28 Giugno 2024 - 15:07:52
di Marco Giancarli
Torna a far discutere a L’Aquila lo stato di degrado degli impianti sportivi. A suscitare polemiche, in particolare, lo stato di abbandono del campetto del Torrione (Piazza Simon Bolivar), appena dichiarato inagibile. E poi non dimentichiamo il campetto di Pettino (Via Svizzera), che è inagibile da più di un anno. I “campetti” pubblici sono quasi tutti in condizioni di degrado e cattiva manutenzione, ed in generale le famiglie che vogliono far praticare una qualche disciplina sportiva ai propri figli in condizioni di sicurezza ed accettabile decenza incontrano serie difficoltà. E ricordiamo che il 90% degli edifici scolastici aquilani non è dotato di palestre, unico caso in Italia, palestre che potrebbero essere utilizzate al di fuori dell’orario scolastico al servizio di tutti. Pure sono numerose le lamentele dei cittadini sullo stato degli impianti per la pratica del nuoto.
Dispiace sottolineare queste criticità appena dopo l’approvazione, da parte del Consiglio comunale, della “Carta etica dello sport femminile”, che segue di poche settimane l’approvazione di un altro strumento importante come le “Linee guida per la redazione del Piano Strategico dello Sport”.
Entrambi gli strumenti hanno alla base la necessità di una programmazione, da applicare allo Sport al pari di qualsiasi altra materia oggetto di amministrazione. E per programmare lo Sport, per promuovere l’inclusione, per combattere le disparità di genere e di condizione sociale occorre alla base una attenta “valutazione dei fabbisogni”.
Ed invece nulla: si continuano a chiudere impianti, al servizio delle periferie e dei nostri ragazzi, ed assistiamo a scarsa coerenza nella gestione degli impianti sportivi cittadini, con sperpero di denaro pubblico e gestioni sovente inefficienti. E questo accade perché non si programma! Anche la bellissima “Carta etica” votata dal Consiglio comunale resterà lettera morta se non viene inserita con le necessarie risorse economiche all’interno dello strumento programmatorio “Piano Strategico dello Sport”!
Insomma, l’Amministrazione, anche sullo Sport, non macina bene. Si fanno sempre grossi annunci ed altisonanti promesse, specchietti per le allodole ai quali non segue quasi nulla di concreto, oppure si realizzano strutture e “campetti” che, in assenza di programmazione, vanno rapidamente in malora. La struttura sportiva che avrebbe dovuto riqualificare un quartiere, dare la possibilità ai giovani di divertirsi e stare insieme, degrada ed attira degrado, in un meccanismo di sperpero di denaro pubblico che si autoalimenta verso il peggio.
Il “senno del prima”, purtroppo, sta scomparendo, tra gli applausi, le illusioni, i voti dati per tifoseria della gente. Vogliamo ancora sperare che il Comune si accorga dell’importanza della programmazione, applicata anche alle discipline sportive. Il “Piano Strategico dello Sport” e la collegata “Carta Etica”, potrà assumere un reale significato di cambiamento a determinate condizioni: deve perseguire obiettivi concreti, entro tempi definiti e soprattutto con il conforto delle necessarie risorse. Occorre partire dalla valutazione dei fabbisogni sportivi, questa è la priorità da cui far discendere la politica sportiva della città; solo così il Piano Strategico potrà essere veicolo di inclusione sociale, miglioramento della salute, della qualità della vita, benessere di comunità, fattore di promozione turistica, sviluppo economico e molto altro ancora…
Il nostro auspicio è che si metta intanto una “toppa” al problema segnalato e grave dei campetti, ma si voglia affrontare la questione alla radice e redigere rapidamente un Piano, premessa per conferire un nuovo ruolo alle politiche sportive, non più ancillari ma con una funzione sociale al pari delle politiche culturali-turistiche.