12 Settembre 2024 - 11:00:45
di Tommaso Cotellessa
Settembre è il mese del ritorno a scuola, della ripartenza delle attività dopo il rilassamento delle tensioni portato dall’estate. Ma come scrive il cantautore settembre è anche il mese del ripensamento, fra bilanci e rapporti sull’andamento di quelle attività che spesso riprendo proprio come le avevamo lasciate nel giugno maturità dell’anno.
In questa descrizione rientra a pieno il rapporto redatto dalla FLC CGIL dell’Aquila riguardo la condizione di studentesse, studenti, docenti e del diritto allo studio nel territorio dell’intera provincia.
Il quadro che emerge dal rapporto del sindacato racconta una scuola attanagliata da nodi irrisolti e da imperizia costituzionale, che per la FLC è specchio del paese.
Il primo elemento che viene segnalato riguarda l’edilizia scolastica nella città dell’Aquila, tema al quale si è ormai fatta l’abitudine ma che dovrebbe destare ancora scalpore per la rilevanza che dovrebbe avere il benessere delle giovani generazioni e la qualità della loro formazione. D’altronde come scrive Dostoevskij “A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo“.
Tornando però ai fatti, il sindacato ricorda che:
Per il sedicesimo anno scolastico oltre 3500 bambini e bambine, ragazzi e ragazze, tornano negli ormai perenni MUSP post sismici, pensati per durare solo 5 anni, come se quindici anni, da quel maledetto 6 Aprile 2009, fossero passati invano. Di tutte le scuole di competenza comunale soltanto 3 sono state riconsegnate alle scolaresche. Il resto è un fumoso piano di ricostruzione che ha cambiato in questi lunghi anni più volte vestito e di cui non si vede mai la realizzazione. La scelta dell’attuale sindaco, più volte rivendicata, di non ricostruire scuole nel centro storico ha avuto il doppio effetto di saturare le periferie e di allontanare sempre più la cittadinanza dal centro gentrificato, insicuro e solo per pochi. Per quelli cioè, in questo caso, che possono permettersi le scuole private e religiose che, invece, sono state ricostruite. Del resto quella è stata ricostruzione privata. Alcuni interventi sono in atto negli edifici scolastici delle scuole secondarie di II grado, di competenza provinciale, ma si tratta di azioni random, che risolvono e non qualificano edifici non più attuali, incapienti e, spesso, poco sicuri, con indici di vulnerabilità ben sotto la norma, ma è meglio non tornarci su.
Ma, seppur la vicenda aquilana desti particolare sconcerto, non è possibile circoscrivere l’emergenza dell’edilizia scolastica al solo capoluogo abruzzese. Spostandosi infatti nel capoluogo della Valle Peligna la situazione non è migliore:
Dove studenti e studentesse condividono lo spazio con il CIM; dove la tanto decantata riapertura dello storico Liceo Classico in Piazza XX settembre, davanti alla statua di Ovidio, si allontana di anno in anno e dove non si riesce a trovare un luogo che ospiti degnamente il CTP n 3 della provincia dell’Aquila.
Tuttavia nel rapporto si legge che in termini di edilizia scolastica, il comune di Avezzano che, tra quelli dei tre centri maggiori della provincia, sembra essere il più attento e restituisce alla cittadinanza edifici belli, innovatici e sicuri.
Ma nel circondario marsicano la situazione torna ad essere critica con l’istituto Fontamara di Pescina, ospite da anni presso la Procura della Repubblica e la mai ricostruita scuola dell’Infanzia dell’IC Silone di Luco dei Marsi che sottrae spazio vitale alla scuola primaria dove ormai è ospite da anni.
Di altro genere è invece l’emergenza che colpisce l’Alto Sangro. Qui a far la parte del leone, è il tema del trasporto pubblico, infatti a causa dell’aumento dei costi del trasporto pubblico regionale quest’area rischia di perdere studentesse e studenti. Quest’ultimo è un problema che interessa l’intera regione, ma ancor di più quelle aree di frontiera come l’Alto Sangro.
Il sindacato infatti ricorda ancora nella nostra provincia gli istituti superiori sono concentrati nei quattro centri: L’Aquila, Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro (con alcuni piccoli istituti tra Carsoli e Tagliacozzo) e, quindi, ci sono quotidianamente ragazzi e ragazze che viaggiano dalle e per le aree interne, con i mezzi pubblici per raggiungere le sedi scolastiche.
Guardando a tutte le criticità segnalate, la denuncia iniziale di imperizia istituzionale, mossa dal sindacato, non appare fuori luogo ma piuttosto calzante, poiché lo Stato deve rimuovere gli ostacoli alla crescita dei propri cittadini e delle proprie cittadine, a sancirlo è l’articolo 3 della Costituzione.
Il rapporto della FLC GIL tuttavia si chiude con una nota positiva, seppur lasci un amaro retrogusto. Una conclusione che ricorda uomini e donne coraggiose tutti i giorni in prima fila:
Per fortuna ci sono i lavoratori e le lavoratrici del sistema scolastico che oggi staranno sulla porta con il sorriso ad accogliere i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze, in strutture fatiscenti e insicure. Molti/e di loro sono precari/e, hanno stipendi ridicoli e inferiori alla media europea, attraversano ogni giorno una provincia enorme, con difficile viabilità e a proprie spese per raggiungere il luogo di lavoro, ma per fortuna ancora sorridono. Buon Anno scolastico.