30 Maggio 2023 - 09:03:41
di Vanni Biordi
Sono 11 i militari italiani rimasti feriti in Kosovo oggi pomeriggio. Tre di loro, sono gravi ma non in pericolo di vita, appartengono al 9° Reggimento alpini L’Aquila e sarebbero rimasti feriti nei gravi scontri fra alcune truppe della Nato e i dimostranti serbi a Zvecan, nel nord del Kosovo. Lo riferisce lo Stato Maggiore della Difesa, confermando che i militari del contingente italiano hanno riportato ferite da trauma e ustioni dovute all’esplosione di molotov. I feriti, subito soccorsi dalle unità mediche di Kfor, sono attualmente sotto osservazione da parte del personale sanitario che ne sta accertando le condizioni. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, segue l’evoluzione della situazione tramite il Comando operativo di vertice interforze.
“Rivolgo un caloroso augurio di pronta guarigione ai militari del 9° Alpini L’Aquila feriti quest’oggi durante un’operazione di polizia in Kosovo. Mi sono messo prontamente in contatto con il comandante del Reggimento, Mario Bozzi, cui ho rappresentato la vicinanza della città e mia personale alle donne e agli uomini impegnati nel teatro balcanico. Proprio la prossima settimana, insieme alla sezione Abruzzi dell’Associazione nazionale alpini, mi recherò in Kosovo nell’ambito di un progetto che vede L’Aquila in prima fila in favore delle popolazioni locali. In quell’occasione testimonierò alle nostre penne nere, ancora una volta, l’affetto che l’intera comunità prova nei loro confronti“. E’ quanto ha dichiarato il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.
“Auguro a tutti i militari Kfor della Nato che sono rimasti feriti oggi in Kosovo una pronta guarigione, in particolare ai tre alpini del “9° Reggimento L’Aquila“, impegnati con i loro colleghi nelle operazioni di pace dall’altra parte del mare Adriatico. Ho avuto modo di sentire il loro comandante, il colonnello Mario Bozzi, che mi ha rassicurato sulle loro condizioni. Le ferite sono lievi e spero che potranno tornare al più presto ad abbracciare i loro familiari“. E’ quello che ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
I tre militari del 9° Reggimento Alpini L’Aquila, secondo fonti ufficiali, avrebbero riportato ustioni e fratture.
Anche il presidente dell’associazione culturale Rilindja Abdula Salihi esprime, “a nome di tutta la comunità kosovara dell’Aquila, la più profonda solidarietà e vicinanza ai nostri Alpini del IX Reggimento L’Aquila“, augurando una “pronta e rapida guarigione ai militari feriti in Kosovo, durante le proteste dei manifestanti serbi che nella città settentrionale di Zvecan contestavano davanti al municipio per chiedere la rimozione del nuovo sindaco che fa parte della maggioranza albanese“.
“Ci rassicura e ci rende felici il messaggio del comandante del 9° Reggimento Alpini, il colonello Mario Bozzi, il quale ci ha informato sulle loro condizioni di salute, in quanto le ferite riportate sono lievi, permettendo così un rientro a breve in Italia e, in particolare, all’Aquila“.
“Voglio ricordare che l’Italia, sin dal 1991 – continua Salihi – è sempre stata presente in tutte le missioni militari internazionali umanitarie di stabilizazzione e di pace avvenute nei Balcani, conflitti determinati dal processo di disgregazione della Repubblica Jugoslava, le più drammatiche sono state la guerra Serbo-Bosniaca e quella del Kosovo. Tutte le vicende sono state seguite dalle pricinciali organizzazioni internazionali: ONU, NATO, UE, UEO e OSCE; le ultime aree di guerra sono controllate dalle forze militari KFOR (Kosovo Force, una forza militare internazionale guidata dalla NATO e controllata dall’ONU), che ha l’obiettivo di ristabilire l’ordine e la pace, soprattutto dopo le vicende di queste ultime settimane dovute al risultato delle elezioni del 23 aprile, che hanno visto la vittoria dei tre politici di etnia albanese, una minoranza etnica in quell’area del Kosovo rispetto ai serbi. Da ciò si evince che, a tutt’oggi, i colloqui tra i due Paesi (Serbia-Kosovo) non sono risolutivi, ma, purtroppo, restano molto oscillanti“.
“L’intervento da parte dei grandi leader mondiali è stato tempestivo, ci auguriamo anche che sia risolutivo una volta per tutte e che possa esserci, così, finalmente, per queste nazioni afflitte da tante difficoltà, al più presto il riconoscimento reciproco, tale da aprire la strada per una futura adesione all’Unione europea e quindi alla pace“, conclude.