10 Ottobre 2023 - 18:29:11

di Tommaso Cotellessa

Di seguito l’intervento del Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi nel corso dell’assemblea dell’Unione delle Province Italiane in corso presso il Ridotto del Teatro Comunale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Signor Presidente,  

         è un onore darLe il bentornato all’Aquila. La ringrazio per il sentimento di forte vicinanza che Lei dimostra nei confronti della nostra città, visto che, dopo le visite ufficiali alla scuola Ispettori e Soprintendenti  della Guardia di Finanza per il trentennale di questa prestigiosa istituzione, ai Laboratori dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare del Gran Sasso d’Italia, in occasione della riapertura della Chiesa delle Anime Sante e all’inaugurazione dell’anno scolastico 2019-2020 – paradigmi degli assi su cui rinasce la città dell’Aquila: gli studenti, coloro che vengono a formarsi in città, la conoscenza e la bellezza – solo per citare alcuni momenti, anche oggi abbiamo il privilegio della Sua presenza.  

E per il suo ruolo fondamentale nell’indicazione del Capoluogo d’Abruzzo come sede di questa Assemblea, un pensiero di profonda gratitudine va al Presidente dell’Upi, Miche De Pascale, e al Presidente della Provincia dell’Aquila e vice presidente dell’Upi, Angelo Caruso.  

Signor Presidente, nel rinnovarLe il saluto a nome della cittadinanza dell’Aquila e mio personale, non posso non condividere con Lei e con gli amministratori presenti la preoccupazione per l’escalation del conflitto che si sta registrando a cavallo della striscia di Gaza.  

         Apprezzo e faccio mie le Sue parole di ferma e convinta condanna per l’attacco a Israele. Siamo di fronte all’ennesimo atto indiscriminato di guerra che interessa tutto il Medio Oriente. Quanto sta accadendo fa emergere nuovamente, e prepotentemente, la considerazione che ormai il Mondo, per contrastare tutti i sanguinosi ed efferati contrasti bellici, per raggiungere una pacificazione tra i popoli efficace, duratura e altamente benefica per l’intera umanità, abbia necessità della presenza di Nazioni autorevoli. Nazioni che siano in grado di garantire sistemi di Governo del territorio validi, stabili ed efficienti, sia a livello centrale, ma soprattutto – mi si consenta – nelle sue articolazioni periferiche.  

         Proprio questo, a mio parere, è il punto nodale. La credibilità e l’autorevolezza di uno Stato passa per le sue capacità di assicurare una forza bilanciata nei rapporti tra gli organismi che costituiscono il cuore di una nazione e quelli che operano per tutelare gli interessi delle singole comunità dei vari territori.  

In tal senso, la Sua presenza all’Assemblea nazionale delle Province sottolinea con maggiore forza come il governo locale sia essenziale per le azioni e gli interventi finalizzati al bene comune, seguendo l’indirizzo che la Costituzione della Repubblica pone all’articolo 5: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”. E non è un caso che la stessa Costituzione, con il principio di sussidiarietà, consegni alle azioni delle autonomie locali, cominciando da Comuni e Province, una decisa priorità, proprio in ragione della loro stretta conoscenza delle problematiche delle aree di competenza e interesse.  

All’Aquila, il sisma prima e la pandemia dopo, hanno fatto toccare con mano ai cittadini come le articolazioni amministrative territoriali, non solo nell’ordinaria quotidianità, risultino strategiche nell’emergenza e indispensabili nella fase di ricostruzione e di rinascita dei tessuti urbano, sociale ed economico.  

Guardiamo il PNRR, lo strumento più importante dell’epoca contemporanea per il rilancio del Paese. Ebbene, la conoscenza del territorio da parte delle autonomie locali è stata la materia viva dei progetti di tale Piano, predisposti con un impegno totalizzante da parte della macchina amministrativa, anche se in alcune realtà la carenza di personale e delle necessarie competenze hanno creato non poche difficoltà.  

