23 Novembre 2023 - 15:58:39
di Redazione
“La decisione assunta dall’amministrazione comunale di sospendere l’attività didattica nelle scuole, a seguito dei due eventi sismici registrati nel tardo pomeriggio di ieri, ci racconta una verità incontrovertibile: a 14 anni dal terremoto del 6 aprile 2009, non siamo ancora in grado di affrontare con procedure di prevenzione codificate, e riconosciute dalla cittadinanza, eventi con cui dovremmo invece saper convivere. E le scuole non sono ancora considerate, come dovrebbero invece essere, le strutture più sicure dove lasciare le nostre figlie e i nostri figli”. Lo scrive in una nota il Partito Democratico dell’Aquila, in seguito agli eventi sismici di ieri pomeriggio.
“Se ieri le scosse fossero avvenute durante le lezioni, si sarebbero evacuati gli istituti? Si sarebbe chiesto ai genitori di andare a riprendere i propri figli o dopo un po’ sarebbero riprese ordinatamente le lezioni? – aggiungono da Pd – La decisione, è stato spiegato, è stata presa ‘a mero titolo precauzionale, per verificare che le lezioni possano riprendere con regolarità’. Che cosa significa? Si ritiene che gli eventi sismici di ieri, di magnitudo 3.6 e 3.7, possano aver provocato dei danni? E se sì, su quali edifici: su quelli riparati dopo il sisma del 2009 o sui Musp? Ci sono edifici considerati meno sicuri di altri? Se sì, quali sono? Che interventi e in quali tempi sono programmati per questi edifici?”
“A 14 anni dal terremoto del 6 aprile 2009, dovremmo aver definito i protocolli in caso di sisma, codificando, tra le altre azioni, la sospensione delle attività didattiche in corrispondenza di eventi superiori ad una magnitudo stabilita, per le necessarie verifiche sulle strutture. Ciò si potrebbe fare indicando puntualmente, edificio per edificio, la presumibile risposta a determinate sollecitazioni sismiche: sono noti, conosciuti e trasparenti, gli indici di vulnerabilità di tutte le scuole cittadine? – proseguono – Sono domande che meritano una risposta immediata. E’ inaccettabile che le scuole non vengano considerate luoghi assolutamente sicuri, considerato pure che, da anni, sono disponibili oltre 40 milioni di euro per la ricostruzione dell’edilizia scolastica e considerato che, nel programma di mandato presentato alla città nel 2017, sei anni e mezzo fa, il sindaco prometteva un piano straordinario che avrebbe dovuto definire la piena sicurezza degli edifici”.
“Non solo – prosegue la nota – si prendeva l’impegno ad effettuare “una ricognizione degli spazi pubblici disponibili per capire dove collocare gli studenti ospitati in scuole in cui non fossero state effettuate le verifiche di vulnerabilità degli edifici. La verità è che, ad oggi, le studentesse e gli studenti, oltre che in Musp progettati per una vita stimata in 5 anni ed invece utilizzati da 13 anni, frequentano le lezioni negli stessi edifici del 2017. Non si è mantenuto l’impegno a “farsi parte attiva presso la Provincia e la Regione per l’adeguamento sismico al 100% di tutte le scuole superiori” e, a proposito del piano straordinario per le scuole, sono state ricostruite soltanto due scuole di competenza comunale, con procedure avviate dalla passata amministrazione di centrosinistra”
“Del resto, in una città come L’Aquila gli edifici pubblici dovrebbero essere considerati sempre dei ‘rifugi’, anche in caso di sisma: definire un elenco di edifici sicuri, potrebbe rappresentare una prima risposta in termini di sicurezza collettiva – si legge ancora – È inconcepibile, e inaccettabile, l’inerzia dell’amministrazione sulla (mancata) ricostruzione delle scuole; è inconcepibile non ci sia trasparenza, e chiarezza, sul tema della sicurezza sismica nella nostra città, che manchino le giuste informazioni sui protocolli di prevenzione e sicurezza”
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte e, su queste tematiche, siamo a disposizione della maggioranza per avviare un confronto partecipato e trasparente: vogliamo, però, che il sindaco venga a riferire in Consiglio comunale, insieme al Presidente della Provincia, sullo stato di sicurezza di tutti gli edifici scolastici e sullo stato della ricostruzione dell’edilizia scolastica. Si parta da qui”, concludono.