09 Agosto 2024 - 17:15:15
di Tommaso Cotellessa
Il pittoresco borgo di Civita D’Antino, nel cuore dell’Abruzzo, si prepara a diventare teatro della mostra fotografica “DOMUS MEA” del fotografo Marco Giori.
Conosciuto per la sua maestria nella fotografia analogica e per l’uso raffinato del bianco e nero, Giori inaugurerà il suo progetto il 15 agosto, nel suggestivo scenario di Zona Porta Flora, nel centro storico del paese.
La mostra, che resterà aperta al pubblico fino al 31 agosto 2024, è un omaggio alla bellezza silenziosa e intramontabile dei paesi di provincia, catturata con sensibilità e maestria dall’obiettivo di Giori. “DOMUS MEA”, che in latino significa “casa mia”, raccoglie una serie di fotografie che ritraggono scorci e paesaggi evocativi, suscitando nello spettatore un profondo senso di nostalgia e appartenenza. Le immagini esposte non solo immortalano la quiete e la luce peculiare di questi luoghi, ma invitano a riflettere sul valore delle radici e dell’identità.
Il progetto non si fermerà a Civita D’Antino: la mostra è infatti destinata a estendersi nel tempo, raggiungendo altri paesi della Valle Roveto, ognuno dei quali sarà protagonista di un’esposizione dedicata.
Le fotografie di Marco Giori, arricchite dalla firma dell’artista, saranno disponibili per collezionisti e appassionati di fotografia, offrendo loro l’opportunità di possedere un pezzo unico e carico di significato.
L’ingresso alla mostra sarà gratuito, un invito aperto a tutti coloro che desiderano immergersi nella bellezza di questi luoghi attraverso lo sguardo attento di un fotografo che ha saputo coglierne l’essenza più profonda.
“DOMUS MEA” non è solo un’esposizione artistica, ma un viaggio emotivo attraverso la memoria, le radici e il concetto di casa. Come ha dichiarato lo stesso Marco Giori: “La fotografia è l’occhio della mente e la vita è come una foto, un istante nitido tra un tempo infinito e l’altro.” Un’affermazione che racchiude l’essenza del suo lavoro, dove ogni scatto diventa un frammento di eternità, un ponte tra passato e futuro.
Civita D’Antino, che tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento ha accolto centinaia di pittori scandinavi impressionisti, torna così ad essere un crocevia di arte e cultura, grazie a una mostra che celebra il legame indissolubile tra l’uomo e i suoi luoghi.