24 Ottobre 2024 - 10:49:55
di Tommaso Cotellessa
Quella dello sbattezzo è una pratica poco conosciuta, attraverso la quale qualunque battezzato può richiedere e ottenere la propria formale uscita dalla Chiesa.
La nascita di questo termine e la diffusione di questa pratica risale al 25 ottobre 1958, quando la Corte d’appello di Firenze assolse il vescovo di Prato per aver denigrato pubblicamente due giovani sposi che avevano scelto il matrimonio civile. La Corte giustificò l’assoluzione affermando che i due coniugi, essendo battezzati, erano “sudditi” della Chiesa e dunque legittimamente criticabili dall’autorità ecclesiastica. A coniare il termine sbattezzo fu il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire, proprio a seguito di questa vicenda.
A difendere e diffondere la pratica dello sbattezzo è l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) che ha addirittura istituito una Giornata Nazionale dello Sbattezzo, fissata proprio al 25 ottobre.
La vera notizia tuttavia riguarda il dato relativo all’utilizzo di questa pratica nella provincia dell’Aquila. Sono infatti 23 le persone che negli ultimi tre anni hanno proceduto ad ufficializzare il proprio sbattezzo.
Per il referente provinciale dell’Uaar Fabrizio Facchini si tratta di un numero sottostimato, in quanto «I dati reali li conosce solo la Chiesa, che evita di diffonderli. In ogni caso, la provincia dell’Aquila si piazza sorprendentemente al 7° posto su 107 province italiane per numero di sbattezzi in rapporto alla popolazione».