24 Ottobre 2024 - 17:14:43
di Martina Colabianchi
“È stata una scelta azzeccata, Pescara è andata al di là delle aspettative. Grazie al sindaco, grazie alla città. Abbiamo raggiunto risultati straordinari, a partire dalla presenza nella stessa sala di israeliani, palestinesi e libanesi. Pescara è stata più che all’altezza della situazione“. :
Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della cerimonia per scoprire, in piazza Italia, la targa ricordo davanti all’olivo piantato in occasione del G7 Sviluppo che si chiude oggi nel capoluogo adriatico.
“La Città di Pescara, nell’accogliere il G7 sullo sviluppo e la Conferenza internazionale umanitaria per il Medio Oriente – si legge sulla targa – si fa portatrice di un messaggio di pace, amore e speranza. Questo albero di ulivo, simbolo universale della convivenza tra i popoli, germoglia e cresce sul terreno sempre fertile della solidarietà“.
Proprio di pace e di come i Paesi partecipanti possano contribuire al suo raggiungimento si è discusso nella tre giorni pescarese, di cui il titolare della Farnesina ha fatto il punto nel corso della conferenza stampa conclusiva del G7 Sviluppo.
Un sguardo particolare, ovviamente, al conflitto che infiamma ormai da un anno il Medio Oriente.
“La reazione di Israele è stata al di là di quello che doveva essere, l’abbiamo sempre detto, come abbiamo sempre detto che era inaccettabile anche quanto accadeva con le nostre truppe Unifil“, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che “è ora di arrivare al cessate il fuoco in Libano e Gaza”. “Ma non possiamo negare il loro diritto all’autodifesa, perché tutto è partito da Hamas che ha agito per due obiettivi: impedire l’accordo tra Israele e Arabia Saudita e provocare la reazione di Israele per cercare di isolarlo nel mondo“.
“Avvieremo le iniziative necessarie per far concludere le vaccinazioni anche a Gaza, ne parleremo con il governo israeliano e credo che, proprio perché siamo l’Italia, forse qualche risultato potremmo ottenerlo“, ha proseguito il ministro, che ha anche informato di aver chiesto “a Barroso (in qualità di presidente di Gavi) di continuare a lavorare con l’Oms per la vaccinazione fino al completamento delle operazioni a Gaza“.
Intanto, aiuti concreti sono diretti dall’Italia alle popolazioni in sofferenza nella striscia di Gaza. Domani, infatti, partiranno da Genova 15 tir donati dal nostro Paese al Pam che, attraverso la Giordania, distribuiranno aiuti alla popolazione civile.
Dalla guerra di Gaza, poi, il titolare della Farnesina ha speso alcune parole sulla presenza del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres al vertice dei Brics organizzato da Vladimir Putin in Russia.
“L’Onu doveva muoversi sin dall’inizio per cercare di sospendere la guerra, avrebbe dovuto individuare degli inviati speciali che fossero riconosciuti come interlocutori da Putin per convincerlo a fermare l’attacco all’Ucraina“, ha detto Tajani. “Bene se l’Onu cerca di trovare una mediazione, sono favorevole a una conferenza di pace, ci sto lavorando“, ha sottolineato. “Magari si possa arrivare a una conferenza di pace con una presenza della Russia e anche della Cina, l’unica grande realtà che può convincere la Russia a fare marcia indietro e impedire un’escalation, perché se è vero che ci sono militari nordcoreani pronti a entrare in Ucraina bisognerebbe correre ai ripari in tempi rapidi, perché questo significherebbe un allargamento del conflitto“.
Come di consueto, unitamente alla riunione dei sette rappresentanti delle rispettive sette potenze, Pescara è stata anche luogo di contestazioni nei confronti dell’evento. Oggi, infatti, a sancire la fine del G7 Sviluppo è anche un corteo del coordinamento “No G7” che, però, non ha toccato le aree di “massima sicurezza” dedicate ai lavori del summit.
Obiettivo della mobilitazione del coordinamento, mobilitatosi in sit-in e proteste anche nei giorni scorsi, è stato quello di “lanciare una voce di dissenso rispetto all’incontro internazionale del G7 a tema Sviluppo. Sulla carta un forum basato sul coordinamento in materia economica e finanziaria, aiuto allo sviluppo e contributo alla pace e alla sicurezza globali. Nella realtà – dichiarano gli attivisti – un incontro di Paesi che con le loro politiche hanno prodotto effetti devastanti per l’economia mondiale e il futuro di gran parte dei popoli del pianeta, perpetuando continue crisi umanitarie, guerre e immani disastri ambientali“.
