13 Ottobre 2023 - 15:38:20

di Vanni Biordi

La decisione del 2017, anno di soppressione e di assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, ha portato scontento e malumore tra gli ex forestali d’Abruzzo. E molti di loro chiedono perciò a gran voce di ripristinarlo al più presto. Non com’era, ma proporre un nuovo servizio forestale a vocazione tecnica.

Molti esponenti politici, in tempi recenti e non sospetti, hanno ringraziato il Corpo forestale dello Stato per tutto quello che ha fatto in passato, ma ritengono impossibile tornare indietro, anche se sono dispiaciuti e si son dichiarati contrari alla sua soppressione.

Il problema è che molti forestali ed ex-forestali d’Abruzzo declinano questo atteggiamento a mere lacrime di coccodrillo, semplicemente perché risuonano come le parole che l’arma dei carabinieri ha usato fin dal primo giorno dell’assorbimento e contestuale militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato nella stessa organizzazione. I fatti dicono che, ad oggi, in Italia, disponiamo di 8000 forestali in meno.

I gruppi di forestali, ed ex-forestali abruzzesi, non vogliono tornare al Corpo Forestale dello Stato com’era, ma vogliono andare avanti e proporre un nuovo Servizio forestale a vocazione tecnica, che torni ad occuparsi di dissesto idrogeologico, incendi boschivi, gestione e controllo dei boschi, fauna selvatica e tutte quelle competenze storiche della Forestale. Insomma un nuovo Corpo molto tecnico e meno “militare” vicino alla Regione Abruzzo che in materia di agricoltura, foreste, caccia e pesca, vincolo idrogeologico e incendi boschivi, hanno per disposizione legislativa le sole competenze amministrative ma non dispongono del braccio operativo.

Sanno perfettamente che la sintonia funzionale tra la politica e i Carabinieri forestali, per la realizzazione di iniziative territoriali indispensabili al Paese, sia evanescente. La riforma Madia ha prodotto il carabiniere forestale ma che non è né carabiniere e né forestale. L’Italia è l’unico Paese in Europa che ha consegnato il settore ambiente e la sorveglianza nei parchi nazionali ad una forza armata, tornando indietro di cento anni. Molti ritengono che la soppressione del Corpo Forestale dello Stato sia stato un fallimento sia sul famoso “risparmio di 30 milioni di euro” che nell’espletamento delle competenze.

Molto probabilmente questo Corpo si rifarà, perché è necessario. Chissà chi avrà la lungimiranza di intestarsi il germoglio di questo nuovo percorso.