13 Dicembre 2023 - 09:39:55

di Tommaso Cotellessa

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità dei presenti in Aula il progetto di legge “Reingegnerizzazione della governance sanitaria – rete ospedaliera”. Nel documento sono inseriti: la programmazione dei posti letto, la classificazione degli ospedali, la rete per l’emergenza – urgenza, le reti tempo – dipendenti, la rete per la neonatologia e i punti nascita, le reti per patologia, la rete di terapia del dolore, la rete dell’emergenza-urgenza territoriale, la continuità ospedale- territorio, l’ospedalità privata ed infine un focus per i presidi ospedalieri in deroga o riqualificati.

Tra i punti principali della nuova programmazione è prevista la seguente classificazione dei Presidi Ospedalieri: 8 Presidi Ospedalieri di I livello: PO dell’Aquila, PO di Avezzano, PO di Sulmona, PO di Chieti, PO di Lanciano, PO di Vasto, PO di Pescara, PO di Teramo. 6 Presidi Ospedalieri di base: PO di Ortona, PO di Popoli, PO di Penne, PO di Atri, PO di Giulianova e PO di S. Omero. 2 Presidi Ospedalieri in zone particolarmente disagiate, sede di Pronto Soccorso: PO di Castel di Sangro, PO di Atessa. Qualifica di DEA di II livello nell’ambito delle Reti tempo-dipendenti: San Salvatore dell’Aquila (Rete Stroke Rete Politrauma/Trauma maggiore); SS. Annunziata di Chieti (Rete Emergenze Cardiologiche); Spirito Santo di Pescara (Rete Stroke Rete Politrauma/Trauma maggiore); Mazzini di Teramo (Rete Emergenze Cardiologiche). Attualmente, le discipline più complesse che caratterizzano il DEA di II livello (così come declinate nel DM 70/2015) non sono allocate, nella loro totalità, in un unico Presidio Ospedaliero. La Regione intende pertanto programmare una serie di azioni volte all’individuazione di strutture che rispettino i requisiti previsti dal DM 70 per i DEA di II livello. Previsto quindi un cronoprogramma per l’individuazione che dovrà concludersi a 36 mesi dall’approvazione del documento. Sono identificate due Centrali operative 118, di cui una localizzata nell’Ospedale Civile S.Salvatore dell’Aquila e l’altra nell’area metropolitana Chieti-Pescara.

Precedentemente è stato approvato un ordine del giorno a firma dei consiglieri Febbo, Verrecchia, D’Incecco, Montepara, D’Addazio, Cipolletti del vicepresidente Santangelo, del presidente Sospiri, del sottosegretario D’Annuntiis e dell’assessore Quaglieri. Il documento impegna il Presidente della Giunta Regionale e la Giunta nel suo complesso a disporre, nell’ambito degli interventi applicativi, nel rispetto dei bacini di utenza previsti dal DM70/2015 e nel rispetto degli standard del numero dei posti letto per acuti (2.97 per mille ab.), dopo l’approvazione definitiva della rete ospedaliera da parte del Consiglio regionale, a farsi parte attiva presso il Ministro della Salute per chiedere la modifica del D.M. 2 aprile 2015, n. 70, affinché sia adeguato tenendo conto delle caratteristiche orografiche e sociali di territori fragili, come quelli presenti in gran parte nella Regione Abruzzo; migliorare alcuni percorsi specialistici al fine di valorizzare al meglio i presidi ospedalieri minori (Spoke); valutare l’opportunità, nei successivi atti aziendali e di Giunta attuativi della Rete, di mantenere attivi i posti letto ospedalieri presso lo Stabilimento di Guardiagrele; reinserire Chirurgia Generale dei Trapianti a vocazione DU con codice Chirurgia Nefrologia in sostituzione della costituenda UOC di Nefrologia dei Trapianti (Codice Disciplina); prevedere, in virtù della riapertura della Scuola di Specializzazione in Pediatria a L’Aquila, il potenziamento della struttura di Pediatria rendendola complessa in analogia alla Clinica Pediatrica dell’Università di Chieti; potenziare la disciplina di radioterapia oncologica del Presidio Ospedaliero di Pescara al pari degli altri presidi Hub; prevedere l’accorpamento dell’Unità complessa di Rianimazione e Anestesia dell’Ospedale SS. Annunziata di Chieti, come già fatto per l’Aquila; potenziare, presso l’Ospedale Mazzini di Teramo, l’Unità complessa Vascolare e Interventistica e ivi prevedere una UOS di terapia intensiva neonatale; accorpare la Terapia del Dolore a Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale dell’Aquila così come già previsto nel nosocomio di Avezzano e Sulmona; prevedere UOC presso il nosocomio di Tagliacozzo per la Riabilitazione Cardiologia; unificare l’Ospedale di Avezzano e gli stabilimenti di Tagliacozzo e Pescina in una entità denominata “Ospedale dei Marsi” fermo restando che non viene modificata la rete Ospedaliera con i servizi, le strutture e le unità operative già previste; potenziare il Centro regionale di Diabetologia pediatrica e prevenzione delle patologie cardio-metaboliche, presso l’Ospedale SS. Annunziata di Chieti; dare continuità al servizio di emodinamica presso il presidio ospedaliero di Avezzano a servizio del territori Marsicano, Peligno e dell’alto Sangro e ciò al fine di garantire i giusti tempi di intervento per le patologie trattate, per le cosiddette patologie “tempo dipendenti”; inserire tutte le attività inerenti il paziente affetto da patologia renale cronica, in tutti i setting assistenziali previsti dai Pdta (ricoverati e domiciliati), nelle linee guida emanate dalla Regione per la redazione degli atti aziendali.

