27 Luglio 2024 - 11:00:27
di Martina Colabianchi
In merito alla classifica Censis delle università italiane pubblicata sul sito dell’istituto di ricerca, che colloca l’ateneo aquilano al quattordicesimo posto tra i medi atenei statali con il punteggio di 81,8, comunque in ascesa rispetto alle passate classifiche, il rettore Edoardo Alesse ha voluto fare delle precisazione vista la non proprio lusinghiera posizione dell’UnivAQ in classifica nazionale dove, di fatto, è terzultima.
“Partendo dall’osservazione che, nella classifica Censis, la valutazione inerente l’Università dell’Aquila si discosta sensibilmente da quella ottenuta sia in altri report, come quello di AlmaLaurea, che in altri ranking, anche internazionali, a cui il nostro ateneo partecipa ed i cui risultati sono visibili sul sito ufficiale – come Times Higher Education e Green Metric – è evidente che qualcosa non funziona in questo modo di giudicare gli atenei e spero che questa mia posizione sia condivisa anche dagli altri rettori delle università abruzzesi“.
“Il ranking Censis, infatti, è solo in parte una valutazione della qualità scientifica e didattica, ossia istituzionale, degli atenei. Se si vanno ad esaminare analiticamente e nel dettaglio gli indicatori usati dall’istituto, si può notare come le voci in cui UnivAQ ottiene un basso punteggio siano le borse di studio, i servizi e le strutture, tutte materie la cui competenza pertiene ad altri enti. Su questi parametri, com’è noto, le università hanno, solo marginalmente, capacità di incidere con proprie risorse“.
In effetti, se si vanno ad esaminare nello specifico i grafici relativi a tutti gli indicatori presi in esame dal Censis, si scopre che a “danneggiare” la reputazione dell’ateneo sono proprio quelli sulle borse di studio, per cui l’università aquilana è al tredicesimo posto, e i servizi e le strutture per cui per cui addirittura l’UnivAQ va ad occupare il penultimo posto.
“A tal proposito voglio solo ricordare la situazione drammatica che ha afflitto, negli ultimi anni, l’Adsu L’Aquila, l’Azienda per il diritto allo studio che eroga le borse e gestisce servizi essenziali come mense e residenzialità studentesca; situazione che speriamo venga superata dopo la recente nomina, da parte della Regione, del commissario Paolo Costanzi. Per quanto riguarda le strutture, siamo fortemente penalizzati dal fatto che, da più di quindici anni, ormai, decine di migliaia di metri quadri di aule, laboratori e biblioteche sono indisponibili perché ancora inagibili. Basti pensare a Palazzo Carli, all’edificio di via Assergi, all’ex ospedale San Salvatore e al blocco storico di Roio. Per tutte queste sedi, i lavori non sono ancora partiti e non certo per responsabilità dell’ateneo, che non è la stazione appaltante per gli interventi di recupero e ristrutturazione, pur avendo profuso, in questi anni, un impegno enorme affinché le opere necessarie potessero essere avviate“, ha concluso il rettore UnivAQ Alesse.
L’ateneo aquilano si difende, invece, abbastanza bene negli altri indicatori sotto esame da parte del Censis, come quello della comunicazione in cui si colloca all’ottavo posto con un punteggio di 97, l’internazionalizzazione per cui si colloca al nono posto con un punteggio di 80 e l’occupabilità che vede l’università dell’Aquila al settimo posto in classifica con un punteggio di 93.