31 Dicembre 2025 - 15:41:47

di Martina Colabianchi

Un tavolo urgente di confronto partecipato sia a livello regionale, sia ministeriale, per la ricerca di strumenti idonei al rilancio e al consolidamento delle attività produttive e per affrontare la crisi dell’automotive e dei grandi servizi e per il riconoscimento alla Valle Peligna dello status di area di crisi complessa o ad alto impatto sociale.

E’ quanto chiesto, con un manifesto unitario, dalle segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Ugl nel corso della grande manifestazione organizzata a Sulmona e a cui hanno partecipato anche esponenti politici e delle istituzioni, insieme a quasi 700 persone in tutto.

Al centro, le numerose crisi industriali che stanno colpendo importanti realtà produttive del territorio, tra cui Sodecia, Marelli, Cogesa, 3G, Albasan, Coop e la LFoundry.

«Lo spopolamento e la desertificazione delle aree interne – spiegano le sigle sindacali in una nota – non rappresentano un problema di pochi, ma riguardano tutte e tutti: la Valle Peligna ha perso dal 2005 al 2025 il 13,56% della popolazione, cioè 6.810 residenti. Quindi, la soluzione richiede uno sforzo collettivo, con il superamento degli individualismi e dei particolarismi».

«I piccoli comuni e le aree rurali, pur soffrendo l’attuale stato di crisi, sono cruciali per il benessere del Paese e necessitano di politiche occupazionali adeguate che preservino il territorio e supportino le comunità che lo abitano, perché nessuno si salva da solo! Quindi, all’esito della manifestazione, riteniamo necessario e urgente avviare un tavolo di crisi per la Valle Peligna e portare la vertenza dinanzi al MIMIT, Ministero delle Imprese e del Made in Italy».

«Infatti, posto che nella Valle Peligna, a partire dagli anni sessanta, ha preso piede un veloce sviluppo industriale, con l’avvio di diverse fabbriche nei settori come quelli chimici, elettronici, metalmeccanici, alimentari, tessili e di arredamento, e che negli anni, a seguito di delocalizzazioni, cessazioni e riduzioni di personale, tale tessuto economico è stato depauperato, l’intero territorio, oggi, risulta deprivato di posti di lavoro e garanzie salariali. Invero, a tale desertificazione industriale non si è sostituito alcun nuovo modello di sviluppo alternativo. Per la sua storia, quindi, la Valle Peligna ha bisogno, con urgenza, di investimenti pubblici e privati finalizzati sì al rilancio del territorio, con l’incentivazione di nuovi insediamenti industriali, ma anche al mantenimento e al rafforzamento della realtà attuale, con la necessità di valorizzare il patrimonio industriale esistente e di diversificare il tessuto economico. Non possiamo più permetterci – concludono – di perdere neanche un posto di lavoro».

Presente alla manifestazione anche la vicepresidente del Consiglio regionale Marianna Scoccia che, nel corso del suo intervento, ha annunciato un passaggio cruciale per la pianificazione del futuro locale: «Il Consiglio regionale ha dato il via libera al finanziamento di un ambizioso progetto di rigenerazione socio-economica e culturale. Si tratta di uno studio di alto profilo che abbiamo deciso di affidare all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Vogliamo che la rinascita della Valle Peligna sia guidata da competenze accademiche d’eccellenza, capaci di indicare percorsi concreti per la crescita e l’attrattività del nostro comprensorio».

Sulle vertenze aperte, Scoccia ha poi precisato che per la Sodecia è stata ottenuta la sospensione dei provvedimenti unilaterali fino a metà gennaio per cercare soluzioni occupazionali condivise e che massima vigilanza si sta ponendo affinché la Marelli resti centrale nelle strategie nazionali.

«Propongo un tavolo permanente con i sindaci della Valle Peligna per un nuovo patto su lavoro, sanità e infrastrutture. Dobbiamo agire con un sussulto di responsabilità – ha concluso Scoccia – unendo le forze per un nuovo patto territoriale che arresti l’impoverimento di una comunità che merita la massima attenzione istituzionale».

Presente alla manifestazione anche il Partito democratico con tutti i propri livelli politici e istituzionali.

«I sindacati hanno fatto delle richieste precise, prime fra le quali l’attivazione di due tavoli, uno permanente presso la Regione Abruzzo e uno presso il ministero per lo sviluppo economico, che riconoscano la Valle Peligna quale Area in stato di crisi complessa e che seguano concretamente le vertenze aperte individuando una strategia complessiva che metta insieme lavoro, politiche industriali e sviluppo economico. Il sindaco di Sulmona e la Regione Abruzzo intendono sostenere queste due proposte? Basta vaghezza, su questo si può costruire l’unità del territorio, non in astratto. Non possiamo continuare ad assistere a delocalizzazioni dettate esclusivamente dal profitto, lasciando lavoratrici e lavoratori senza tutele e prospettive», hanno dichiarato il senatore Michele Fina con il segretario regionale Pd Daniele Marinelli, quello provinciale de L’Aquila Stefano Albano e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.

«Lo abbiamo reclamato diverse volte, prima che la crisi diventi strutturale e sociale, è indispensabile un cambio di passo: servono politiche concrete su sanità, servizi, trasporti e lavoro. Servono investimenti in infrastrutture, politiche fiscali mirate, un argine vero al dissanguamento dei servizi e interventi strutturali per invertire il trend dello spopolamento. Servono politiche giovanili capaci di trattenere e attrarre nuove energie. Servono idee e risorse, non slogan. Va posta inoltre grande attenzione alle singole vertenze, a partire da quelle che riguardano i servizi pubblici essenziali. È necessario – concludono – ripensare scelte sbagliate, come quelle assunte sul futuro di Cogesa, o non fatte, che rischiano di produrre ulteriori danni occupazionali e sociali per salvare dal declino uno dei luoghi storicamente importanti per la nostra economia industriale».