12 Giugno 2024 - 12:12:10
di Redazione
“È da tempo che il Gran Sasso è oggetto di particolari attenzioni, soprattutto polemiche strumentali, che hanno generato allarmi sconsiderati e proposte per il futuro impraticabili e contraddittorie, come ho già avuto occasione di affermare più volte. Per cominciare, vorrei affrontare un argomento che ritengo importante e da chiarire immediatamente: non sono affetto da ‘ambientalismo da salotto’, sindrome sempre più diffusa, che costringe l’essere umano a non volere un impianto di trasporto a fune a
prescindere”.
Lo scrive il consigliere comunale delegato alla Montagna Luigi Faccia, in riferimento alla proposta della realizzazione di un’ovovia
“Le ragioni che mi spingono a rigettare decisamente la proposta di sostituire la funivia con una moderna ‘ovovia’ derivano dall’esperienza maturata in 45 anni di professione sul Gran Sasso, dal dispendio inutile o sbagliato di risorse economiche e dalle mie discrete conoscenze tecniche e non “perché qualcuno non vuole capire”, allusione diretta al sottoscritto”, aggiunge.
“Comincio col chiedermi se si sappia cosa si dice quando si parla di impianti di trasporto a fune e, soprattutto, se si conoscano le enormi differenze che li contraddistinguono – spiega – Probabilmente il novello sviluppista, preso dalla foga, ha confuso le diverse tipologie d’impianto. Infatti, un’ovovia sull’attuale tracciato della funivia, in caso di una bufera degna del suo nome, potrebbe finire direttamente a mare e recuperata dalle parti di Tortoreto. Certamente si voleva parlare della nuova tipologia d’impianto chiamata “Cabinovia 3S” dove 3S è l’abbreviazione della parola tedesca dreiseil (Trifune). Le cabinovie trifuni combinano i vantaggi delle cabinovie tradizionali con quelli delle funivie a va e vieni, come quella sul Gran Sasso, dotate di grande stabilità in caso di forte vento. Sono impianti ad ammorsamento automatico, con cabine fino a 35 posti ciascuna e una capacità oraria che può arrivare a 6000 persone. È indubbiamente un impianto desiderabile, ma dobbiamo capire, con molta onestà, che è sovradimensionato per l’attuale comprensorio turistico. Inoltre, il costo medio di realizzazione, calcolato sulle 3S in progettazione e di recente ultimazione, aventi la stessa lunghezza della nostra funivia ed un numero consono di cabine, si aggira ben oltre i 30 ml. di euro”.
“Se consideriamo una capacità oraria di 3000 persone, come quella prevista per il nuovo impianto a Les Deux Alpes, in cantiere dall’agosto 2024, raggiungeremmo la saturazione della stazione in un’ora durante l’inverno, con grandi rischi per la sicurezza degli utenti, visto che anche un impianto di nuova realizzazione si può bloccare – prosegue – Dove è finita la sicurezza tanto enfatizzata dallo scorso novembre, quando avremmo rischiato di causare una strage ? Poi, chi si prende la responsabilità di dire alla città, agli imprenditori ed all’indotto tutto che potremmo restare fermi per due anni per sostituire un impianto vetusto a detta dei proponenti, e avere la stessa situazione a monte di quella attuale ? Vorrei ricordare che con la cifra che si dovrebbe spendere per il 3S si può portare termine il PST Scindarella – Montecristo, composto da più impianti, non uno solo, visto anche il finanziamento già disponibile per la telecabina Scindarella – Fossa di Paganica. Completare il PST darebbe concrete possibilità di sviluppare un turismo a 360° nel nostro comprensorio turistico, aprendo all’escursionismo e alla sentieristica di media montagna, ai biker, alle famiglie, ai disabili, il tutto condito con una rete di rifugi a quote, oggi, inesistenti. Aumentando la sicurezza con una via di uscita sicura dal comprensorio a monte in caso di guasto della funivia”.
“Per ultimo affrontiamo il discorso dei vincoli ambientali perchè, naturalmente, tutto è possibile al netto dell’applicazione delle Direttive Natura 2000 – afferma ancora – È apprezzabile sentire dire dal Presidente del Parco, durante il Consiglio Comunale Straordinario del 30 maggio scorso, che la sostituzione della funivia è possibile, anche perchè non ha detto nulla di particolare, visto che nelle ZPS è prevista solamente la sostituzione e l’aggiornamento dell’esistente. Ma dimentichiamo troppo spesso la storia della nostra montagna come quando, nel dicembre del 2015, in occasione delle autorizzazioni necessarie per la costruzione della nuova seggiovia Fontari, il Comitato VIA della Regione, a seguito dell’opposizione delle sigle ambientaliste, impose il ritorno alla progettazione del 2013 rispettando fedelmente il vecchio tracciato, respingendo di fatto un miglioramento in termini di sicurezza e di fruibilità”.
Riguardo alla telecabina 3S, “tanto reclamata dalla sinistra in Consiglio Comunale e sulla stampa, va fatto notare che, per questioni tecniche ben note ai più, non potrà seguire la stessa linea dell’attuale Funivia. Quindi, non sarà una sostituzione, bensì un nuovo impianto, con un percorso diverso e una maggiore lunghezza rispetto all’attuale funivia, sia a monte che a valle. Ci sono altri aspetti da considerare riguardo ai vincoli delle Direttive Natura 2000, ma affronteremo l’argomento in seguito, quando i nodi verranno al pettine”.
“In conclusione, posso solo rispondere a chi dice che la priorità è salvare Campo Imperatore, che le azioni messe da loro in campo hanno prodotto l’esatto contrario. La costante enfasi sulla sicurezza, il pericolo, sulla possibile strage e la strumentalizzazione politica della chiusura dell’impianto hanno causato danni di immagine incalcolabili, molto evidenti a chi vive e lavora in zona con strascichi anche in tutta la regione e fuori dai suoi confini”, conclude.