29 Dicembre 2025 - 18:15:10
di Vanni Biordi
Non è solo una questione di impianti a fune, ma una battaglia di visione politica che si consuma tra le vette del Gran Sasso e le aule del Consiglio comunale dell’Aquila.
Il dibattito sulla Funivia di Campo Imperatore si accende dopo le critiche sollevate dal consigliere regionale del PD, Pierpaolo Pietrucci, trasformandosi in un corpo a corpo frontale tra l’opposizione e i capigruppo della maggioranza aquilana.
Al centro del contendere, le lunghe code registrate durante le festività. Se per il centrosinistra rappresentano un disservizio da sanare con una nuova telecabina “3S”, per il centrodestra aquilano composto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, L’Aquila Protagonista e UdC, sono il termometro di un successo: il Gran Sasso è oggi l’unico comprensorio regionale capace di garantire lo sci.
«Senza funivia non ci sarebbero file perché non ci sarebbe turismo», tagliano corto i capigruppo Leonardo Scimia, Alessandro Maccarone, Daniele D’Angelo, Daniele Ferella e Fabio Frullo, insieme al delegato alla montagna Luigi Faccia.
La replica della maggioranza è un atto d’accusa che poggia su tre pilastri: fattibilità economica, vincoli ambientali e coerenza storica. La proposta di un nuovo impianto da 50 milioni di euro viene definita «una soluzione miracolosa solo sulla carta».
Secondo il centrodestra, un cantiere di tale portata in un’area protetta significherebbe bloccare la stazione per anni, mettendo in ginocchio gli operatori locali.
C’è poi il capitolo della memoria politica. La maggioranza ricorda come un progetto analogo fosse già sul tavolo nel 2009, quando proprio il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci occupava ruoli di vertice nelle amministrazioni di centrosinistra, senza che l’opera venisse mai avviata.
«Allora come oggi esistevano i medesimi vincoli ambientali che oggi vengono ignorati per fini elettorali», incalzano i firmatari della nota.
Lo scontro scivola poi sul piano personale e retorico. La maggioranza accusa Pietrucci di cercare visibilità dopo la mancata candidatura a sindaco, definendolo un «Savonarola della polemica permanente» e ironizzando sulla sua indennità da consigliere. Mentre il dibattito si infiamma, l’amministrazione rivendica la concretezza del Piano di Sviluppo Turistico “Scindarella-Montecristo”, puntando su impianti già finanziati e su un modello di sostenibilità che non passi per «proposte fuori dalla realtà».
La sfida per il “tetto degli Appennini” è appena iniziata.
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