Commissione Vigilanza su liquidazione DIA, Regione assente. Taglieri(M5S) “Comportamento inaccettabile."

13 Luglio 2023 - 16:29:02

“È sotto attacco l’azienda partecipata “Impiantistica Antifortunistica –
DIA”, che si occupa di verificare e certificare attrezzature e impianti
nei luoghi di lavoro di competenza della ASL 02 e che per l’Azienda
sanitaria locale costituisce un valore patrimoniale. Un attacco che
assume le forme del “fuoco amico” in quanto il primo a mettere in
discussione l’operato dell’Azienda sembra proprio il direttore generale
ASL 02 Thomas Schael, che attraverso una serie di deliberazioni
aziendali, l’ultima in ordine di tempo la n. 421 del 21 marzo 2023,
avvia il procedimento per la liquidazione e lo scioglimento unilaterale
della società partecipata. Una scelta oscura e tutta da chiarire secondo
il M5S, che ha sottoposto il caso alla Commissione Vigilanza di Regione
Abruzzo. Ma purtroppo i consiglieri di maggioranza oggi hanno disertato
la commissione e non hanno consentito la discussione sulla delibera
aziendale n.421/2023, in oggetto all’ordine del giorno.
A spiegare i dubbi che oggi il M5S avrebbe voluto chiarire in
commissione è il Capogruppo Francesco Taglieri “Trovo vergognosa
l’assenza della Regione Abruzzo, in particolare della sua maggioranza,
che davanti a un argomento così delicato si sottrae al confronto. Ancora
una volta il centrodestra, e la direzione da esso nominata, dimostra la
forza solo a chiacchiere, ma quando si arriva alla conta dei fatti se ne
vanno a gambe levate. Ora bisognerà aspettare 15 giorni per avere
chiarimenti, probabilmente chi non ha spiegazioni spera nella
distrazione generale delle ferie estive, ma noi saremo qui ad
aspettarli.

“Quello che vogliamo sapere – incalza Taglieri – è perché la ASL, che
detiene il 51% di maggioranza dell’azienda partecipata “Impiantistica
Antifortunistica – DIA”, vuole avviare un procedimento di liquidazione
se non ha mai programmato risorse e iniziative per reinternalizzare il
lavoro svolto dalla società partecipata e non ha mai sopperito alla
carenza di figure professionali interne che siano competenti a
rilasciare tali certificazioni.
Appare evidente, quindi, la non volontà o possibilità di rendere
completamente interno alla ASL 02 il servizio che oggi viene svolto
dalla società. A questo punto ci chiediamo a quale scopo la direzione
sanitaria intenda liquidare i rapporti con la DIA e soprattutto a chi
intenda assegnare i compiti svolti oggi dalla partecipata.

I nostri dubbi partono anche dal giallo che gira intorno a questa
delibera: pubblicata in modalità “secretata” sull’albo pretorio, ma in
qualche modo arrivata sulle scrivanie di numerosi soggetti privati che
si sono lanciati con estrema voracità sulla possibilità di eseguire
verifiche e certificazioni sostituendosi alla ASL 2 con la propria
azienda, al 100% privata.
Alla luce di tutto ciò la ASL, in quanto azionista di maggioranza della
DIA, dovrebbe spiegare le sue intenzioni e le circostanze che hanno
portato soggetti privati in possesso della delibera. Noi non faremo un
passo indietro, servono risposte concrete sul comportamento dell’Ente
che sembra voler incidere personalmente sullo svolgimento del rapporto
societario e sull’attività della società partecipata. E lo fa mediante
poteri autoritativi, come le decisioni prese dal Direttore Generale ASL,
in modo peraltro non corretto poiché nei patti sociali questa decisione
richiede una maggioranza dei due terzi contro il 51% detenuto dalla ASL.

Inoltre, ricordiamo che nel momento in cui l’operato della Direzione
Generale causasse lo scioglimento della società DIA srl si potrebbero
generare ingenti danni, patrimoniali e non. Altresì va considerata la
sofferenza emotiva di tutti i suoi lavoratori, con famiglie e mutui a
carico, e la perdita del posto di lavoro a seguito della decisione della
ASL di sciogliere la società.
Qualora la ASL avesse in mente, non si sa ancora a che scopo, la
dismissione del servizio della DIA e l’utilizzo degli organismi privati
per esercitarlo – specifica Taglieri – non verrebbero raggiunti dall’ASL
gli obbiettivi LEA inerenti all’attività di sorveglianza, prevenzione e
tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; mancherebbe il
personale tecnico qualificato, ora conteggiato all’interno della
partecipata, e verrebbero meno le attività della società che impegna
quotidianamente 10 tecnici operatori di verifica, in 5 squadre operative
sul territorio, oltre a 5 tecnici amministrativi. Si ridurrebbero così
le tipologie di verifica obbligatorie da fare sul territorio. Alcune di
queste attività, come la verifica dei recipienti in pressione, possono
essere svolte solo dalla ASL, sono obbligatorie, richieste dai vigili
del fuoco, e non possono essere abbandonate né svolte da enti esterni.

Giova ricordare che la DIA srl venne costituita a seguito della legge
regionale 63/1986, ormai abrogata ma che concesse dei fondi per la
costituzione di cooperative per i giovani residenti in Abruzzo alla
ricerca di prima occupazione, in grado di fornire servizi qualificati
alla pubblica amministrazione, realizzando un progetto di collaborazione
con la regione finanziato con quasi 500 milioni di lire dell’epoca. La
cooperativa è socio di minoranza della ASL, insieme alla quale ha
costituito la DIA per lo svolgimento di verifiche nel campo della
sicurezza sul lavoro. Gli utili della società sono destinati alla ASL
stessa, sotto forma di donazione di apparecchiature, mentre la ASL si
impegnava a utilizzare le strutture della società anche per le proprie
verifiche interne.

Allo stato attuale è stato rilevato già un notevole danno economico per
quanto concerne le spese legali sostenute sia dal socio privato che
dalla società mista per costatare la realtà dei fatti. E risulta ancor
più rilevante l’oltraggio economico diretto subito dagli organi della
società partecipata per essere stati sottoposti alla volontà esercitata
dalla Direzione Generale di convocare e celebrare l’assemblea
straordinaria dei soci per la messa in liquidazione della DIA srl, che
ha avuto l’ovvio esito di rifiuto. Inoltre, il codice civile avvalora
l’esigenza che i rapporti all’interno della società si realizzino
attraverso comportamenti coerenti con gli scopi per i quali il contratto
sociale è stato stipulato. Il socio di maggioranza è interprete
dell’interesse sociale secondo le norme di statuto, pertanto le proposte
da portare in assemblea, formulate con le deliberazioni adottate dal
Direttore Generale ASL, non possono essere il frutto di una intenzionale
attività arbitraria che potrebbe causare danni alla società” conclude.