Sull’approvazione della rete ospedaliera gli esponenti di maggioranza sono intervenuti con entusiasmo, parlando di “Giornata storica per la Regione Abruzzo”, fra questi, il Presidente Marsilio, ma anche il Presidente Sospiri, l’assessore Verì e il capogruppo di FDI Verrecchia. Il consigliere D’Incecco della Lega ha dichiarato “Abbiamo salvato ciò che il precedente governo regionale aveva cercato di smantellare“.

Le opposizioni

Se si registra l’entusiasmo con cui la nuova rete ospedaliera è stata accolta dalla maggioranza, fortemente critiche si mostrano, invece, le opposizioni in Consiglio regionale.

In cinque anni la programmazione e l’edilizia sanitaria sono ancora sulla carta. Della consiliatura Marsilio non ricorderemo opere, ma solo annunci e debiti. La sanità, fra i tanti bluff del governo regionale di centrodestra, è quello più grosso e dagli effetti peggiori per la comunità: oggi i cittadini pagano servizi e prestazioni che non ricevono. Intanto in Abruzzo crescono le liste di attesa e i deficit delle 4 Asl, arrivati ormai oltre i 170 milioni di euro, come rileva anche la Corte dei Conti. L’unico primato tangibile è aver riportato la sanità regionale indietro di dieci anni“, così i gruppi Pd Legnini Presidente e Abruzzo in Comune.

Marsilio vuol far credere agli abruzzesi di aver rivoluzionato la sanità con il gioco delle poltrone dei direttori generali, l’unico che veramente interessa il centrodestra a trazione Fratelli d’Italia – incalzano i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto e Sandro Mariani – . Non c’è nulla che attesti che il centrodestra si stia occupando della salute degli abruzzesi, perché la rete ospedaliera approdata in Consiglio regionale dopo tanti anni di attesa non nasce per essere concretizzata. Il diritto alla cura resta al palo come le tante urgenze rimaste tali: strutture, organici, attrezzature, liste di attesa, mobilità passiva, formazione“.

A seguire, poi, un elenco delle criticità presenti, secondo i gruppi di opposizione, all’interno della nuova rete approvata.

