24 Febbraio 2024 - 13:25:58
di Martina Colabianchi
Abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi psichici: questo il tema dell’incontro-dibattito organizzato dall’associazione Veronica Gaia Di Iorio questa mattina nella cornice di Palazzetto dei Nobili all’Aquila.
“Un incontro importante per coloro che hanno a cuore il benessere psichico dei nostri adorati giovani“, queste le parole con cui l’associazione presenta l’iniziativa volta a discutere di un problematica che sta diventando, in maniera sempre più evidente, un’emergenza globale.
Si è osservata negli ultimi anni, infatti, un’importante diminuzione dell’età di insorgenza di disturbi come ansia, depressione e autolesionismo. Ragione per cui il convegno è dedicato proprio a quelle ragazze e a quei ragazzi che hanno bisogno di essere aiutati, compresi nelle loro fragilità e difficoltà.
In Francia, USA e UK, le riviste scientifiche del settore parlano ormai di un’insorgenza rispetto al passato anticipata di 6 – 7 anni considerando che in precedenza l’insorgenza media del disturbo psichico veniva fissata a 14 – 15 anni di età. Negli USA vengono riportati studi, a carattere preventivo, condotti nelle scuole corrispondenti alle nostre Scuole d’infanzia. Anche l’ospedale Bambino Gesù di Roma riporta casi di autolesionismo in bambini di 7 – 8 anni di età.
Poiché l’asset fondamentale per la prevenzione e la cura di questi disturbi psichici ricade sulle istituzioni scolastiche, l’incontro-dibattito di oggi è dedicato in particolare a loro e alla loro consueta sensibilità verso i giovani.
L’incontro è stato coordinato dall’Onorevole Stefania Pezzopane, vicepresidente dell’Associazione, e introdotto dal professor Ferdinando Di Iorio, presidente.
Si sono susseguiti, poi, importanti contributi di Maria Pia Legge, Direttore medico della U.O.C. di Neuropsichiatria infantile e dello sviluppo adolescenziale, Veronica Daniela Martina Levanti, psicologa e psicoterapeuta e l’assessore con deleghe alle politiche sociali, educative e scolastiche Manuela Tursini.
“Tra le cause ne possiamo individuare diverse – spiega la dottoressa Levanti -. Alcune, probabilmente, sono cause presenti già da molto tempo che possono avere a che fare con fattori individuali del bambino, legati alla sua nascita, fattori familiari, l’incremento delle separazioni e dei divorzi e il fatto che sia l’elemento della conflittualità ad essere più pericoloso per la salute mentale del bambino che non la rottura del legame. Le cause riguardano sicuramente anche aspetti sociali, culturali e storici. Indubbiamente in questo momento incidono la situazione della pandemia, da cui siamo in uscita, e che ha determinato un cambiamento negli assetti dal punto di vista psicopatologico e l’incremento, anche, delle incidenze di alcuni disturbi in maniera particolare. In un territorio come quello aquilano non si può non pensare al terremoto come elemento che ha incrementato dei fattori di rischio, accanto alle altre condizioni di vita“.
“Penso che, sul piano degli interventi, i più importanti su cui si può puntare sono quelli che riguardano la prevenzione e la possibilità di investire soprattutto nelle fasi precocissime di vita del bambino e, quindi, quando i genitori mettono al mondo i loro figli, per far sì che si possa lavorare a livello preventivo ad ampio spettro e fare in modo che questi genitori siano accompagnati, seguiti, aiutati e che i loro bambini si ritrovino in un ambiente quanto più sicuro e confortevole possibile“, conclude.