoto. Grazie a un QR Code posizionato in
piazza, sarà possibile visualizza-re sul proprio smartphone la
ricostruzione della storica Piazza San Bartolomeo, osservando come si
presentava prima della distruzione. Un gesto semplice ma potente: stare
nello stesso luogo e vedere sovrapporsi passato e presente.
«Lo abbiamo chiamato “Avezzano che fu” perché non è un’operazione
nostal-gica, ma un progetto di restituzione», spiega il presidente del
Rotary Club di Avezzano, Gino Belisari. «È un dono che il Rotary fa alla
città e alla comunità avezzanese, per rendere nuovamente visibile una
parte fondamentale della no-stra identità. Ringrazio l’amministrazione
comunale per il sostegno convinto e costante: solo così la memoria può
trasformarsi in patrimonio condiviso».
Un progetto che si inserisce pienamente nel percorso di valorizzazione
dell’Avezzano storica avviato dall’amministrazione comunale.
«In occasione dell’anniversario del sisma», sottolinea l’assessore
Alessandro Pierleoni, «sarà possibile tornare idealmente a passeggiare
nella storica Piazza San Bartolomeo. È un’iniziativa che rafforza il
lavoro di riqualificazione urbana, architettonica e archeologica
dell’Avezzano vecchia e che restituisce senso e pro-fondità ai luoghi
della nostra città».
Avezzano, negli ultimi mesi, sta dimostrando di saper coinvolgere i suoi
mondi vivi – istituzioni, associazioni, scuole, nuove tecnologie – in un
percorso condi-viso di ricostruzione culturale. Solo pochi giorni fa,
gli studenti del liceo Galilei hanno animato con l’intelligenza
artificiale le statue della mostra Sacrum. Oggi, con “Avezzano che fu”,
la città compie un ulteriore passo.
Perché la storia non è passata. È un luogo in cui tornare.
che fu” la memoria storica esce dai libri, dalle fotografie ingiallite,
dai racconti tramandati, e diventa esperienza diretta, immersiva,
condivisa. Un progetto che ricostruisce non solo spazi e architetture,
ma anche il legame profondo tra la città di oggi e quella cancellata dal
terremoto del 1915.
L’iniziativa è promossa dal Rotary Club di Avezzano in collaborazione
con il Comune di Avezzano, con lo sviluppo tecnologico affidato ad
Ambiens VR, ed è il frutto di un percorso di dialogo e condivisione
istituzionale, illustrato anche nel corso della recente visita del
Rotary a Palazzo di Città, alla presenza del sindaco Gianni Di Pangrazio
e del Governatore del Distretto Rotary 2090, avv. Roberto Calai. Un
momento che ha sancito una visione comune: innovare, senza perdere la
memoria.
Il primo appuntamento è in programma il 22 dicembre, dalle 18:00,
all’Aia dei Musei. Qui i visitatori, grazie a un visore di realtà
virtuale, potranno immer-gersi nell’Avezzano storica, camminare tra le
sue strade, osservare da vicino edi-fici e spazi simbolici com’erano
prima del sisma: dal Castello Orsini alla Collegia-ta di San Bartolomeo,
dal Parco Torlonia alle architetture del centro cittadino. Accanto
all’esperienza immersiva, una mappa interattiva consentirà di esplora-re
l’intera città attraverso una proiezione dinamica che restituisce la
complessità dell’antico tessuto urbano.
Il secondo momento, dal forte valore simbolico e civile, è previsto il
13 gen-naio, dalle 11:00, in Piazza San Bartolomeo, in occasione
dell’anniversario del terremoto. Grazie a un QR Code posizionato in
piazza, sarà possibile visualizza-re sul proprio smartphone la
ricostruzione della storica Piazza San Bartolomeo, osservando come si
presentava prima della distruzione. Un gesto semplice ma potente: stare
nello stesso luogo e vedere sovrapporsi passato e presente.
«Lo abbiamo chiamato “Avezzano che fu” perché non è un’operazione
nostal-gica, ma un progetto di restituzione», spiega il presidente del
Rotary Club di Avezzano, Gino Belisari. «È un dono che il Rotary fa alla
città e alla comunità avezzanese, per rendere nuovamente visibile una
parte fondamentale della no-stra identità. Ringrazio l’amministrazione
comunale per il sostegno convinto e costante: solo così la memoria può
trasformarsi in patrimonio condiviso».
Un progetto che si inserisce pienamente nel percorso di valorizzazione
dell’Avezzano storica avviato dall’amministrazione comunale.
«In occasione dell’anniversario del sisma», sottolinea l’assessore
Alessandro Pierleoni, «sarà possibile tornare idealmente a passeggiare
nella storica Piazza San Bartolomeo. È un’iniziativa che rafforza il
lavoro di riqualificazione urbana, architettonica e archeologica
dell’Avezzano vecchia e che restituisce senso e pro-fondità ai luoghi
della nostra città».
Avezzano, negli ultimi mesi, sta dimostrando di saper coinvolgere i suoi
mondi vivi – istituzioni, associazioni, scuole, nuove tecnologie – in un
percorso condi-viso di ricostruzione culturale. Solo pochi giorni fa,
gli studenti del liceo Galilei hanno animato con l’intelligenza
artificiale le statue della mostra Sacrum. Oggi, con “Avezzano che fu”,
la città compie un ulteriore passo.
Perché la storia non è passata. È un luogo in cui tornare.
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