  • Un momento storico sprecato. Il Consiglio non approva una rete ospedaliera dal lontano 2005/8. Ma nel chiedersi se il governo regionale abbia colto la rilevanza di tale approdo, salta agli occhi che così non è, visto che l’attuale rete non ha l’ambizione di essere attuata, né c’è l’interesse di farlo nei prossimi mesi. Per questo non l’abbiamo votata. È una legge approvata per procedere a una campagna elettorale, cercando di rivendicare risultati che non ci sono non ci o saranno perché ha obiettivi insostenibili. L’auspicio è che il nuovo governo, speriamo a guida di Luciano D’Amico, rimetta mano alla rete perché possa esserlo. L’ultima programmazione è del 2016, da allora a oggi tutto è rimasto congelato. L’attuale rete non risponde alle esigenze della comunità abruzzese, non migliora la qualità delle cure, non attrae professionisti a fare da motore al sistema e, dulcis in fundo, dovrebbe reggersi a invarianza di spesa. Questi sono limiti non da poco.
  • Il flop è nei dati. A parte la mancanza di visione, ci sono cinque anni di totale immobilità che hanno visto scendere qualità e quantità delle prestazioni della sanità abruzzese. Alcuni esempi: a Ortona, nel 2018 si erogavano 5.204 prestazioni nel 2022 siamo a 2.826, il 50 per cento in meno;  a Castel di Sangro si passa da 1.512 a 843, il 44% in meno; al Renzetti di Lanciano, si va dalle 9.051 prestazioni del 2022 a 6.287 di oggi;  Sulmona, sulla carta Dea di I livello, passa da 5.379 di quando non lo era alle 3.581 della fine del lavoro di questo governo regionale; a Vasto si passa da 10.103 a 7.425; Atri da 6.200 a 5.200; Avezzano da 14.188 a 11.173; Giulianova da 4.136 a3.850; e L’Aquila da 20.819 a16.900. L’argomentazione non può essere più il Covid che ha colpito l’Abruzzo e in altre regioni (vedere allegato).
  • Pazienti in fuga. Saldo mobilità passiva recita che nel 2020 -101 milioni, nel 2021 92, mentre si lasciava nel 2018 a -71 e nel 2015 -76 milioni, una crescita progressiva che rileva che chi ha potuto permetterselo ha cercato risposte fuori dall’Abruzzo, oggi non solo per prestazioni urgenti e gravi, ma anche per quelle di media e bassa complessità. Per quanto riguarda i primati, a noi più che quelli teorici sventolati da Marsilio per fare campagna elettorale con questa rete, interessa un’altra maglia nera per l’Abruzzo che fa molto clamore riguarda la percentuale di pazienti operati di tumore al colon secondo la tempistica: in Italia si va dal 49% medio al massimo del 74 per cento, qui da noi la percentuale è la peggiore di tutte, il 19%. Dietro questi numeri c’è tanto dolore che resta non affrontato e che sembra non interessare affatto a chi governa, perché negli anni non ha migliorato le performance (vedere allegato).
  • Un modello non condiviso con i territori. Il documento non ha subito modifiche, né può essere modificabile, è nato con poca attenzione a chi vive i territori e rappresenta le istituzioni, specie per i centri dove ci sono gli ospedali. Non c’è riscontro sulle interlocuzioni prioritarie con le voci più rappresentative e portatrici di interessi. Tutti quelli che sono stati auditi in fase di Commissione, dalle parti sociali, ai sindaci, alle associazioni, non sono stati ascoltati, perché nessuno ha avuto parole di condivisione nei confronti della reingegnerizzazione della rete ospedaliera. Così il documento si presenta come chiuso: tutti gli emendamenti sono stati rimandati al mittente, tutte le osservazioni sono state declinate.
  • DEA o non DEA. La Regione sceglie la funzionalizzazione dei 4 ospedali ma non individua il Dea di II livello richiesto dalla legge, il DM 70. Ma la norma deve essere rispettata e richiede che si scelga almeno un DEA di II livello. Invece il centrodestra non solo non lo fa, ma rimanda di tre anni la scelta, dichiarando nell’ordine del giorno che accompagna il documento che questa rete non risponde al DM 70! Tant’è che nel testo (vedi allegato) c’è la richiesta al Presidente di impegnarsi a chiedere al Governo di modificare il DM 70, ammettendo tale lacuna.
  • Una rete senza futuro. Il verbale dei Ministeri non risolve il problema della rete ospedaliera perché questa non risponde a nessuna delle domande poste. Il Ministero chiede di garantire le tappe dei Dea di II livello, di accelerare la tempistica per accedere alle risorse dell’articolo 20, giunto ora a 700 milioni di fondi disponibili ma che sono rimasti congelati per scelta perché non si è voluto approvare nulla. La rete dovrà trovare soluzione a problemi irrisolti come il percorso nascite a Sulmona, l’Emodinamica di Vasto. E poi c’è un passivo ormai strutturale che da -72 milioni è arrivato a -170 nel 2022 e peggiora, tanto che la Corte dei Conti rileva che c’è un livello strutturale di costi non compatibili con la sostenibilità del sistema regionale, che pur registra un aumento dei finanziamenti“.

