16 Ottobre 2024 - 18:27:43
di Martina Colabianchi
“Mi vedo costretto a scrivere questa lettera per segnalare, o meglio denunciare, che a far data dal 1 gennaio del 2024, nella nostra Regione, tutti i beni demaniali civici, ivi compresi dunque quelli delle nostre collettività, nonostante il riconoscimento e la salvaguardia ad essi astrattamente riconosciuta dalle norme vigenti e da plurime decisioni della Corte Costituzionale, sono sostanzialmente rimasti privi di una adeguata tutela, in quanto l’organo giurisdizionale preposto alla loro difesa, il Commissariato Regionale per la liquidazione degli Usi Civici in Abruzzo, con sede a L’Aquila, è da tale data privo di qualsivoglia magistrato, a seguito della cessazione dell’incarico del precedente magistrato designato, mancando in tale Ufficio sia il Commissario titolare, sia il Commissario Aggiunto“.
È un passaggio della lettera inviata da Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) di Paganica e San Gregorio, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per denunciare la vacatio di un ruolo chiave per l’attività degli usi civici abruzzesi.
“Mi rivolgo a Lei quale garante supremo della nostra Carta Costituzionale – esordisce nella lettera Galletti – e dunque quale garante del sistema istituzionale, nonché quale Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ai sensi degli articoli 87 e 104 comma 2 della Costituzione. L’Amministrazione Separata che presiedo ha il compito di amministrare e gestire i beni demaniali di uso civico di pertinenza frazionale delle collettività di Paganica e San Gregorio, site all’interno del Comune dell’ Aquila, ai sensi dell’art. 26 della L. 1766/27, dell’art. 64 del R.D. 332/28, della L. 278/57 e, da ultimo, della L. 168/2017, che ha riconosciuto i domini collettivi, comunque denominati, come ordinamento giuridico primario delle comunità originarie“.
Prosegue Galletti, “si tratta di un patrimonio naturale di primaria importanza, prevalentemente agro-silvo- pastorale, di grande rilevanza ambientale e paesaggisticamente tutelato ai sensi dell’art. 142 comma 1 lett. h) del D. Lgs. 42/2004, sito nel cuore dell’Abruzzo, la “Regione verde d’Europa”, e per buona parte ricompreso all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga“.
Per quanto riguarda l’assenza che si protrae da oltre nove mesi del magistrato a presidio del Commissariato Regionale per la liquidazione degli Usi Civici in Abruzzo, Galletti evidenzia quanto segue:
“È noto che il Consiglio superiore della Magistratura, nel mese di marzo 2024, ha pubblicato l’avviso per la copertura dei posti vacanti, ma ad oggi non si ha notizia alcuna delle avvenute nomine, con la conseguenza che l’attività giudiziaria è del tutto ferma, manca il presidio di legalità individuato dall’ordinamento ed i beni collettivi sono sprovvisti di idonea tutela, a dispetto della loro riconosciuta rilevanza sotto il profilo ambientale e paesaggistico”.
“Mi preme evidenziare, inoltre -prosegue Galletti -, che il nostro territorio, tra i più belli al mondo, sarà presto interessato dall’attraversamento di un’opera pubblica di rilevante entità, il Metanodotto Sulmona – Foligno, che per buona parte impatterà in maniera devastante proprio sui beni demaniali civici, alterando ed in molti casi distruggendo irrimediabilmente boschi, pascoli, tartufaie di pregio, coltivazioni di zafferano ed altri prodotti di eccellenza, provocando incalcolabili danni ambientali, paesaggistici ed economici per le collettività locali“.
“Di fronte a tale scenario, e di fronte alle sempre più frequenti utilizzazioni illegittime, se non addirittura illecite, dei beni collettivi (si pensi soltanto all’allarmante fenomeno della c.d. “mafia dei pascoli”), ritengo essenziale la presenza di un presidio di legalità, quale è la figura del Commissario per gli usi civici, e mi permetto di sottoporre alla Sua cortese attenzione, dunque, la necessità e l’urgenza del tempestivo ripristino dell’organico dei magistrati del locale Commissariato, affinché venga ristabilita la presenza delle figure preposte dall’ordinamento allo scrutinio del legittimo e corretto utilizzo dei beni collettivi, onde evitare che essi rimangano ulteriormente privi di tutela“, conclude Galletti.