29 Ottobre 2024 - 17:42:19

di Martina Colabianchi

Nel corso della seduta di ieri del Consiglio comunale l’assise civica ha ribadito, all’unanimità, la ferma contrarietà all’ipotesi di realizzazione nel nucleo di Sasso Scalo dell’impianto htc per il recupero dei fanghi derivanti dal trattamento di reflui civili. Su temi del genere, che riguardano l’intera città, non possono e non devono esserci divisioni di tipo politico o partitico“. 

Lo dichiarano in una nota congiunta i consiglieri comunali Katia Persichetti e Livio Vittorini (Fdi), Simona Giannangeli (L’Aquila Coraggiosa) e Paolo Romano (L’Aquila Nuova) che hanno sottoscritto il documento approvato dall’assise civica.

La mozione riprende tutto il percorso fatto nelle sedute di commissione e di conferenza dei capigruppo e aumenta la portata della mozione iniziale presentata dai consiglieri Romano e Giannangeli con l’aggiunta di ulteriori punti di forza a favore del territorio“.

L’impianto, la cui ipotesi di realizzazione aveva ricevuto parere negativo anche dalla II commissione riunitasi il 25 ottobre scorso, avrebbe una capacità di trattamento di fino a ventimila tonnellate annue di materiale. A prevalere, tra le preoccupazioni espresse dai residenti della zona interessata, erano state quelle relative alla salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza. Infatti, la procedura di valutazione ambientale, secondo i contestatori, non sarebbe adeguata alla portata del progetto, richiedendo una valutazione più approfondita, mentre anche le distanze di sicurezza previste non sarebbero rispettate mettendo a rischio la salute dei cittadini.

Nel documento – spiegano i consiglieri – si sottolinea come la struttura, oltre ad essere limitrofa ad insediamenti abitativi e aziende, anche tipo di agricolo, suscita più di una perplessità anche in relazione al rischio idrogeologico dal momento che il trattamento dei fanghi per la lavorazione necessita di un abbondante acqua e il torrente Cavone potrebbe andare in sofferenza nel supportare un carico così importante“.

La mozione, inoltre, mira ad impedire la nascita di uno stabilimento con quelle finalità non solo nella zona di Sassa Scalo ma anche in tutte le aree caratterizzate dalle medesime peculiarità” concludono Persichetti, Vittorini, Giannangeli e Romano.