20 Novembre 2023 - 11:34:41
di Tommaso Cotellessa
Il Coordinatore regionale di Demos in Abruzzo, Alfonso D’Alfonso, è intervenuto sul tema, ampiamente dibattuto e molto sentito in città, della sicurezza con particolare riferimento ai ripetuti episodi di violenza avvenuti in centro storico.
Nel suo intervento D’Alfonso lancia la proposta del “Sindaco della Notte”, una figura innovativa di cui già si sono avvalse numerose capitali internazionali come Parigi, Londra, Berlino, Amsterdam, New York, ma anche città italiane come Trento, che per prima ha importato questo ruolo sul suolo italiano.
La figura del Sindaco della Notte ha il ruolo di interlocutore privilegiato dell’amministrazione comunale sulle tematiche della sicurezza notturna, l’incarico a titolo gratuito può essere svolto da un qualsiasi cittadino, al quale il comune mette a disposizione spazi e strumenti per poter operare.
L’assegnazione dell’incarico può avvenire in diversi modi, per mezzo della nomina di un consigliere comunale, oppure di un cittadino che goda della fiducia delle diverse categorie, ma la proposta avanzata da D’Alfonso prevede l’elezione diretta di un residente o di un operatore del centro, in modo tale che quest’ultimo possa godere della giusta autorevolezza nei confronti degli interlocutori con i quali dovrà confrontarsi.
Una volta eletto infatti “Il sindaco della Notte” si farà rappresentante delle istanze, dei bisogni e delle necessità relative al tema della sicurezza notturna, presso i tavoli e i luoghi preposti.
“Il centro dell’Aquila che dopo la ricostruzione, è uno dei centri storici più bello d’Italia nelle ore serali e notturne si trasforma in un enorme ritrovo dove il bere esagerato è l’unico modo per socializzare per poi passare agli eccessi, schiamazzi, sbronze e in casi non rari a risse e accoltellamenti.” scrive D’Alfonso “La disponibilità di droghe pesanti è altissima e gli spacciatori fanno affari d’oro. In tutto questo i residenti che rincasano nelle ore serali, per accedere alle proprie abitazioni debbono farsi largo tra la folla con bicchiere o bottiglia in mano, vetri, lattine o rifiuti organici di duplice origine, per poi constatare che il bel portone di casa è stato utilizzato come orinatoio. Ovviamente in estate gli schiamazzi e tutto il resto vanno avanti fino all’alba, quando gli operatori dell’Asm debbono ripulire l’enorme mondezzaio prodotto dal popolo della notte. A lasciar andare le cose così come vanno non si danneggiano solo i residenti, cosa di per sé molto grave, ma l’intera economia del centro storico, comprese le enoteche di qualità dove il bere è un’esperienza e non un farsi male da soli, ma danneggiati sono anche i bar storici che hanno riaperto offrendo il loro servizio con grande professionalità, i ristoranti, veri fortini assediati e tutte quelle attività che non vendono solo alcol .In queste condizioni è impossibile promuovere le aperture serali che oltre a consentire incassi aggiuntivi riporterebbero in centro frequentatori amanti dello struscio e delle vetrine. Pensare che tutto questo sia solo un problema di ordine pubblico è un grave errore. Certo telecamere e maggiore sorveglianza sono utilissimi, così come si deve essere rigidi nel rispetto degli orari previsti dalle ordinanze sia per la mescita che per la diffusione della musica. Ma il “Sindaco della notte” deve avviare un percorso per evitare che l’unica possibilità che si offre ai giovani sia il bere smodato. Non è possibile che di sera in tutto il centro storico non ci siano luoghi di aggregazione, laboratori teatrali, musicali, anche di musica etnica, laboratori di cucina, corsi per sommelier e di educazione al bere. Un lavoro che richiede il coinvolgimento degli enti pubblici proprietari di spazi e immobili, associazioni di universitari enti culturali e singoli artisti. Cominciare a offrire alternative al solo bere e evitare che i punti di mescita si moltiplichino all’infinito con maggiori controlli sulla vendita degli alcolici ai minorenni o a chi è già in evidente stato di alterazione. Ridare un giusto equilibrio a tutte le attività che si praticano in centro e tra queste e i residenti significa evitare che si imbocchi la strada del degrado e del deprezzamento degli immobili per la gioia di speculatori indigeni e o allogeni.
Per D’Alfonso non si tratta di una proposta risolutiva ma di una possibile ricetta, già adottata da diverse città e dunque percorribile anche nel capoluogo abruzzese.
“Non avviare questo percorso, sia che si è in maggioranza che in minoranza, significa favorire il degrado sia etico che economico del centro e quindi dell’intera città.” Scrive D’Alfonso “Demos mette a disposizione questa proposta concreta già ampiamente sperimentata per discuterne confrontarsi e anche adattarla al meglio delle problematiche di una pluralità di soggetti e categorie che meritano di essere tutelati da progetti realizzabili e anche fortemente innovativi. Sarà nostra premura chiedere la disponibilità per un confronto a tutti i portatori di interessi sia dei residenti che degli operatori economici. Il primo incontro lo chiederò al Sindaco per avviare un confronto il più sereno e costruttivo possibile perché il nostro “centro storico” non è né di destra né di sinistra, ma uno straordinario patrimonio di tutti gli Aquilani da preservare e valorizzare.