28 Maggio 2024 - 18:13:56

di Martina Colabianchi

In queste ore, al Festival dell’Economia di Trento è stato presentato il quarto rapporto sulla Qualità della vita di bambini, giovani e anziani che misura le “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. Ebbene, il sindaco dell’Aquila – prima con una nota firmata con alcuni assessori della sua giunta e poi con la solita propaganda social – ha inteso commentare il rapporto sottolineando le positive performance della città, un risultato – ha scritto – che “ripaga gli sforzi che, come amministrazione, stiamo compiendo per garantire una vita dignitosa a tutti i cittadini“.

Così, in una nota, il segretario del Partito Democratico aquilano Nello Avellani commenta il rapporto “Qualità della vita di bambini, giovani e anziani” che attesta essere L’Aquila la provincia abruzzese dove è più spiccata l’attenzione al benessere di bambini ed anziani.

Ora, c’è da chiarire un equivoco: il rapporto fa riferimento alla dimensione provinciale, non a quella comunale; dunque, i dati vanno letti con una prospettiva di area vasta. Eventualmente, si dovrebbe dire che i risultati ripagano gli sforzi di tutte le amministrazioni comunali della provincia dell’Aquila. Ma non è questo, il punto. Non soltanto questo, almeno. Pur volendo assumere una visione comunale, la domanda è: sono davvero così positive le performance rilevate dal rapporto? Per capirlo, bisogna andare oltre i titoli e, soprattutto, oltre la propaganda strumentale ad uso social“, prosegue Avellani.

“La provincia dell’Aquila è al 27esimo posto tra le province italiane per qualità di vita dei bambini. Il dato, positivo certamente, è trainato da alcuni parametri specifici: innanzitutto lo spazio abitativo disponibile (4° posto assoluto), e cioè i metri quadrati medi disponibili per abitante del settore residenziale; significa che, a differenza di altre province d’Italia, qui si vive in abitazioni mediamente più grandi e ciò dipende, evidentemente, non da politiche pubbliche ma dal mercato e dai prezzi del settore residenziale che consentono, qui a differenza che altrove, di avere la possibilità di acquistare un’abitazione mediamente più grande a prezzi inferiori e, comunque, più sostenibili in rapporto ai salari. Altro dato positivo è il numero di pediatri attivi ogni 1000 residenti 0-14 anni, e di nuovo c’entrano poco le amministrazioni comunali”.

Andiamo a vedere dove incidono, invece, le politiche pubbliche prosegue il segretario Pd -. Per dire, incidono sul numero di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia: per questo parametro, la provincia dell’Aquila si piazza al 91esimo posto, tra le ultime in Italia. Vale lo stesso per il numero di edifici scolastici con palestre (83esimo posto), per non parlare dei giardini scolastici a disposizione dei bambini (99esimo posto). Se andiamo a leggere, ancora, l’indice che misura le attività sportive svolte dai più piccoli, la nostra provincia è al 66esimo posto; la spesa sociale per famiglie e minori ci pone, invece, al 53esimo posto“.

“Questi sono i dati che il sindaco dell’Aquila dovrebbe commentare, leggendo oltre le medie numeriche ciò che i dati raccontano, davvero, della vita quotidiana dei bambini nella nostra provincia e nella nostra città dove, c’è da scommetterci, risulterebbero persino peggiori della media provinciale, considerato, per toccare soltanto un aspetto, lo stato in cui versa l’edilizia scolastica“.

Ancora più preoccupanti i dati sulla qualità di vita dei giovani – continua ancora Avellani -: la provincia dell’Aquila è al 71esimo posto, nella parte bassa della classifica. Alcune performance sono allarmanti: la nostra provincia è tra le peggiori per numero di residenti giovani rispetto alla popolazione (72esimo posto), più o meno la stessa posizione per ciò che attiene l’età media del parto, è al 55esimo posto per imprenditorialità giovanile, addirittura all’84esimo posto per occupazione giovanile, e al 76esimo posto per trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. Si registrano, al contrario, ottime performance per numero di bar e discoteche (13esimo posto) e per concerti (9° posto)“.

“Insomma, i giovani tendono ad andare via: se restano, rischiano di non trovare lavoro o di avere occupazioni precarie (e anche per questo, le donne partoriscono più tardi che negli altri territori); tuttavia, per chi resta c’è un’ampia scelta di bar e discoteche. Sembra proprio la fotografia della città dell’Aquila”.

Arriviamo alla qualità di vita degli anziani: la provincia dell’Aquila si attesta al 52esimo posto. Scendendo nel dettaglio dei diversi parametri, la speranza di vita oltre i 65 anni pone la nostra provincia al 79esimo, la partecipazione civile al 72esimo posto, il dato sugli utenti dei servizi sociali comunali fa registrare un disdicevole 61esimo posto. Pochi i posti letto nelle Rsa (70esimo posto), il numero di persone sole fa precipitare la provincia all’81esimo posto in Italia. Significa che gli anziani vivono, spesso, da soli, non hanno modo di partecipare alla vita pubblica e non beneficiano, se non in minima parte, di servizi sociali comunali“.

Questa è la fotografia vera, che emerge alla lettura puntuale dei dati. Per Biondi, però, il rapporto “ci rende ottimisti, orgogliosi per il futuro, e consapevoli che siamo sulla strada giusta per provare a invertire la rotta dell’inverno demografico valorizzando le aree interne”. Da una parte la realtà, dall’altra la propaganda“, ha concluso il segretario aquilano del Pd.