30 Luglio 2024 - 18:45:28
di Redazione
In centinaia gli aquilani presenti oggi pomeriggio, nel piazzale del palazzo di giustizia dell’Aquila, per ribadire che “le vittime non hanno colpa” e per manifestare contro l’ultima sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che ha confermato il pronunciamento di primo grado del 2022 che aveva scagionato la presenza del Consiglio dei Ministri da ogni responsabilità per la morte di sette studenti in vari crolli del terremoto di 15 anni.
I parenti delle vittime dovranno ora anche pagare le spese legali.
Una folla silenziosa che è scesa in piazza, ancora una volta, per chiedere verità, giustizia e dignità per i morti del sisma e per difendere un concetto di giustizia che “faccia sentire protetti”.
“Ci troviamo purtroppo costretti a tornare in piazza. Avremmo preferito non farlo, ma non cambiano queste sentenze che poi si reiterano col tempo e, addirittura peggiorano nel tempo. Troviamo questa sentenza assolutamente inaccettabile, perché dobbiamo chiamare a difendere un concetto di giustizia che dovrebbe farci sentire più protetti in uno Stato civile, in uno Stato che funziona, ma è palese che ci sono delle falle incredibili e se non sa colmarle lo Stato stesso, le colmiamo noi, portando la gente in piazza, facendoci sentire e andando contro sentenze che vanno a ledere non solo la figura della vittima, ma anche quella dei familiari e di intera comunità” , ha commentato Federico Vittorini del comitato Familiari vittime, che ha organizzato la manifestazione insieme a Progetto storie giustizia.
“Sottovalutare una sentenza del genere sarebbe un grave errore – ha aggiunto – In quanto colpevolizzare una vittima della propria morte può diventare un precedente molto pericoloso non solo nel caso l’aquila ma in generale. In ogni frangente, poi, ci si può appigliare a una sentenza scellerata come questa”, ha aggiunto.
A parlare anche gli striscioni esposti proprio sotto le finestre del palazzo di Giustizia: “Prima rassicura, poi condanna le vittime e il popolo aquilano. Ennesima vergogna dello Stato italiano”, lo striscione di Rbe.
Nel corso della manifestazione, inoltre, Giorgio Paravano di L’Aquila per la vita ha annunciato che sarà avviata una sottoscrizione per raccogliere i fondi da destinare al pagamento delle spese legali richieste dallo Stato alle famiglie dei 7 studenti deceduti a causa del sisma.
“Il senso di questa manifestazione è di rispondere come comunità, superando l’indignazione del singolo magari fatta sulle piazze virtuali dei social, ma ritrovandoci insieme nella piazza reale rispondendo tutti insieme come città e come territorio, perché di tutto abbiamo bisogno fuorché che L’Aquila non rappresenti un monito di azioni positive perché non si ripetono delle cose come quelle che abbiamo visto noi nel Paese. Di tutto abbiamo bisogno quindi fuorché di essere la culla di un giurisprudenza che rischia di essere un precedente pericoloso i non solo per i familiari delle vittime che sono ricorrenti ma per il territorio per tutto il paese”, ha commentato Rita Innocenzi, tra gli organizzatori della manifestazione.
“Abbiamo anche scelto di non restare nel parco della memoria proprio perché vogliamo non essere confinati solo in alcune aree della città – ha aggiunto – Vogliamo parlare di giustizia ma soprattutto ricostruire ciò che è stato quella notte ciò che è stato i giorni prima di quel 6 aprile 2009 quello che abbiamo subito nel corso degli anni, ricostruirlo attraverso gli atti di giustizia che documentano la nostra storia che non è la storia solo dei familiari delle vittime, ma è appunto la storia di una comunità”.
La nota del sindaco Pierluigi Biondi
“L’interpretazione giuridica alla base dell’ultima sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che ha negato il risarcimento nei confronti dei familiari di alcune vittime del terremoto che dovranno procedere al pagamento delle spese legali, lascia perplessi, e questo a prescindere dalla giurisprudenza e dal merito delle norme e della loro applicazione. Per questo, a nome dell’amministrazione, senza ritenere di trascendere dai ruoli istituzionali che ci impongono il massimo rispetto per le decisioni della magistratura, ho chiesto di approfondire”.
Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dopo un colloquio avuto con Roberta D’Avolio, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Abruzzo, proprio oggi, nel giorno in cui i Comitati familiari vittime hanno indetto una manifestazione davanti al tribunale per esprimere dissenso nei confronti della sentenza.
“Desidero ribadire la vicinanza della Municipalità tutta ai tanti che nella tragedia del 6 aprile 2009 hanno perso un proprio caro e all’intera comunità aquilana”, afferma Biondi. “Personalmente sono pervaso da un sentimento di profonda solidarietà nei confronti dei miei concittadini con i quali ho condiviso un dolore i cui effetti resteranno nella memoria di ciascuno”.