02 Aprile 2024 - 10:00:22
di Redazione
“Si apprende dai media che il Parco Majella vuole avviare una nuova riperimetrazione dei confini. Certo
che una perimetrazione deve essere sicuramente fatta visto che le aree protette hanno superato di gran
lunga quello consentito dalla Legge che limita al 30 % del territorio agrosilvopastorale”.
Lo scrive in una nota Dino Rossi del Cospa Abruzzo.
“Secondo la Vinca del piano faunistico venatorio le aree protette montane hanno superato il 40% e lo steso Ispra dichiara in risposta in all’accesso accesso agli atti da parte del Cospa Abruzzo il superamento della percentuale imposta per legge – prosegue – Come ormai noto a tutti, anche dalle interviste sul territorio effettuate dalla professoressa Lina Calandra della Università dell’Aquila, il degrado del territorio e il disagio delle comunità che vivono nelle aree protette è a dir poco disastroso. A tal proposito è anche stato organizzato dal sottoscritto il 23/03/23 proprio nella sede dell’università dove la professoressa ha pubblicato tutte le interviste riguardante il parco Majella”.
“Le aree protette in Abruzzo hanno distrutto l’agricoltura di montagna e a ruota seguirà anche quella
limitrofe. Non riteniamo giusto che nelle aree protette vengano inclusi i borghi, i terreni privati e gli usi
civici, a nostro avvisto è una usurpazione delle proprietà private. È ora di finirla con questi giochetti solo per accedere ai progetti life che non giova sicuramente al territorio, ma sicuramente nelle casse di pseudo
associazioni ambientaliste che non tutelano l’ambiente come il mondo agricolo. Non ci dimentichiamo i
numerosi attacchi alle persone a Vasto da parte dei lupi per la malagestione del Parco Majella. Per fortuna
che livello europeo dietro le nostre pressioni hanno bloccato il famoso progetto rewalding appennins,
altrimenti tra qualche anno avremmo dovuto vendere i nostri trattori e i nostri animali per acquistare archi
e frecce”, conclude.