24 Settembre 2024 - 11:45:17
di Martina Colabianchi
L’ospedale dell’Aquila è stato escluso dalla Rete regionale delle malattie emorragiche e congenite (Mec).
La nuova configurazione, infatti, prevede per l’ospedale di Pescara il ruolo di hub regionale, con il suo centro di emofilia e malattie rare, il servizio trasfusionale aziendale dell’ospedale di Chieti, nella funzione di spoke, mentre l’unione operativa della Medicina interna dell’ospedale di Teramo, confermato a Centro operativo decentrato di assistenza.
Il nuovo assetto, aggiornato a seguito della periodica valutazione affidata all’Agenzia sanitaria regionale (Asr), è stato approvato con delibera di Giunta regionale del 18 settembre scorso. L’ospedale dell’Aquila è stato escluso dalla rete Mec a causa della dichiarata impossibilità all’esercizio della funzione di centro operativo decentrato di assistenza.
In pratica, l’unione operativa di ematologia ha comunicato alla Asr la non sussistenza dei requisiti organizzativi e clinico assistenziali, e dunque l’impossibilità di garantire totalmente il proseguimento del piano di cura e la totale presa in carico dei pazienti per terapie infusionali prolungate e durature, non gestibili a domicilio, nonché l’assistenza domiciliare. Pertanto è stato escluso dall’esercizio della funzione di Centro operativo decentrato di assistenza della rete Mec.
Anche per l’ospedale di Teramo, in realtà, si rende necessaria l’acquisizione di requisiti ad oggi carenti o mancanti, con una nuova verifica prevista entro l’anno.
L’istruttoria, affidata al Comitato tecnico scientifico dell’Asr, è stata consegnata all’Ente regionale il 21 maggio del 2024, e dopo l’approvazione in Giunta sarà inviata ai ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze, ai fini del monitoraggio del Piano di rientro e dei Livelli essenziali di assistenza.
“Per garantire l’efficacia e la funzionalità della rete regionale di malattie emorragiche e congenite – spiega Cosenza, direttore Asr – è fondamentale una costante attività di monitoraggio, in un rapporto di piena collaborazione con le Aziende sanitarie regionali, al fine di verificare i requisiti previsti dalle leggi regionali, dall’Accordo Stato regioni, ed anche per aggiornare la casistica trattata. Quello che ad ogni modo si conferma come vincente ed efficace, è l’organizzazione che prevede un hub regionale e un’articolazione in spoke e centri operativi, che garantisce un coordinamento e una gerarchia di competenze, e dunque una presenza sul territorio e una capacità di risposta certa a pazienti che presentano patologie rare, e in una condizione di particolare fragilità e bisogno di costante assistenza“.