18 Dicembre 2023 - 18:56:39
di Martina Colabianchi
Dieci lavoratrici sono state licenziate dalla Rc Solution, piccola azienda metalmeccanica che, nello stabilimento dell’Aquila situato all’interno del Tecnopolo d’Abruzzo, produce cavi, connettori, componentistica elettronica e che vanta, tra i suoi clienti, anche aziende a controllo statale.
I dieci licenziamenti corrispondono al 77% dei dipendenti dell’azienda, in tutto tredici di cui dieci donne.
FIOM CGIL e FIM CISL ripercorrono, all’interno di un comunicato, le tappe che negli anni hanno portato alla brutta vicenda.
“Nel 2018 – scrivono le sigle sindacali – avviene la collocazione “spontanea” in part-time di tutte le dipendenti donne chiamate a “dare una mano” all’azienda in difficoltà, con evidente danno a loro carico sia retributivo che contributivo, e anche con impatto sugli importi di cassa integrazione e Naspi, in caso di ricorso agli ammortizzatori sociali“.
“Il 7 settembre 2023 l’azienda comunica a OO.SS. e enti la chiusura dell’unità produttiva dell’Aquila con conseguente licenziamento di tutti i dipendenti, procedura poi ritirata a seguito dell’esame congiunto in sede sindacale“.
“Il 22 settembre 2023 l’azienda richiede l’intervento della Cassa Integrazione Ordinaria per tutti i dipendenti a partire dal 2 ottobre e fino a fine anno, ma nonostante l’impegno sottoscritto dall’azienda ad anticipare l’integrazione salariale, a oggi mancano all’appello parte dell’integrazione di ottobre, tutta quella di novembre e anche lo stipendio intero del mese di settembre“.
“Arriviamo al 15 dicembre 2023, – proseguono – giorno in cui l’azienda comunica a OO.SS. e enti il licenziamento collettivo per 10 lavoratrici!“.
Mentre nei prossimi giorni, come previsto dalla procedura di licenziamento collettivo, avrà luogo l’esame congiunto in sede sindacale, FIOM CGIL e FIM CISL comunicano che, “oltre a valutare con le lavoratrici e i lavoratori azioni da mettere in campo, come OO.SS. interesseremo immediatamente sia l’Ispettorato Territoriale del Lavoro in merito all’apertura della procedura di licenziamento collettivo mentre è in corso una Cassa Integrazione Ordinaria peraltro non ancora autorizzata dall’INPS, sia il Comune dell’Aquila e la Regione Abruzzo nelle sue varie articolazioni (Assessore al Lavoro e Consigliera di Parità)“.
“Come OO.SS. crediamo che le Istituzioni abbiano da interrogarsi profondamente se un’impresa presente sul nostro territorio da oltre 10 anni, fornitrice anche di aziende controllate dallo Stato e per di più con il 79% di manodopera femminile, anziché crescere e svilupparsi decide di mandare a casa quasi tutti i dipendenti e chissà con quali prospettive per le 3 persone che resteranno“, concludono le sigle sindacali.