A loro ha risposto Tajani nella conferenza conclusiva del summit. “Credo che chi critica il G7 lo fa senza aver capito granché di quello che è successo qui, abbiamo lavorato solo per la pace e per aiutare la popolazione civile, non si è parlato di armi ma solo di aiuti umanitari. Sfido chiunque altro a fare quello che abbiamo fatto noi, nessuno è stato in grado di portare nello stesso luogo israeliani, palestinesi e libanesi. Poi siamo in democrazia e si può manifestare, ma si deve dire la verità e dire che questo è stato un G7 inutile è falso. I risultati politici sono chiari e sono sotto gli occhi di tutti, israeliani palestinesi e libanesi sono venuti qua, in Francia non sono andati, questa è la grande differenza e bisogna spiegarla a chi manifesta“.
Attenzione, poi, al tema della salute globale, uno dei più dirimenti del summit pescarese.
“Bisogna avere una strategia in Africa, non intervenire per affrontare il problema qua e là ma con una strategia complessiva che punti a disinnescare l’emergenza sanitaria. Su questo erano tutti d’accordo, anche gli imprenditori italiani. Continueremo a sostenere (l’ente di cooperazione per i vaccini) Gavi per far sì che possa esserci questa campagna vaccinale“, ha detto Tajani.
La riunione “è stata caratterizzata da una riflessione approfondita sulla salute globale, in particolare sulla mortalità infantile e la salute in Africa“, anche con il presidente di Gavi, José Manuel Barroso. “Hanno partecipato a questo incontro nella mattinata di oggi anche alcune principali imprese italiane del settore sanitario e farmaceutico illustrando cosa fatto e cosa poter fare. Hanno partecipato Paesi extra Ue, il Sudafrica e Norvegia per spiegare cosa serve e cosa si fa. Erano presenti, a dimostrazione che bisogna produrre vaccini in loco, rappresentanti di una multinazionale che opera in Sudafrica e un’altra che opera in India”.
“Grazie per aver portato a Pescara questa iniziativa che ci riempie di orgoglio e ci fa pensare che ci sia sempre speranza per la pace“, ha detto il sindaco di Pescara Carlo Masci al ministro degli Esteri durante la cerimonia della targa, dopo la quale Tajani ha incontrato i sindaci della provincia di Pescara.
Un “tassello per la pace“: così il ministro Tajani ha definito il G7 Sviluppo appena conclusosi, e che sempre resterà nella memoria di Pescara che, da domani, potrà tornare alla sua quotidianità.
Il corteo dei “NO G7”: in centinaia sfilano a Pescara
“Il G7 è l’alleanza dei Paesi che hanno la più alta spesa militare nel mondo e che hanno deciso, anche l’Italia, di tagliare le spese sociali per finanziare la lobby delle armi e dell’industria bellica. In più, questo G7 è anche un danno a Pescara perché più di un milione di soldi delle nostre tasse sono stati spesi tra Regione e Comune per una kermesse che non è servita molto, tanto valeva avessero chiamato i Rolling Stones, almeno portavamo un po’ di turisti in città“.
Così alla stampa il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che sta partecipando, insieme ad alcune centinaia di persone, al corteo promosso dal coordinamento “No G7” Pescara, contestualmente al summit internazionale che si è concluso oggi in città.
I manifestanti si sono radunati in largo Madonnina e da pochi minuti sono in marcia sul lungomare, nel centro della città, tra fumogeni, musica, cori e bandiere che sventolano, soprattutto quelle della pace e della Palestina, ma non mancano anche bandiere comuniste e del movimento politico di estrema destra Forza Nuova.
Il corteo arriverà in piazza della Rinascita, dove ci sarà il comizio finale. A chiudere il corteo è una enorme bandiera della Palestina, lunga alcune decine di metri.
Forte la polemica contro la presenza dei missionari al G7.
“I missionari con le loro organizzazioni si sono notoriamente dissociati, poi ne hanno trovato qualcuno per fare la parte degli umanitari e dei caritatevoli, ma tutto il colonialismo, cinque secoli di genocidio e schiavitù, è stato accompagnato da qualche missionario. Queste cose, un tempo, si studiavano a scuola e non so quindi cosa abbiano studiato i nostri amministratori di centrodestra che sembrano ignari, si fanno i selfie, mentre a qualche migliaio di kilometri da qui è in atto un genocidio“, continua Acerbo.
“Vorrei ricordare che è particolarmente ipocrita che il G7 condanni l’invasione dell’Ucraina, e va benissimo, ma non condanna quella dei territori palestinesi. Noi chiediamo il cessate il fuoco sia in Palestina che in Ucraina, perché a morire sotto le bombe è la povera gente. L’Italia all’ONU, insieme agli Stati Uniti, si astiene sul riconoscimento dello Stato di Palestina, continuiamo a vendere le armi a Israele, non abbiamo sospeso neanche il trattato di cooperazione militare. In che maniera Tajani sta lavorando per la pace? È solo ipocrisia – conclude Acerbo -, ci vorrebbe il coraggio che l’Italia si dissociasse dagli Usa e si schierasse con nettezza per la condanna dei crimini di Netanyahu“.