13 Maggio 2024 - 19:16:07
di Martina Colabianchi
Salute mentale e applicabilità del modello Basaglia nel contesto socio-sanitario e politico-culturale attuale. Questi i temi al centro di un incontro tenuto oggi, non a caso, all’interno dell’Auditorium della Cgil dell’Aquila e promosso dal Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale.
Proprio oggi, 13 maggio, ricorre l’anniversario della legge 180, meglio conosciuta come “legge Basaglia“, che nel 1978 decretò la chiusura definitiva dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio istituendo i servizi di igiene mentale pubblici.
L’incontro assume ancor più significato non solo perché quest’anno ricorre anche il centenario dalla nascita di Franco Basaglia, ma anche perché in questo periodo molto si è tornati a parlare di salute mentale e dell’importanza di tutelarla in un contesto, però, di sempre maggiore debolezza della sanità pubblica con il conseguente rischio di messa ai margini di chi soffre.
“Credo che il nostro impegno deve essere sempre costante nel far sì che venga rispettata la legge 180, ancor più oggi che sta soffrendo molto il sistema generale della sanità – spiega Alessandro Sirolli, 180amici L’Aquila – UNASAM -. Troppe sono le questioni che ancora oggi si aprono, con anche il rischio che nascano nuovi manicomi, magari piccoli, magari anche più belli ma è un rischio costante. Quindi, bisogna insistere nella presa in carico globale della persona seguendo i diritti e non solo quello alla salute, ma anche il diritto all’abitare, a un lavoro, alle relazioni. Questa è l’insegnamento di Franco Basaglia, dobbiamo per cui impegnarci a spingere la politica a proseguire l’applicazione della riforma che oggi non è ancora pienamente applicata. Questo deve essere l’impegno costante di tutte le associazioni che hanno creduto che le persone sofferenti debbano ricostruire la loro vita con una cura adeguata che non sia solo farmaci e ricoveri, ma pieno inserimento nella vita sociale“.
L’incontro è stata anche occasione per fare il punto sulla situazione più prettamente aquilana legata alla salute mentale e ai presidi territoriali di sostegno e cura.
“A livello locale noi raccogliamo i frutti di un lavoro costante che, dagli anni ’70 ad oggi, ha visto la città dell’Aquila chiudere un manicomio in modo virtuoso. Ora, bisogna insistere perché i servizi siano accoglienti, aperti 12 ore al giorno come lo sono, ma anche nei giorni festivi e sicuramente un impegno costante alle limitazioni dei diritti, soprattutto all’attenzione affinché gli ospedali psichiatrici non siano solo un luogo di ricovero per i trattamenti sanitari obbligatori. Questi devono essere ridotti perché il numero di TSO, quando è alto, significa una cattiva pratica dei servizi. I TSO sono veri e propri indicatori di qualità, quindi più è basso il numero e più la qualità è alta. Per fare questo non bisogna abbandonare le persone nei giorni festivi e prefestivi, ma bisogna sempre essere presenti nell’arco delle 24 ore, soprattutto per quanto riguarda i servizi territoriali, e non vedere solo ricoveri attraverso 118 o altrimenti con degli interventi che possono essere discutibili a livello di limitazione dei diritti“, ha concluso Sirolli.