02 Dicembre 2023 - 17:04:33

di Martina Colabianchi

Il TAR dell’Aquila, lo scorso 24 novembre, ha sospeso l’ordinanza di demolizione degli immobili costituenti il villaggio Livigno a Stiffe, emessa dal Comune di San Demetrio Ne’ Vestini in danno della Progetto Stiffe S.P.A.

L’ordinanza arrivava dopo un contenzioso tra la Progetto Stiffe ed il Comune di San Demetrio Ne’ Vestini, durato tre anni, circa la proprietà degli stessi immobili e che sembrava essersi concluso dopo che una sentenza del TAR, datata 30 maggio 2023, aveva rigettato tutte le richieste del Comune stabilendo che il villaggio è proprietà della S.P.A., non accogliendo le richieste economiche del Comune e la richiesta di trasferimento degli immobili perché carente degli elementi necessari. Inoltre, vi era la condanna a risarcire tutte le spese legali.

In seguito “il Comune – scrive la società – invece di trovare una soluzione bonaria che evitasse ulteriore dispendio di denaro pubblico (ad oggi circa 120.000€), ha iniziato un altro contenzioso notificando alla Progetto Stiffe un ordinanza di demolizione dei manufatti siti in via del Mulino. Quale sarebbe, quindi, il bene e l’interesse pubblico che il comune intende perseguire?“.

L’avvenuta sospensione, da parte del TAR, dell’ordinanza di demolizione non placa però le tensioni scaturite dalle motivazioni che ne starebbero all’origine.

Risulta quantomeno strano – proseguono – che a distanza di 11 anni il Comune voglia verificare presunte violazioni alle norme urbanistiche, quando esso stesso ha autorizzato la costruzione delle strutture, in quanto socio della Progetto Stiffe S.p.A. (società a partecipazione pubblico-privata) a tutte le fasi di costruzione e messa in funzione dell’attività commerciale, la cui inaugurazione è stata fatta dal sindaco il 25/6/2011 con tanto di fascia tricolore! Né si può sottacere che il presidente dei revisori dei conti della Progetto Stiffe SpA e il vicepresidente del cda per statuto societario sono di nomina del Comune stesso! Gestione e controllo sono pertanto nei poteri di emanazione comunale. Posizione quindi discutibile per l’ente che emette e controlla per sua costituzione tali atti e poi li giudica illegittimi a distanza di anni per motivi che si palesano più di sapore politico che giuridico. Ciò anche in considerazione del fatto che il titolo edilizio è stato emanato proprio dal Comune in base ad un particolare caso previsto dalle norme“.

Peraltro la Progetto Stiffe S.p.A., già titolare dell’autorizzazione fin dal 1998 per esercizio di attività di somministrazione di alimenti e bevande in loc. Stiffe, dopo gli eventi sismici ha trasferito l’attività nella nuova struttura in via del Mulino, depositando a tal uopo tutta la documentazione necessaria, richiesta allora pienamente accolta: il Comune di S. Demetrio Né Vestini, dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti di legge, nulla osservava in merito alle autorizzazioni edilizie. Il Comune quindi boccia se stesso e tutti gli atti da lui emanati per ben 11 anni. Senza considerare la responsabilità per gli eventuali danni subiti dalla Progetto Stiffe scaturenti dal legittimo affidamento riposto dalla Progetto Stiffe S.P.A. nei confronti del Comune a causa di tutti i provvedimenti e comportamenti messi in atto nel corso degli anni passati”.

Dal mese di maggio, inoltre, – continua ancora la Progetto Stiffe – il villaggio è stato dato in gestione alla Ditta Casale Liberati, enoteca che svolge attività di pregio con una esperienza decennale che ha dato valore aggiunto al borgo di Stiffe già da anni, e da valore e qualità anche alla gestione delle Grotte, e anche la Casale Liberati oggi subisce gravi danni, essendo destinataria anch’essa, di un’ordinanza che gli impedisce la continuazione dell’attività commerciale!“.

A fronte di un esborso di circa 120.000 euro per attività legali, più dell’intera addizionale comunale, – concludono – all’esito di tutte le batoste giudiziarie subite, ad oggi si spera che il Comune decida, finalmente, di investire diversamente i soldi dei contribuenti al cui giudizio dovranno certamente rispondere“.