09 Luglio 2024 - 11:33:51

di Redazione

“Il trasferimento della sede di Confindustria regionale da L’Aquila a Pescara, avvenuta lo scorso marzo con un colpo di mano della dirigenza sta mostrando tutte le sue incongruenze procedurali”.

Torna sull’argomento il presidente di Ance L’Aquila Gianni Frattale che non intende arrendersi di fronte all’ennesimo tentativo di spoliazione delle funzioni di capoluogo, sede naturale degli organismi di sistema e di quelli istituzionali.   

Frattale in questi mesi ha portato avanti silenziosamente, insieme ad Ance Abruzzo, una battaglia di principio per il ripristino della legittimità degli atti e dei pesi all’interno della realtà confederale.

“Di fronte all’inamovibilità dei vertici è di nuovo il momento di informare l’opinione pubblica di quello che sta accadendo, nonostante si stia cercando di impedirlo in nome di regole di riservatezza associativa, invocate da chi non rispetta regole ben più rilevanti –  continua Frattale  – L’Aquila, per fair play non ha mai rivendicato, all’interno dell’Associazione dei costruttori, il maggior peso della sua rappresentanza, cresciuta dopo il sisma con la crescita delle imprese iscritte, lasciando l’antica consuetudine di simmetrica composizione degli organismi dirigenti e di turnazione degli incarichi di vertice tra le quattro province in misura uguale, pur nelle sostanziali differenze e dimensioni. Una magnanimità mal ricambiata dalla Confindustria della costa che non si accontenta del potere di fatto, ma spolpa l’osso fino al midollo, pretendendo anche le sedi istituzionali, seppur ridotte a mero simulacro di opportunità diplomatica. E lo fa anche a scapito del rispetto degli statuti che assegnano alla nostra componente un peso decisionale diverso da quello rappresentato nel voto che ha ratificato il trasferimento”.

“Siamo ora al redde rationem – annuncia il presidente dei costruttori aquilani – Gli artefici del colpo di mano, ad oggi, di fronte alle nostre istanze di chiarimento, non sono in grado di dimostrare il rispetto del quorum nella votazione che ha trasferito la sede regionale a Pescara svalutando arbitrariamente il peso di Ance Abruzzo nel calcolo dei voti. Quindi non è ancora dimostrata la validità della decisione, dopo cinque mesi di carteggio e di richiamo delle regole, durante i quali si è persino tentato di scoraggiare il sottoscritto con chiamate di deferimento ai Probiviri di Confindustria”.

Frattale infine annuncia battaglia: “Fosse anche la mia ultima campagna di presidente Ance, andrò fino in fondo ad una storia di ingiustizia palese e di tracotante offesa. Il sottoscritto, nonostante le reprimende, non si farà mettere il bavaglio fino a quando non sarà ripristinata la piena legittimità. Prima che a Probiviri che avallano irregolarità procedurali, intendo rendere conto alla mia comunità di imprese e concittadini  umiliati con indifferenza intollerabile”.