15 Dicembre 2023 - 12:12:15
di Martina Colabianchi
Quali sono le specifiche esigenze di una persona con autismo che debba affrontare un ricovero o anche le più comuni prestazioni diagnostiche e assistenziali in ospedale?
Quali modificazioni strutturali o adeguamenti tali esigenze determinano nell’organizzazione dei servizi?
Quale formazione specifica e strumenti tecnici fornire al personale per gestire al meglio le situazioni che si determinano in tutti gli ambiti?
Quanto impattano queste specifiche esigenze, tenendo conto che la frequenza di condizioni dello spettro autistico è stimata come minimo intorno a 1 su 70 nella popolazione generale, e costituisce pertanto una sfida di primaria importanza in sanità pubblica?
Sono queste le principali domande cui intende dare risposta uno specifico progetto di UnivAQ (finanziato come PRIN 2022 con il titolo “Feel Good!” coordinato dalla professoressa Monica Mazza del dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologie, DISCAB) e del Centro di riferimento regionale autismo (struttura di coordinamento SSN a direzione universitaria, diretto dal professor Marco Valenti del DISCAB).
Il progetto è stato presentato questa mattina, in un convegno tematico moderato dalla dottoressa Giovanna Micolucci, direttrice sanitaria dell’ospedale San Salvatore, presso l’aula magna Alessandro Clementi del dipartimento di Scienze Umane.
Hanno partecipato all’incontro numerosi responsabili medici di servizi ospedalieri con frequente accesso di questa tipologia speciale di pazienti: servizi radiologici (professor Ernesto Di Cesare, dottoressa Alessia Catalucci), anestesiologici (professoressa Alessandra Ciccozzi), servizi chirurgici generali (dottor Antonio Giuliani), servizi specialistici di odontostomatologia ( Filippo Giovannetti, dottor Antonio Oliva), odontoiatria (professor Michele Tepedino), oculistica (professor Lelio Sabetti), ORL (professoressa Maria Lauriello).
È intervenuta, poi, la dottoressa Sara Farnetti, specialista in Medicina interna ed esperta in nutrizione funzionale medica, che propone un approccio olistico, multidisciplinare e sistematico sulle esigenze nutrizionali che ha come obiettivo una terapia nutrizionale e funzionale, cruciale per la presa in carico globale del paziente con Autismo.
Particolarmente significativa la presenza degli stakeholders, rappresentati dall’associazione più rappresentativa nella regione, Autismo Abruzzo Onlus, che ha portato il punto di vista delle famiglie come testimonianza ma anche come proposta operativa.
“Una persona con Autismo di diverse età che abbia necessità di supporto o cure ospedaliere ha bisogno di una modificazione strutturale importante dell’ambiente che va a trovare, perché altrimenti non sarà possibile gestirlo nella maniera adeguata – spiega il professor Marco Valenti, direttore del Centro di riferimento regionale per l’Autismo -. Questo significa che bisogna mettere in campo dei percorsi specifici protetti, degli spazi dedicati e soprattutto metodologie di confronto tra il sistema degli erogatori di servizi (sanitari) con il sistema ricevente (famiglia, persona con Autismo). Questo può essere fatto anche grazie strumenti di tipo tecnologico, facilitando la persona con Autismo nel riconoscimento delle situazioni e preparando nuove situazioni che dovrà affrontare“.
“Noi abbiamo quindi l’intenzione, – conclude Valenti – insieme alla direzione sanitaria aziendale, di sperimentare nell’ospedale dell’Aquila, ma successivamente anche in altri, la creazione di un percorso terapeutico assistenziale dedicato alle persone con Autismo“.