Rai, Fina (Pd): “Liste di proscrizione e censura, dopo Scurati Telemeloni colpisce la scrittrice Di Pietrantonio” Chi non vota i partiti al potere non può comparire
04 Ottobre 2024 - 16:57:22
“Da un’intervista rilasciata a Luca Telese, neodirettore del quotidiano
abruzzese “Il Centro”, da Donatella Di Pietrantonio, una delle più
importanti scrittrici italiane, le cui opere hanno avuto i più
significativi riconoscimenti, dal premio Campiello al premio Strega,
apprendiamo della gravissima opera di censura che sarebbe stata messa
in atto dalla Rai nei suoi confronti. Un episodio che, nella sostanza
e nei modi, sarebbe indicativo di come sia ridotto il servizio
pubblico in versione Tele Meloni. I fatti, alla scrittrice era stato
richiesto di scrivere un monologo sull’Abruzzo per il programma
televisivo “Che sarà”, ma il lavoro, apprendiamo essere stato
inspiegabilmente censurato e mai mandato in onda. Ciò sarebbe avvenuto,
secondo quanto viene riportato, non per i contenuti ma perché sul
quotidiano “la Repubblica” la scrittrice avrebbe dichiarato, alla
vigilia delle elezioni regionali abruzzesi, il suo voto per il candidato
del centro sinistra Luciano D’Amico. Si tratterebbe di un’operazione
vergognosa chiaramente comandata dalla politica. Talmente vergognosa che
la Rai non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di avvisare direttamente
la scrittrice dell’impossibilità di mandare in onda il monologo, ma la
sua casa editrice, usando come motivazione la par condicio.
Naturalmente una scusa del tutto estranea ai contenuti del monologo. Una
vicenda, quindi, inquietante e gravissima che ci rimanda a quanto
fatto ad un altro grande scrittore italiano, Antonio Scurati: in quel
caso la censura era stata sui contenuti di un monologo sul fascismo, in
questo caso evidentemente per un’intenzione di voto in un’elezione
locale espressa in un’altra sede. Siamo alla censura con liste di
proscrizione contro coloro che hanno l’ardire di voler difendere i
propri diritti civili e politici e che dichiarano pubblicamente il loro
voto per candidati che non appartengono all’attuale maggioranza.
Depositerò oggi stesso un’interrogazione urgente ma questo ennesimo
episodio conferma, qualora qualcuno ne avesse ancora bisogno, la
necessità inderogabile di una riforma profonda della Rai, restituendo a
questa fondamentale azienda del paese libertà, indipendenza e qualità
nell’offerta.”
abruzzese “Il Centro”, da Donatella Di Pietrantonio, una delle più
importanti scrittrici italiane, le cui opere hanno avuto i più
significativi riconoscimenti, dal premio Campiello al premio Strega,
apprendiamo della gravissima opera di censura che sarebbe stata messa
in atto dalla Rai nei suoi confronti. Un episodio che, nella sostanza
e nei modi, sarebbe indicativo di come sia ridotto il servizio
pubblico in versione Tele Meloni. I fatti, alla scrittrice era stato
richiesto di scrivere un monologo sull’Abruzzo per il programma
televisivo “Che sarà”, ma il lavoro, apprendiamo essere stato
inspiegabilmente censurato e mai mandato in onda. Ciò sarebbe avvenuto,
secondo quanto viene riportato, non per i contenuti ma perché sul
quotidiano “la Repubblica” la scrittrice avrebbe dichiarato, alla
vigilia delle elezioni regionali abruzzesi, il suo voto per il candidato
del centro sinistra Luciano D’Amico. Si tratterebbe di un’operazione
vergognosa chiaramente comandata dalla politica. Talmente vergognosa che
la Rai non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di avvisare direttamente
la scrittrice dell’impossibilità di mandare in onda il monologo, ma la
sua casa editrice, usando come motivazione la par condicio.
Naturalmente una scusa del tutto estranea ai contenuti del monologo. Una
vicenda, quindi, inquietante e gravissima che ci rimanda a quanto
fatto ad un altro grande scrittore italiano, Antonio Scurati: in quel
caso la censura era stata sui contenuti di un monologo sul fascismo, in
questo caso evidentemente per un’intenzione di voto in un’elezione
locale espressa in un’altra sede. Siamo alla censura con liste di
proscrizione contro coloro che hanno l’ardire di voler difendere i
propri diritti civili e politici e che dichiarano pubblicamente il loro
voto per candidati che non appartengono all’attuale maggioranza.
Depositerò oggi stesso un’interrogazione urgente ma questo ennesimo
episodio conferma, qualora qualcuno ne avesse ancora bisogno, la
necessità inderogabile di una riforma profonda della Rai, restituendo a
questa fondamentale azienda del paese libertà, indipendenza e qualità
nell’offerta.”