05 Gennaio 2024 - 16:25:34

di Martina Colabianchi

Dicembre 2023 sulla Regione Abruzzo è stato più caldo di 2.4°C rispetto alla media di riferimento climatologico 1991-2020, e più secco, con precipitazioni più scarse in media del 67% rispetto alla climatologia.

A sottolinearlo è una delle rilevazioni compiute su base mensile del Cetemps, il Centro di eccellenza in telerilevamento e modellistica previsionale di eventi severi dell’Università dell’Aquila, uno dei pochi atenei italiani a rilasciare una 𝗹𝗮𝘂𝗿𝗲𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗶𝗻 𝗔𝘁𝗺𝗼𝘀𝗽𝗵𝗲𝗿𝗶𝗰 𝗦𝗰𝗶𝗲𝗻𝗰𝗲 𝗮𝗻𝗱 𝗧𝗲𝗰𝗵𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝘆 (𝗟𝗠𝗔𝗦𝗧), titolo di studio certificato e riconosciuto a livello europeo

È il secondo anno consecutivo che, in Abruzzo, nel mese di dicembre, vengono riscontrate dal Centro di eccellenza diretto dalla professoressa Rossella Ferretti temperature più alte della media e scarse precipitazioni. Dicembre 2022, infatti, aveva fatto registrare temperature massime più alte di 3,5°C rispetto alla media rilevata nel periodo 1991-2020 (il più caldo di sempre nella storia recente in Abruzzo), e precipitazioni meno abbondanti del 18%, sempre a livello regionale.

Non solo. Sempre dai dati analizzati dal Cetemps, qualche mese fa, era venuto fuori come il mese di ottobre 2023 sulla Regione Abruzzo fosse stato più caldo di 4.3°C rispetto alla media di riferimento climatologico 1991-2020, classificandosi di gran lunga il più caldo occorso nella serie storica degli ultimi decenni, con precipitazioni più scarse in media del 64%, con estremi di meno 90%.

Dai report degli ultimi mesi – afferma la professoressa Ferretti – si evince chiaramente che c’è un innalzamento delle temperature medie, tant’è che possiamo dire che, pur essendo astronomicamente entrati in inverno, di inverno abbiamo avuto solo brevi assaggi. Ne avremo altri ma questo non cambia la sostanza del problema e cioè che stiamo assistendo alle conseguenze del riscaldamento climatico. Questa affermazione non è basata, ovviamente, solo sull’analisi dei dati della nostra Regione ma sul fatto che i nostri dati sono in linea con quelli provenienti dalle osservazioni a livello globale. Quello che sorprende è come, a fronte di questa evidenza, i rappresentanti delle nazioni ancora temporeggino sulle contromisure da adottare, come risulta dagli esiti della Cop28, dove sono stati rimandati al 2050 provvedimenti essenziali per mantenere la temperatura all’interno di un incremento accettabile, al fine di non avere effetti disastrosi sul clima del nostro pianeta“.

Di seguito i dettagli del report.