21 Ottobre 2024 - 10:25:22

di Redazione

Nell’intricata matassa del piano di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso emerge qualche chiarimento sui lavori di riparazione della canala del collettore, la cui rottura insieme all’innalzamento del livello di torbidità dell’acqua venerdì scorso ha determinato la sospensione del carotaggio, prima fase del complesso intervento.

Ma non sono destinate a esaurirsi le polemiche sul commissario straordinario nominato dal Governo per lo scopo, Pierluigi Caputi, criticato da più parti, tra cui i vertici della Ruzzo Reti, società del ciclo idrico integrato del Teramano e dalla stessa Strada dei Parchi, concessionaria delle A24 e A25 dove insiste il tratto nel traforo, nel rimpallo di responsabilità che si è innescato: in particolare sono in molti, istituzioni ed enti, a chiedere la riapertura alla normale circolazione del tunnel del Gran Sasso, oggi a senso unico con il semaforo che costringe a lunghe attese e disagi visto che cantieri per i sondaggi geologi affidata alla Italfer, società pubblica controllata da Rfi, al momento della sospensione comunicata da Caputi, informato da Italfer, non erano stati ancora aperti con le due corsie sgombre e quindi percorribili.

Un’istanza che sarebbe supportata dalla considerazione che nelle riunioni del prossimi giorni, secondo quanto si è appreso da fonti tecniche, non ci saranno novità in merito alla sospensione dei lavori. Tutto ciò in una settimana decisiva per la verifica ufficiale della rottura della canala del collettore e soprattutto a chi compete, alla luce del balletto di competenze degli ultimi giorni, la riparazione del danno, all’ANSA il presidente e amministratore delegato della Ruzzo Reti Spa, Alessia Cognitti, chiarisce: “In merito alla rottura della canala, Strada dei Parchi, in una nota, sottolinea che la manutenzione del collettore spetta al Ruzzo, in quanto gestore delle reti idriche. All’esito degli accertamenti congiunti qualora fosse riscontrata una lesione della canala interverremo, tuttavia ad oggi le cause dell’intorbidimento vanno ancora accertate”. Cognitti annuncia una riunione del tavolo istituzionale convocato d’urgenza dalla Asl di Teramo, “che farà luce sulle cause dell’evento e individuerà soluzioni immediate”.

Mentre viene ribadito dall’ad che l’acqua immessa in rete è, ed è sempre stata, potabile e sicura”. In programma un summit a Roma alla presenza dei vertici della concessionaria Strada dei Parchi che ha la competenza di gestire le limitazioni al traffico essendo il tratto di responsabilità del commissario, e dello stesso Caputi, poi martedì una riunione ancora a Roma con il Sian, la società pubblica che si occupa dalla potabilità dell’acqua.

Ma da nessuna delle due ci saranno novità sullo sblocco dei lavori necessari per eliminare il pericolo di infiltrazioni nell’acqua del Gran Sasso che arriva a circa 700mila, causato dalla circolazione delle auto e dalle attività dei Laboratori dell’istituto nazionale di fisica nucleare.

Intanto non si arrestano le polemiche sulla chiusura del traforo del Gran Sasso.

A tal proposito, interviene il segretario generale di Apindustria L’Aquila Massimiliano Mari Fiamma che parla di una “tragedia economica da gestire con urgenza”.

“In un momento in cui il vintage e la nostalgia del passato sembrano caratterizzare fortemente la nostra narrativa qualcuno ha pensato bene (male!) di far ripiombare le province dell’Aquila e di Teramo al 1984 senza preoccuparsi dell’economia di questi territori. Dopo lo scempio più volte da noi contestato dell’utilizzo di una sola corsia per canna, che ormai dal 2019 rende difficoltosi i collegamenti sulla A24, è arrivata la ciliegina della chiusura alternata di una sola corsia in totale che, in sole due settimane ha inginocchiato una intera economia legata in gran parte alle ricostruzioni delle aree terremotate 2009 e 2016”, afferma Mari Fiamma.

“Si registra già un ricorso alla Cassa Integrazione, nei casi migliori, perché è di colpo diventato antieconomico far viaggiare maestranze e materiali nel settore Edile ma anche nei trasporti e nell’industria, soprattutto per aziende terziste (numerosissime in Abruzzo) siamo ad un passo dal collasso. In tutto questo gli unici tavoli istituiti, in particolar modo quello della Prefettura di Teramo, hanno preso in considerazione solo l’aspetto della sicurezza tralasciando come fosse niente l’aspetto economico produttivo e gli assurdi disagi di una pendolarità che, a 40 anni dall’apertura del Traforo, ha fortemente caratterizzato i due versanti del Gran Sasso”.

