15 Gennaio 2024 - 10:59:02
di Redazione
“La messa in opera di questa riorganizzazione darà l’avvio agli accordi di programma firmati per la costruzione dei nuovi ospedali e servirà anche per ridurre quel gap delle liste di attesa e della mobilità passiva”.
Lo ha detto questa mattina, l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, nel corso del del convegno nazionale organizzato dall’Agenzia sanitaria regionale (Asr) nella sala Ipogea di palazzo dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale, cui hanno preso parte anche l’onorevole Alberto Bagnai, il direttore generale dell’Asr, Pierluigi Cosenza e i quattro manager delle Asl abruzzesi.
La Verì si è detta molto soddisfatta per il “grande lavoro fatto”.
“Di certo è un grande traguardo – ha proseguito – Un modello organizzativo che sarà da esempio a livello nazionale, perché abbiamo superato quelli che erano i riferimenti, i protocolli rigidi del dm 70. Per dare quella assistenza sull” emergenza-urgenza in tutta la regione non potevamo attuare quei parametri, ed è stato questo il motivo per cui abbiamo presentato questa rete ai ministeri affiancanti ed è stata esaminata per ben due anni con questo grande risultato”.
La Verì ha sottolineato, inoltre come l’Abruzzo sia diventato, per questo, un modello nazionale.
“Questa rete è importante perché porterà un modello innovativo da un punto di vista di organizzazione della sanità nella nostra regione – ha specificato – Saranno definiti quelli che saranno gli ospedali hub e spoke in emergenza ma soprattutto questa rete si integrerà con la rete territoriale, quindi un’assistenza completa: il malato cronico sarà seguito presso il territorio, il malato acuto presso gli ospedali con riferimenti definiti. Un grande successo e un programma operativo portato a termine“.
Presente al convegno anche il dottor Alessandro Grimaldi, segretario regionale dell’Anaao che ha affermato: “Con tutti i limiti su cui ha lavorato la rete ospedaliera, cioè sull’ex decreto Lorenzin, possiamo ritenerci soddisfatti – ha detto – Certo, è l’impianto stesso della legge Lorenzin che ha condizionato molto le scelte ma devo dire che, rispetto agli anni passati in cui abbiamo tagliato, qui si vede un’inversione di rotta, cioè si ricomincia a investire su alcune attività. Credo che poi la sfida più importante sarà investire sui contenuti cioè non solo sui contenitori, quindi sui reparti , ma anche sul personale che deve essere altamente qualificato. In particolare, noi dobbiamo investire sui giovani e dobbiamo evitare la fuga dei giovani talenti verso i grandi ospedali del nord. La scelta migliore è far di tutto per trattenerli qui e avere un futuro qualificato nella sanità abruzzese. Ogni anno, regaliamo all’estero centinaia di giovani che formiamo noi, che ci costano 250 mila euro ognuno, per una formazione a livello universitario. Gli stipendi in Italia sono fermi da anni, i medici sono sottopagati qui, mentre altrove sono pagati molto meglio. Il fattore economico conta, ma deve contrare soprattutto la possibilità di avere una carriera ed essere qualificati”.
Cosenza ha specificato infine che si tratta di “una novità per la regione, perché era oltre vent’anni che l’Abruzzo non aveva una rete ospedaliera validata dal ministero”.
” E’ un atto di programmazione importante anche perché siamo riusciti ad aggirare tutte le strettoie che ci aveva messo il decreto 70 delle Lorenzin e con la complicità del ministero siamo riusciti a fare una rete ospedaliera che si adatti alla regione Abruzzo – ha concluso – Se noi avessimo preso il decreto Lorenzin che disciplina le reti ospedaliere, non ci saremmo riusciti, perché abbiamo delle difficoltà dovute all’orografia della regione che ha una zona costiera e una zona interna, dove ci sono molti paesi con 3-400 abitanti difficili da raggiungere. In questa maniera, invece, siamo riusciti a mettere tutti in rete in modo che tutti i cittadini abruzzesi possano avere gli stessi benefici da questa rete ospedaliera”.