27 Gennaio 2024 - 17:45:13
di Martina Colabianchi
“Ciò che è accaduto ieri, all’assemblea dei soci della Gran Sasso Acqua, ci lascia sconcertati. Con arroganza, e mancanza di rispetto per i comuni del territorio, il sindaco dell’Aquila Biondi – forte dei numeri attualmente favorevoli al suo partito – ha imposto la nomina di un presidente di sua diretta indicazione”.
Così, in un comitato congiunto, i sindaci di centrosinistra a seguito della nomina di Ivo Pagliari a presidente della Gran Sasso Acqua che, per gli scriventi, rappresenta “l’ennesima occasione in cui il sindaco dell’Aquila mortifica lo spirito assembleare che dovrebbe garantire l’attività dei sindaci“.
È l’ennesima occasione in cui il sindaco dell’Aquila mortifica lo spirito assembleare che dovrebbe garantire l’attività dei sindaci. È evidente che la nomina del presidente spettasse alla destra, e non intendiamo entrare nel merito della scelta di Ivo Pagliari cui auguriamo buon lavoro: ciò che è inaccettabile è il metodo, la tracotanza con cui Biondi pensa di poter esercitare il potere negando volgarmente qualsiasi concertazione.
Biondi, credendosi evidentemente padrone del territorio, pensa di poter gestire le società pubbliche per interessi politici, addirittura partitici, e non per garantire il miglior servizio possibile alle cittadine e ai cittadini del territorio.
Questo è inaccettabile.
Già con la nomina dell’ormai ex presidente Piccinini, Biondi – nascondendosi dietro gli screzi in seno al Cogesa – aveva rotto, per la prima volta, il fronte dei sindaci che, sempre, in accordo tra loro, avevano lasciato un posto in cda anche alla minoranza interna all’assemblea.
Stavolta, non c’erano neanche motivi fittizi che potessero giustificare l’atteggiamento del sindaco dell’Aquila; anzi, avevamo teso una mano ai colleghi sindaci del centrodestra astenendoci sul bilancio ed evitando, così, di votare contro; segnaliamo comunque che è la prima volta che un atto tanto importante non viene votato collegialmente.
Non c’è stato modo, però, di aprire una corretta interlocuzione con Biondi che, seguendo la sua indole, ha imposto il suo volere.
Un atteggiamento da fine impero, che racconta della debolezza di Biondi, incapace di essere autorevole e, per questo, schiavo di un deleterio autoritarismo.
La verità è che i sindaci del territorio, ogni volta che Biondi non ha voce in capitolo, dimostrano di saper trovare sintesi condivise per il bene del territorio. Con Biondi in campo, però, ciò è impossibile.
Per fortuna, la fine dell’impero è più vicina di quanto si possa credere e, per questo, invitiamo i sindaci, tutti insieme, a ripristinare un modo di agire rispettoso delle comunità che noi tutti rappresentiamo.