Elezioni Abruzzo: LEAL contro politici abruzzesi, soldi pubblici per marchette elettorali ai cacciatori

08 Marzo 2024 - 16:46:09

Apprendiamo con sgomento da pubblicazione su Bollettino regionale
dell’elargizione a fondo perduto da parte della Regione Abruzzo di ben
115 MILA EURO ad associazioni per la caccia. Come già evidenziato da una
nota dei colleghi del WWF, soldi pubblici dedicati anche alla
ristrutturazione di sedi e ad acquisto di attrezzature per il mondo
venatorio.

Tutto questo in un Regione in cui si sta smantellando la sanità umana
con la chiusura di quei centri medici di cure primarie a cui tutti i
cittadini fanno riferimento per ottenere assistenza dal proprio medico
di base; in una Regione in cui bambini con disabilità e disturbi del
neurosviluppo in particolare nello spettro autistico devono attendere
anni di liste d’attesa e budget limitati prima di ottenere interventi
mirati che se non erogati tempestivamente perdono di ogni utilità,
causando danni esistenziali enormi ai piccoli pazienti e alle loro
famiglie, che ricadono su tutta la comunità.

Inoltre, si continua a spacciare per caccia di selezione a ogni ora
della giorno e della notte un massacro di varie migliaia di cinghiali
senza distinzione di sesso né di età, andando così a perturbare
l’equilibrio dei gruppi e causando al contrario un’amplificazione della
problematica con un aumento esponenziale della prole per autodifesa
naturale, come già ampiamente attestato a livello scientifico.

Si millanta quindi come soluzione ciò che invece è la principale causa
dell’incremento di animali perseguitati e spaventati nel loro habitat,
costretti pertanto a spostarsi a volte anche a gran velocità alla
ricerca di cibo e luoghi tranquilli in cui stare, ma comunque oggetto di
investimenti stradali per assenza di messa in sicurezza, barriere di
contenimento e valichi di attraversamento; così come sono oggetto di
persecuzione da parte di alcuni agricoltori per lo più ignoranti o resi
ignari delle reali cause dei danni subiti per responsabilità del mondo
venatorio con cui spesso inspiegabilmente solidarizzano, che sembrano
ignorare anche che la Regione sia tenuta a reperire finanziamenti per
tutti i rimedi preventivi possibili già ampiamente adottati al nord e in
altri territori ( come solide recinzioni , dissuasori incruenti e
coltivazioni di sbarramento, quali ad esempio il mais, sgradite ai
cinghiali che altrove ottengono efficacemente esiti di deterrenza).

Gruppi di agricoltori di dubbia competenza che inneggiano a carneficine,
ben distanti dall’esperienza e dall’etica di reali contadini amanti
della terra e dei suoi prodotti che hanno fatto grande il nostro
Abruzzo, che di certo non ignorano i danni delle monocolture ( anche
pluricertificate ) all’impoverimento del terreno, né ignorano come Il
cinghiale sia una specie chiave sul territorio nazionale e non solo,
soprattutto in una regione che si dichiara “regione verde” e che su
questo requisito basa la propria economia turistica ; ciò significa che
eradicare questa specie porterebbe a disequilibri che comporterebbero
cambiamenti drastici anche per la nostra stessa specie. Come ogni altra
specie chiave ha la capacità di dare equilibrio all’ambiente generando
benessere per tutti, anche per l’uomo : l’azione di grufolamento (scavo
del terreno) è molto importante in quanto permette alle zolle di terra
di staccarsi e lasciar passare l’acqua (piovana o costituita dalla
rugiada), di infiltrarsi sotto terra e quindi alle piante di germogliare
e crescere. Inoltre, arando il terreno vengono alla luce semi e vermi e
altri insetti che costituiscono una discreta percentuale del cibo
dell’avifauna, quello stesso cibo che la pratica di sfalcio toglie agli
animali stessi.

Mentre dunque da una parte ” a fondo perduto” attingendo alle tasche di
tutti i cittadini si fornisce sempre più materiale da carneficina
all’elettorato venatorio e al sempre più esiguo numero di agricoltori
compiacenti – amplificando il numero dei capi e il problema invece di
risolverlo, con compromissione della sicurezza umana minata da gente a
mano armata che si muove senza alcun controllo anche in zone abitate -,
dall’altra si stanziano ZERO EURO per l’unico Centro di Recupero Fauna
Selvatica presente nel nostro territorio ; e come già sperimentato
durante vari recuperi di animali selvatici in difficoltà da parte di
nostri volontari che prestano gratuitamente tempo, soldi ed energie per
sopperire a carenze culturali e strutturali generate dal basso livello
della classe politica che si avvicenda in questa Regione , il protocollo
per l’intervento su animali selvatici e la consegna agli enti deputati
come CRAS e ASL risulta soltanto un faldone cartaceo privo di reale
organizzazione, strutturazione, competenze e azioni specifiche e
monitorate.

Per non parlare del lavoro di tutti i volontari delle varie associazioni
, i cui appelli vengono puntualmente ignorati da tutta la classe
dirigente, lavoro gratuito che consente alle amministrazioni un
RISPARMIO DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO ; nel recupero, nel
mantenimento, nello stallo e nell’organizzazione di affidi e adozioni di
animali cosiddetti da compagnia come gatti ( per cui non è presente
nemmeno un gattile in tutta la Regione che possa garantire assistenza e
una prassi consolidata e monitorata di stallo e adozione) e cani,
ostaggi di un randagismo incontrollato anche per ignoranza di una
popolazione mantenuta volutamente tale e raramente oggetto di interventi
sanzionatori da parte delle competenti autorità invano interpellate.

Animali detenuti in canili oggetto di business privati e raramente
pubblici, con cibo di bassa qualità fornito anche dalle nostre
amministrazioni in strutture con carenza di personale e di veterinari,
dove l’impegno di tutte le risorse umane risulta impagabile per il
grande carico di lavoro gestito.

In una Regione pubblicizzata come “regione verde d’Europa”, in cui si
privilegia un esiguo elettorato venatorio che prosciuga soldi pubblici
invece di stendere tappeti rossi ai volontari animalisti che di soldi
pubblici ne fanno risparmiare al confronto ben oltre un fattore 100, si
è nella situazione in cui il livello di gestione della tutela della
salute umana e animale, di prevenzione e valutazione dei rischi tutti,
compreso quello sismico, risultano argomenti tabù che ormai non vengono
più sciorinati nemmeno in campagna elettorale, tale è stato il livello
di inadempienza eclatante in chi ha pensato di cavalcare l’onda nei
precedenti appuntamenti elettorali.

E dunque forse sarebbero necessarie dimissioni trasversali, non
ulteriori candidature che inneggiano a presunti livelli di eccellenza
raggiunti, dato che la popolazione non connivente, non dipendente da
elargizioni elettorali e che autonomamente rappresenta la vera ricchezza
di questa regione in progressivo spopolamento, la vostra politica
eccellente non riesce proprio a percepirla.