“Rompendo il silenzio e le mancate prese di posizione, in primis dell’unificata Camera di Commercio, riteniamo indispensabile che si proceda ad una rapida disamina della situazione con tutti gli attori interessati, associazioni datoriali e sindacali incluse, anche alla luce dell’imminente disgrazia della chiusura effettiva prevista dal 2026 che ci farebbe, quella sì, ripiombare ai tempi del muro di Berlino. Si attivino immediatamente le istituzioni preposte e si istituisca una task force operativa capeggiata dalla Regione Abruzzo, oggi principale responsabile di scelte discusse e discutibili, e si proceda subito a cercare soluzioni reali senza condannare le aree interna ad un ulteriore isolamento”, conclude.

Intanto il Forum H2O in queste ore ha avviato una serie di accessi agli atti “presso la Regione Abruzzo, il Commissario governativo Corsini, il Ministero dei Trasporti e la Ruzzo Reti per approfondire vari aspetti che stanno emergendo in questi giorni attorno ai progetti da centinaia di milioni di euro che devono essere realizzati per la messa in sicurezza delle infrastrutture del Gran Sasso e alla messa a scarico di ingenti quantitativi di acqua in contemporanea all’avvio dei contestati lavori per la realizzazione di ben 21 sondaggi da parte del Commissario Caputi”.

“Ricordiamo che, caso unico in Italia e forse nel mondo, sulla stessa infrastruttura sono stati nominati due commissari governativi straordinari, uno, Caputi, per la messa in sicurezza dell’acquifero, e l’altro, Corsini, per la sistemazione impiantistica e la manutenzione straordinaria. Il Forum H2O ritiene che sia necessario valutare anche la sola opportunità di certe scelte vista la complessità della vicenda. Tra le varie vicende a nostro avviso da chiarire, l’esistenza di numerosi sondaggi già effettuati al momento della progettazione del terzo traforo del Gran Sasso 25 anni fa, ricordati in un’intervista dal geologo Adamoli e mai citati nella documentazione depositata dal Commissario Caputi per la Valutazione di Incidenza.  Tutto ciò nonostante avessimo specificatamente osservato al comitato V.I.A. regionale la necessità di provare, anche con la bibliografia e la documentazione tecnica consultata, l’effettiva utilità di nuovi sondaggi in un contesto di conoscenze assolutamente soddisfacente se l’obiettivo è di mettere in sicurezza le captazioni esistenti”. precisa l’associazione.

“Ciò a maggior ragione dei rischi per l’ambiente, degli ulteriori costi da affrontare per le nuove perforazioni, e gli enormi disagi per la viabilità. Pertanto abbiamo chiesto al MIT copia della documentazione relativa ai sondaggi effettuati nel passato per confrontarli con le iniziative poste in essere dal Commissario. En passant abbiamo anche chiesto al MIT se uno dei due commissari abbia svolto ruoli funzionali decisionali o di controllo nell’ambito delle opere sul Gran Sasso del Commissariamento Balducci di 15 anni fa. Alla Ruzzo Reti abbiamo chiesto tutti i referti e la documentazione relativa a quanto avvenuto tra il 14 e il 17 ottobre, vista anche l’enorme quantità di acqua andata a scarico. Infine, ci ha colpito la lettera inviata a luglio scorso al comitato V.I.A. della Regione Abruzzo dall’architetto Sorgi in qualità di Responsabile Unico del Progetto per il Commissario Corsini relativamente all’intervento di messa in sicurezza impiantistica e di manutenzione straordinaria delle due gallerie. Sorgi, che è contemporaneamente direttore generale della Regione stessa, ha negato qualsiasi possibile interazione dei lavori con l’acquifero e anche il Comitato V.I.A. ha assertivamente concordato. Peccato che poi l’Ente Parco del Gran Sasso abbia dimostrato, carte alla mano, che addirittura erano previste captazioni dell’acqua vietate dalla legge”, sottolinea H2O.

“Non siamo riusciti a trovare il decreto di incarico sul sito del Commissario Corsini, anche utilizzando il motore di ricerca. Abbiamo invece trovato un’altra nomina a RUP sempre per l’architetto Sorgi per un secondo intervento, la demolizione e ricostruzione fuori sede del nuovo viadotto di svincolo San Gabriele – Colledara dell’autostrada A24 (Decreto commissariale n.65 del 27 ottobre 2024). Per questo abbiamo chiesto al Commissario Corsini e alla Regione Abruzzo di avere copia del decreto di nomina per le due gallerie nonché tutta la corrispondenza eventualmente intercorsa tra le parti al fine di ottenere l’autorizzazione da parte dell’ente allo svolgimento degli incarichi commissariali, anche per conoscere le attività che l’architetto Sorgi è chiamato a svolgere nell’ambito di questo gravoso e delicato compito”, conclude.