Non solo. Le autonomie locali vivono oggi, inscindibilmente con i propri cittadini, le problematiche economiche derivate dall’aumento dei costi dell’energia, effetto indotto dal conflitto ucraino.  

Sottolineo “con i propri cittadini”, perché le autonomie locali oltre all’interlocuzione con il Governo centrale, nel territorio da loro amministrato operano per valorizzare il dialogo con i cittadini attraverso un rapporto che cerca di parlare il linguaggio della comunità, esercitando l’empatia per capirne i bisogni, ponendo le basi per una relazione fondata sulla fiducia, esprimendo capacità di intervento e quindi tentando di arrivare a quel livello di credibilità che è essenziale per il benessere della gente.  

La forma di governo più avanzata al mondo è la democrazia, eppure è sempre più incalzante l’insoddisfazione nei confronti della politica.   

In questo quadro, le autonomie locali rivestono un ruolo fondamentale quale presidio democratico sul territorio.  

Si parla periodicamente di crisi della politica, ma spesso si tratta di un’inevitabile trasformazione verso una nuova fase.  

Gli ideali si evolvono, i compromessi trovano forme di mediazione più complesse; eppure ciclicamente si preferisce privilegiare la teoria della crisi della politica e dare spazio unicamente alle competenze e agli esperti.   

Questa non è altro che una visione distorta del concetto di sofocrazia di Platoneche continua ad ispirare, o, forse, è meglio dire ad alimentare gli appetiti di molti nella nostra epoca moderna.  

Poi accade che la politica ‘messa alla porta’ rientri dalla stessa porta e si prenda le sue rivincite, come sta accadendo per la Provincia.  

I drammi storici di Shakespeare offrono il più ampio panorama politico dai tempi dell’Iliade ed evidenziano che ciò che è reale è razionale, ma ciò che è razionale non necessariamente è reale anche perché, come dice Amleto: ci sono in cielo e in terra assai più cose di quante ne sogna la filosofia.  

La mezza riforma delle Province è una storia di razionalità che non ha tenuto conto della realtà.   

Passata l’onda dell’antipolitica, le Province sono diventate così il simbolo della politica che torna a riappropriarsi dei suoi spazi decisionali.  

Per questo il Testo Unificato per le riforme delle Province e delle Città metropolitane depositato, lo scorso giugno, alla Commissione Affari costituzionali del Senato costituisce un risultato considerevole.  

Le Province, dimezzate dalla riforma Delrio, hanno continuato ad operare e con i finanziamenti del PNRR sull’edilizia scolastica hanno dimostrato capacità di programmazione, progettazione e investimento.  

 All’Aquila, a causa del sisma, le scuole rappresentano un obiettivo strategico di grande impatto per la ricostruzione e per porre le basi di un futuro forte e credibile per le giovani generazioni e per il territorio tutto.  

I rappresentanti della Provincia dell’Aquila non si sono sottratti a questa responsabilità, mettendo in campo le energie necessarie affinché la ricostruzione degli edifici del sapere e della conoscenza fosse una priorità.  

Nella relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali 2019-2020, la Corte dei Conti ammonisce: proprio lo svuotamento della Provincia ha mostrato l’utilità di enti complessivamente in grado di corrispondere alle funzioni di dimensioni vaste, capaci di costituire un riferimento per l’intero sistema delle autonomie e in particolare per i Comuni, specie quelli di dimensioni minori.  

Signor Presidente, Lei ha osservato che: nelle democrazie tutte le istituzioni, senza eccezioni, possono affermarsi e prosperare solo se sorrette dal consenso dei cittadini.  

E il consenso dei cittadini – ricordo a me per primo – discende da una politica che sa farsi interprete della realtà, organizzandola con delle regole da seguire in nome di una convivenza civile e per il raggiungimento del bene comune, non destrutturandola a seconda degli umori politici o del sentimento congiunturale di movimenti che poco hanno a che fare con la nobile qualità della partecipazione.  

Grazie Signor Presidente, Grazie a tutte le autorità presenti e a tutti gli intervenuti.