20 Giugno 2023 - 09:24:02
di Martina Colabianchi
È fissata a domani, davanti al Tribunale penale di L’Aquila, l’udienza dibattimentale che vede imputato l’infermiere accusato dalla Procura della Repubblica di L’Aquila di aver causato, il 3 novembre 2020, per colpa grave dovuta ad imperizia, la morte di una giovane donna, ricoverata per Covid nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Salvatore di L’Aquila.
Davanti al Giudice penale compariranno anche i due figli della donna già costituiti parti civili in sede di udienza preliminare e con il patrocinio dell’Avv. Prof.ssa Carlotta Ludovici del Foro di L’Aquila, al fine di chiedere il ristoro di tutti i danni subiti a causa del decesso della madre per responsabilità altrui, quantificati nella somma di €. 700.000,00 circa.
Infatti, all’udienza preliminare celebratasi lo scorso 18 aprile, il GUP di L’Aquila aveva disposto il rinvio a giudizio dell’operatore sanitario in quanto “le probabilità di condanna sono maggiori di quelle a sostegno dell’assoluzione dell’imputato“.
A supporto della tesi accusatoria vi è, in primis, la perizia redatta dal Collegio medico peritale incaricato dalla Procura, composto da due medici specializzati di Roma, che saranno chiamati ad illustrare l’elaborato peritale davanti al Tribunale penale, i quali hanno affermato con assoluta certezza che “il decesso della paziente poteva essere evitato mediante l’intervento entro 3 – 5 minuti di un anestesista – rianimatore che avrebbe riposizionato correttamente la cannula tracheale e/o avrebbe intubato la paziente per via oro – tracheale“. Gli stessi hanno, inoltre, affermato che “la chiusura della porta e la sua apertura dopo un periodo di tempo (circa 15 minuti) troppo prolungato hanno causato la morte della paziente“. All’infermiere, imputato per il reato di omicidio colposo nell’esercizio della professione sanitaria, vengono contestati più profili di responsabilità sulla scorta della menzionata perizia medico – legale.
“Ci si augura che all’esito del processo, che sarà lungo e complesso, la povera donna possa finalmente trovare Giustizia”, afferma l’Avv. Carlotta Ludovici.