Niente da fare per il presidio ospedaliero Umberto I di Tagliacozzo al quale il Presidente Marsilio e il suo centrodestra hanno scelto di non riassegnare il codice ministeriale, di declassare a unità semplice dipartimentale la riabilitazione cardiologica polmonare e di chiudere il punto di primo intervento. Così come avvenuto in Commissione, anche in Consiglio Regionale sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati dal Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fedele, finalizzati a salvaguardare gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina dalle modifiche previste nella nuova rete ospedaliera. Caduto nel vuoto il suo appello alla coesione.

Speravo che, almeno in quest’ultima occasione utile, ci fossero spazio per dialogo e ascolto. A nulla sono valse i miei appelli e quelli di tantissimi cittadini, alla fine tutti i consiglieri di maggioranza del territorio hanno votato contro nonostante le tante promesse fatte. Un atteggiamento di arroganza e prepotenza che in questi cinque anni ha caratterizzato il centrodestra sordo alle esigenze dei territori e arroccato sulle proprie posizioni. E poco importa se ci sono migliaia e migliaia di cittadini che chiedono di essere ascoltati. Abbiamo dovuto sentire l’Assessore Verì affermare che questa nuova rete ospedaliera è un vanto e che verrà addirittura presa a modello da altre regioni ma anche che si tratta di un documento glorioso che farà dell’Abruzzo l’apripista per una nuova gestione della sanità. Propaganda, propaganda e solo propaganda, a oltranza e ad ogni occasione utile“, spiega proprio il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fedele. “Ma c’è anche di peggio – continua -: abbiamo dovuto assistere alle urla, agli sberleffi, agli atteggiamenti maleducati e irridenti di un Presidente di Regione che non conosce la differenza tra una curva da stadio e un luogo istituzionale. Strafottente e aggressivo, sempre con il dito puntato contro i Consiglieri di opposizione la cui unica colpa è stata, ed è, quella di denunciare le gigantesche lacune e contraddizioni di una rete ospedaliera incompleta e insufficiente, presentata con ritardo e fatta approvare a tutti i costi per essere oggetto di campagna elettorale“.

Riguardo l’ospedale di Tagliacozzo il Presidente Marsilio ha rimproverato coloro che sono scesi in piazza per protestare e chiedere tutele, addirittura accusandoli di mistificare i fatti per tornaconto politico. Nulla di fatto anche per i venti posti letto di lungodegenza dell’ospedale ‘Serafino Rinaldi’ di Pescina che verranno collegati all’ospedale ‘San Salvatore’ dell’Aquila invece che a quello di Avezzano: una chiara scelta di indirizzo politico, quella di rendere il presidio marsicano uno stabilimento di quello aquilano. L’ospedale di Avezzano perde unità operative complesse che producono numeri importanti come, ad esempio, malattie infettive e, per contentino, gli vengono concessi otto posti letto in più, una miseria rispetto alle reali necessità del territorio e rispetto ad altri presidi che viaggiano su numeri molto più elevati. A Sulmona l’ospedale viene previsto come Dea di primo livello solo sulla carta poiché non riceve nessun reale potenziamento. Il punto nascita è tutt’altro che salvo e in cinque anni di battaglie non abbiamo visto nessuno degli interventi che abbiamo richiesto e che oggi vengono vantati pur non esistendo affatto. Castel Di Sangro perde tre unità operative complesse e quattordici posti letto, mentre all’Aquila sono state totalmente disattese e snobbate le richieste dell’Università collegate alle varie scuole di specializzazione attive che non trovano più le discipline di riferimento all’interno del presidio ospedaliero dell’Aquila. Senza parlare, poi, del rapporto sanità pubblica – sanità privata: nella Marsica quasi la metà dei posti letto programmati sono stati concessi al privato. Questi sono i numeri sulla provincia dell’Aquila. Non c’è niente da esultare“, continua Fedele.

Infine, l’affondo su Forza Italia. “Dopo il danno anche la beffa per un ordine del giorno inutile, che dal punto di vista normativo non ha alcun tipo di valore, è l’ennesima presa in giro a danno dei cittadini. Nonostante le tante promesse fatte da Angelosante gli emendamenti pro Tagliacozzo e Pescina non sono mai arrivati. O Forza Italia non conta nulla nelle strategie politiche di questo centrodestra e ha piegato la testa di fronte alla strafottenza del Presidente Marsilio e agli ordini di scuderia di Fratelli d’Italia o, evidentemente, c’è stata una scelta consapevole, cioè quella di promettere soluzioni e interventi che non hanno mai avuto intenzione di portare avanti“, conclude il consigliere pentastellato.