24 Giugno 2023 - 10:29:24
di Martina Colabianchi
Buone notizie per l’export abruzzese dove sembra tirare aria decisamente migliore, nonostante le ombre che restano sullo sfondo.
A spiegarlo è lo studio realizzato da Aldo Ronci per CNA Abruzzo, relativo all’andamento nel primo trimestre del 2023: elaborato su dati Istat e Coeweb, dice in sostanza che l’export abruzzese (+8,7%) è cresciuto, anche se meno di quello italiano (+9,8%).
“A imprimere la spinta – dice il curatore dell’indagine – sono state soprattutto le performance dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto: ebbene, questo raggruppamento cresce del 20,8%, ovvero in misura doppia rispetto al valore italiano che si ferma a un incremento del 10,4%. Importante, in questo senso, è in particolare il contributo fornito dagli articoli farmaceutici (+62,1%), dai prodotti alimentari (+25,7%), gli articoli in gomma e plastica (+22,5%), il tessile-abbigliamento (17,8%)“.
Il buon risultato del periodo compreso tra gennaio e marzo di quest’anno si può apprezzare ancor meglio se si osservano i valori assoluti. Nel primo trimestre del 2022 l’export abruzzese ammontava a 2.243 milioni di euro mentre nel 2023 è salito a 2.440, registrando così un incremento di 196 milioni di euro.
“Se proprio un punto di debolezza lo si vuole trovare in questo dato positivo – commenta il direttore regionale della CNA, Graziano Di Costanzo – questo aspetto riguarda il valore pro-capite dell’export dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto. I 44.417 euro mediamente fatturati dalle imprese regionali sono appena un terzo della media nazionale, pari a 123.482 euro: segno evidente che esiste ancora un forte divario da colmare“.
E l’automotive, da sempre punta di diamante dell’export? Un punto dolente, in quanto la tendenza negativa dei mesi precedenti si conferma in pieno in questo scorcio di inizio anno, con un dato negativo di -9,8%; e questo a fronte invece di un buon stato di salute del comparto a livello nazionale (+4,8%). E che sia questo settore a rappresentare al momento il dato più problematico, lo dice anche un altro dato, seppure indiretto: la provincia di Chieti, sede dei maggiori insediamenti produttivi legati al mondo del motori, flette in modo significativo (-2,3%) a fronte invece del già ricordato +9,8% nazionale. Mentre gli altri territori, al contrario, sono sospinti dall’andamento positivo dei propri settori trainanti: così è per L’Aquila (30,1%, grazie soprattutto al comparto Farmaceutico); così per il Teramano (22,9% grazie ai buoni risultati del tessile-abbigliamento); così per Pescara (25,6% anche in questo caso grazie al Farmaceutico).
“Nonostante una piccola differenza negativa con la media Italia – aggiunge Di Costanzo – l’Abruzzo realizza comunque una performance positiva, perché finalmente cominciamo a intravedere una regione maggiormente in linea con gli altri territori: perché, se anche l’automotive segna un arretramento, gli altri comparti crescono molto di più della media nazionale“.
“I dati – conclude – ci portano a fare una riflessione in cui chiamare in causa la Regione: nella prossima programmazione 2021/27 potrebbe essere il caso di rispolverare qualche buona pratica del passato, come finanziare le reti e le filiere d’impresa votate all’esportazione. Una misura che potrebbe far aumentare significativamente non solo la quota di esportazioni “pro capite” ma anche aiutare le nostre micro e piccole imprese ad affrontare collettivamente e con maggior probabilità di successo i mercati esteri”.