De Amicis: "Votare senza sovranità è inutile"

07 Marzo 2024 - 10:09:16

L’inutilità del voto almeno fino alla riconquista della sovranità
popolare non è un facile slogan, bensì una banale constatazione. Questo
esercizio di democrazia e in un certo senso di potere ha perso da tempo
la sua forza progressiva, in un processo lento ma inesorabile che viene
dai trent’anni e più di restaurazione neoliberale.

Il punto è che nei tempi recenti, mentre la gestione della pandemia
Covid-19 devastava il benessere economico e la sicurezza di troppi
lavoratori, i capitalisti incameravano lauti profitti.

E mentre le loro ricchezze continuavano a crescere, il mondo era
assediato da diseguaglianze dimenticate, con i rappresentanti del
capitalismo dai rapporti sociali neofeudali che si mostrava – e continua
a mostrarsi – orgoglioso, giocando con momenti di liturgia
compassionevole come se ciò che stesse accadendo fosse da attribuire
alla bizzarria della storia.

La gestione del Covid-19 ha reso ulteriormente evidente come l’adesione
alle politiche privatistiche e aziendalistiche aumentino quella piaga
storica delle disuguaglianze. Il quadro in questi anni è stato evidente,
per certi versi sfacciato. E al minimo accenno di difficoltà, ovunque
nel mondo le multinazionali si sono messe a piangere miseria per
ottenere aiuti statali, finanziati dalla collettività. Socialismo dei
ricchi.

Per decenni il dogma neoliberista, alimentato da entrambi gli
schieramenti, ha privilegiato le multinazionali, il potere delle
aziende, insistendo sulla necessità di avere governi poco interventisti
rispetto alla regolamentazione delle imprese, al welfare e
all’istruzione. Infatti, la perversione del primato delle politiche
privatistiche si è raggiunta proprio quando tutti questi che nel corso
degli anni si sono ferocemente ingrassati alla tavola neoliberale sono
stati i primi a mettersi in fila per ottenere i sussidi. A loro i
sussidi, ai ” nuovi poveri”, quando andava bene, green pass, cassa
integrazione e aumento della disoccupazione. L’ex premier-banchiere
Mario Draghi in questo è stato un esempio per tutti, con un governo di
unità nazionale di classe e con una finta opposizione dei Fratelli
d’Italia, i quali appena montati in groppa al cavallo di Palazzo Chigi
si sono affrettati a mutuare quelle politiche.

Un gioco delle parti che dura dalla nascita della disgrazia della
Seconda Repubblica. La politologa Wendy Brown ci ricorda come il
concetto di democrazia non va confuso con l’idea del moderno stato
liberale democratico.

Brown sostiene che, nell’attuale congiuntura storica “gli impegni dello
stato democratico per l’uguaglianza, la libertà, l’inclusione e il
costituzionalismo sono ora subordinati al progetto di crescita economica
di posizionamento competitivo e di valorizzazione del capitale”.

Ciò ha un significato che le priorità sono chiare, precise e determinano
la scala dei valori. E allora il voto, in questo quadro e in presenza di
tali rapporti di forza, per essere buoni, ha un valore al massimo
condominiale.