16 Ottobre 2023 - 16:29:20

di Martina Colabianchi

Stiamo seguendo con particolare attenzione l’evoluzione della proposta di legge per una Nuova Legge Urbanistica Regionale e devo sottolineare che abbiamo trovato un positivo riscontro alle nostre obiezioni“.

Afferma così, in una nota, il coordinatore del Comitatus Aquilanus, Antonio Perrotti, che aveva mosso, negli scorsi mesi, obiezioni alla nuova Legge urbanistica regionale.

Senza voler ritornare su quella prima lettura – prosegue – veniamo a sottolineare come l’apparente “rinnovismo” o ancora il più falso “stop al cemento” vantato dalla G.R. sia stato di fatto smascherato, infatti:

  1. E’ stata denunciata l’inutile e ultronea “ridefinizione” degli strumenti urbanistici alle varie scale tesa ad delegittimare il quadro della pianificazione vigente e in via di elaborazione;
  2. Sono state evidenziate le conseguenti inutili spese a carico dei Comuni per elaborare strumenti che rischiano di non corrispondere ai problemi reali di assestamento dell’urbanistica pregressa con qualche esigenza di incentivi per mirate e più coraggiose scelte sul piano della viabilità, dei parcheggi e degli standards;
  3. Non c’è stata nessuna attenzione alla riconversione energetico/ecologica del tessuto edilizio nè all’innesto di un sistema di aree verdi al suo interno;
  4. Non ci sono state risposte alle problematiche sovra comunali nell’area metropolitana CH/PE;
  5. Non  ci sono state risposte all’annoso problema dell’erosione costiera ,del sistema idrico e delle aree alluvionali;
  6. Vengono incentivate le aspettative su una sanatoria generalizzata delle “casette a tempo” del sisma aquilano e su altri dannosi abusi“.

“Appare ormai del tutto evidente l’arretramento che in generale viene proposto attraverso la “Perimetrazione del territorio urbanizzato” che viene a configurare una sorta di “ZONA FRANCA” dove poter eseguire interventi di addensamento o sostituzione edilizia con tutte le misure incentivanti di cui all’art. 10 ,11 fino al 18 cioè incrementi volumetrici e di superficie, modifiche di destinazioni d’uso e delocalizzazioni delle volumetrie in deroga o addirittura attraverso la monetizzazione degli standards!”.

“Illusorio viene ad essere lo stesso postulato del “Contenimento del consumo di suolo” di cui all’art. 8 sia, perché in gran parte dei Comuni c’è ormai una corsa a declassificare le aree già oggi edificabili, sia per le deroghe ivi previste per le opere pubbliche e di interesse pubblico che, per gli interventi di edilizia sociale “comprensivi della quota di edilizia libera che assicurino la sostenibilità economica dell’intervento”. Sempre a tale riguardo va inoltre sottolineato che nelle zone agricole sono comunque consentiti manufatti temporanei di cui all’art. 6 del d.p.r. 380/2001 e, (non meglio identificati !?) manufatti per l’attività agricola amatoriale”.

Ci corre quindi l’obbligo – continua il Comitato – di invitare la Regione a soprassedere su un ultroneo ed inutile ruolo normativo, per praticare una più responsabile e puntuale azione di Pianificazione sovracomunale (come ha già fatto per la Costa teatina !! che però sembra essersi arenata !!???), sui seguenti temi emergenti ed urgenti:

  1. Area metropolitana Chieti/Pescara per delineare le poche scelte strategiche che potranno garantire una vera capacità concorrenziale nel Corridoio adriatico attraverso il blocco di ulteriori episodiche strutture e  più efficaci relazioni tra interporto, aeroporto e porto di Ortona;
  2. Conurbazione lineare Silvi/Martinsicuro con relativo demanio marittimo e conseguenziali norme per l’arretramento dei manufatti in zona di erosione;
  3. Sistema circonfucense con particolare attenzione alla riconversione biologica dell’agricoltura;
  4. Sistema dei Parchi appenninici attraverso un rilancio del settore agrosivopastorale in un quadro mirato di valorizzazione del sistema dei centri storici e dei beni culturali;
  5. Bonifica immediata dei Siti inquinati di Bussi e Piano D’Orta e accelerazione degli interventi sull’acquifero del G. Sasso.
  6. Aggiornamento immediato della carta delle aree alluvionali con conseguente più severa normativa“.