Università L’Aquila: Anche minimi livelli di attività fisica possono ridurre il rischio di Ictus. Importante studio scientifico condotto dall’Università degli Studi dell’Aquila
13 Marzo 2024 - 13:55:12
ictus
Pubblicati gli esiti di un importante studio scientifico condotto
dall’Università degli Studi dell’Aquila
Muoversi anche poco, ma muoversi tutti. Anche le persone i cui livelli
di attività fisica sono inferiori a quanto raccomandato dalle Linee
guida internazionali, purché non siano del tutto sedentarie, hanno un
ridotto rischio di ictus rispetto ai loro coetanei sedentari: è il
risultato principale di una revisione sistematica e metanalisi condotta
dai Neurologi del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e
Biotecnologiche dell’Università degli Studi dell’Aquila e
pubblicata online sul prestigioso _Journal of Neurology, Neurosurgery,
and Psychiatry_.
Dallo studio emerge che gli effetti di riduzione del rischio di ictus
cerebrale associati ad attività fisica sono indipendenti dall’età e
dal sesso, il che significa che tutti dovrebbero essere incoraggiati a
svolgere qualunque tipo di attività fisica nel loro tempo libero.
Mentre le Linee guida internazionali raccomandano 150 minuti o più a
settimana di attività fisica di intensità moderata o 75 minuti o più
di attività ad intensità vigorosa per ridurre il rischio di malattie
cardiovascolari e cerebrovascolari, non molti adulti riescono a
raggiungere questo obiettivo, affermano i ricercatori. Per scoprire se
livelli più bassi di attività fisica possano comunque avere un effetto
protettivo contro l’ictus cerebrale, gli autori, cercando dati nei
database internazionali, hanno riunito i risultati di 15 grandi studi
osservazionali effettuati su un totale di 752.052 adulti, la cui salute
è stata monitorata per una media di 10,5 anni.
L’analisi dei dati aggregati ha mostrato che, rispetto all’assenza di
attività fisica, la quantità “ideale” più alta riduce il rischio di
ictus del 29%, ma che alcune attività “al di sotto del target”
consigliato dalle raccomandazioni internazionali riducono comunque il
rischio di ictus del 18%.
Gli autori riconoscono diversi limiti ai loro risultati, tra cui la
variabilità nelle definizioni dei livelli di attività fisica tra i
diversi studi e il fatto che l’attività fisica era riportata in modo
soggettivo, tramite questionari, dai soggetti inclusi. Tuttavia, gli
autori dello studio concludono che l’attività fisica ricreativa,
anche in piccole quantità, potrebbe aiutare a scongiurare l’ictus nel
lungo termine. Questa conclusione incoraggia al movimento soprattutto i
soggetti con limitazioni fisiche o di tempo a una vita più attiva.
Referenza bibliografica
De Santis F, Romoli M, Foschi M, Sciancalepore FD, D’Anna L, Barba L,
Abu-Rumeileh S, Sacco S, Ornello R. Risk of stroke with different levels
of leisure-time physical activity: a systematic review and meta-analysis
of prospective cohort studies. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2024 Mar
5:jnnp-2023-332457. doi: 10.1136/jnnp-2023-332457. Epub ahead of print.
PMID: 38443158.