26 Settembre 2024 - 09:15:26
di Redazione
La scomparsa di Hady Zaiter, studente 25enne iscritto al secondo anno del corso di laurea magistrale in Ingegneria civile all’Aquila, lascia una comunità sgomenta.
Il giovane è morto sotto i bombardamenti, nella sua città, Baalbek, nel nord di Israele, dove era tornato a giugno in occasione della pausa estiva dagli studi.
Avrebbe dovuto far ritorno all’Aquila lunedì per riprendere gli studi. Il giovane è rimasto ucciso insieme a suo padre e a due dei suoi fratelli.
Era tornato in Libano, convinto di essere al sicuro, nella sua città che si trova a 600 chilometri dal confine.
“Il Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, Edoardo Alesse, esprime, a nome di tutto l’Ateneo, sentimenti di sgomento e di profondo cordoglio per la tragica scomparsa di Hadi Zaiter, studente UnivAQ morto nei bombardamenti della città libanese di Baalbek, nell’est del Paese, nell’ambito dell’intensificarsi degli scontri tra Israele e Hezbollah”.
L’Università dell’Aquila e il rettore Edoardo Alesse lo ricordano in una nota.
“Hadi aveva 25 anni ed era un nostro studente internazionale, iscritto al secondo anno della laurea magistrale in ingegneria civile. Era andato in Libano alla fine del secondo semestre per fare visita alla famiglia e sarebbe dovuto tornare all’Aquila tra qualche giorno per la ripresa delle lezioni. Era un ragazzo ben voluto da tutti, che si era ambientato molto bene sia nella nostra comunità accademica e studentesca che in città. Hadi è deceduto a casa sua, e con lui sono morti anche la madre, il padre e due dei suoi tre fratelli. Mentre piangiamo la sua morte, come Ateneo ci uniamo agli appelli della comunità internazionale affinché cessino immediatamente, in Medio Oriente, tutte le operazioni militari e si torni il prima possibile a percorrere la via del dialogo e delle soluzioni diplomatiche. Al fratello di Hadi, Ahmed, unico membro superstite della famiglia, giungano le nostre più profonde e sincere condoglianze”.
“Sono profondamente dispiaciuto per la tragica morte dello studente libanese iscritto alla facoltà di ingegneria dell’ateneo aquilano, vittima del conflitto che si sta consumando in Medio Oriente, insieme ai suoi familiari. Altrettanto lo sono per la comunità di Baalbek, gemellata con L’Aquila, che abbiamo avuto l’onore di ospitare, ormai qualche anno fa, in occasione della Perdonanza. La perdita di giovani vite innocenti ci lascia sgomenti. L’auspicio è che il fuoco cessi. Il drammatico scenario geopolitico che si va delineando impone alle istituzioni mondiali tutte di continuare a operare affinché ciascuno faccia un passo indietro”, ha scritto il sindaco Pierluigi Biondi.
Anche il Pd aquilano ha espresso il proprio dolore per scomparsa del giovane studente: “Siamo profondamente addolorati e turbati dalla tragica morte dello studente libanese iscritto alla facoltà di ingegneria dell’Università degli studi dell’Aquila, vittima della violenza che sta insanguinando il Medio Oriente. Non è accettabile continuare ad assistere inermi a quello che sta accadendo da troppo tempo a Gaza e, in questi ultimi giorni, in Libano. Ogni giorno, decine e decine di vittime innocenti interrogano la nostra coscienza. Sono numeri da genocidio. L’Europa e la comunità internazionale devono assumere immediatamente una iniziativa per fermare Nethanyahu e il suo governo di estremisti, e per raggiungere il cessate il fuoco. L’Aquila oggi è stata colpita al cuore: venerdì, in tutte le scuole della città, si osservi un minuto di silenzio per il nostro fratello ucciso e per la sua famiglia”.
“Hadi Zaiter studiava all’Aquila per diventare ingegnere. Non scoprirà mai cosa avrebbe realizzato, quanti sogni avrebbe coronato, che vita avrebbe vissuto. Le bombe che il governo israeliano guidato dal criminale Netanyahu sta lanciando da giorni sui territori del Libano lo hanno ucciso insieme alla famiglia“.
Così la consigliera comunale Simona Giannangeli del gruppo L’Aquila Coraggiosa.
“Ho letto varie dichiarazioni relative a questo ennesimo crimine del governo israeliano, intrise di cordoglio, di sentimenti di vicinanza e caratterizzate dall’idea che sia necessario il cessate il fuoco. Ma un cessate il fuoco dove? E, soprattutto, da parte di chi? Perché questo non l’ho letto. Si deve avere il coraggio di affermare e riconoscere che il cessate il fuoco debba avvenire in Palestina da parte del governo israeliano, Palestina martoriata da quasi ottanta anni di occupazione israeliana, nella Striscia di Gaza sottoposta costantemente ad attacchi israeliani e nell’ultimo anno a bombardamenti israeliani che mirati ad eliminare il popolo palestinese, che il cessate il fuoco debba avvenire sempre da parte del governo israeliano in Libano dove negli ultimi giorni l’aviazione israeliana ha ucciso più di seicento persone“.
“Hadi Zaiter è stato ucciso dall’azione criminale del governo israeliano, che non riconosce il diritto di esistenza del popolo palestinese e di quanti sostengono il diritto della Palestina ad essere Stato libero ed indipendente. Hadi Zaiter deve essere ricordato con parole forti e chiare, altrimenti si tratta del consueto passaggio retorico condito di dolore, di sgomento e di neutralità. Non è così che si impediranno le uccisioni di altri Hadi Zaiter“.
“Si deve avere il coraggio di condannare il governo israeliano, di rivendicare il diritto di esistenza del popola palestinese, bisogna chiedere che Nethanyau sia incriminato per reati contro l’umanità, bisogna che proprio l’Ateneo aquilano dell’Aquila interrompa i progetti ed i programmi di ricerca in corso in collaborazione con Israele, perché non si può esprimere cordoglio per la morte di un proprio studente e continuare a collaborare con un governo che ha causato la sua morte“.
“Occorre rispetto nei confronti degli uccisi, occorre coraggio nello schierarsi in quello che non è il conflitto israelo-palestinese, ma il genocidio del popolo palestinese ad opera di Israele, che oggi come ieri estende l’azione criminale anche in Libano. Occorre nominare e contrastare la completa e pericolosa deriva fascista di questo stato italiano che vieta la manifestazione per il popolo palestinese, comprimendo fino ad eliminare il diritto costituzionale a manifestare. Di questo bisogna parlare“.