18 Dicembre 2025 - 17:27:12

di Martina Colabianchi

Il presidente di Fraterna Tau Paolo Giorgi e il segretario della Cgil dell’Aquila Francesco Marrelli sono stati ricevuti dal viceprefetto vicario dell’Aquila per trovare una soluzione all’emergenza migranti.

La richiesta, già dibattuta anche dalla politica nelle scorse settimane, è quella di un dormitorio pubblico per chiunque ne abbia bisogno, struttura di cui attualmente la città è sprovvista.

Come noto, almeno cinquanta migranti di terra richiedenti asilo sono giunti nell’ultimo periodo a L’Aquila e, prima di essere trasferiti fuori regione, in strutture di accoglienza, sono rimasti in città per giorni, costretti a dormire per strada, all’aperto, esposti al clima rigido che caratterizza il nostro territorio in questa stagione e ad ogni altro genere di pericolo.

Proprio negli ultimi giorni altri 32 migranti, provenienti principalmente da Pakistan e Afghanistan, si sono presentati alla Mensa di Celestino per un pasto caldo.

«Considerato che tale fenomeno migratorio non accenna a fermarsi e che, anche in questi giorni, continuano ad arrivare molte persone in stato di bisogno, è necessario trovare una soluzione adeguata per il futuro. Non possiamo infatti permettere che gruppi consistenti di persone siano costretti a dormire all’addiaccio perché in città mancano strutture preposte all’accoglienza di primo soccorso, come un dormitorio pubblico. Si tratta di persone che hanno viaggiato per cinque o sei mesi a piedi, subendo tribolazioni di tutti i tipi quali prigionie, maltrattamenti e ricatti, che, una volta giunte nella nostra città, anziché essere accolte (se non da volontari che si adoperano da anni sul territorio), come si converrebbe in uno stato fondato su principi di uguaglianza formale e sostanziale e di solidarietà sociale, vengono lasciate a dormire per strada», scrivono Giorgi e Marrelli.

«Considerata, quindi, la situazione attuale, il confronto tenutosi oggi presso la Prefettura dell’Aquila ha dimostrato la volontà delle istituzioni di collaborare e di fornire elementi utili a risolvere il problema. All’esito dell’incontro, abbiamo, poi, ritenuto necessario proporre una richiesta di incontro alla Prefettura, che coinvolga però anche l’amministrazione comunale, in modo tale da poter avviare un tavolo di concertazione al quale partecipino tutte le istituzioni all’uopo preposte. Solo in questo modo, infatti, è possibile individuare, insieme, una risposta adeguata alla fase emergenziale in corso, quale, per esempio, una struttura adeguata ad ospitare un dormitorio pubblico che non sia riservato unicamente ai migranti, ma, più in generale, a chiunque ne abbia bisogno, almeno nei mesi invernali, quando il clima è più rigido, così come avviene in tante altre città».

«Trovare una risposta immediata alle esigenze di donne e uomini migranti è una questione di civiltà, di sicurezza e di umanità. Per questa ragione, riteniamo necessario costruire una comunità d’intenti tra le associazioni e le istituzioni che sia finalizzata – concludono – alla ricerca e all’individuazione di una soluzione adeguata e condivisa che garantisca alle persone in stato di bisogno un ricovero confortevole ed immediato che le tenga al riparo dal clima rigido dei mesi invernali e al sicuro da ogni altro genere di pericolo».