31 Ottobre 2024 - 17:38:00

di Martina Colabianchi

La sicurezza idrica dell’acquifero del Gran Sasso è tornata oggi al centro del dibattito politico nel corso della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale.

I lavori di messa in sicurezza del bacino idrico erano partiti lo scorso 14 ottobre con i sondaggi preliminari all’interno del traforo del Gran Sasso, sondaggi sospesi pochi giorni dopo a causa della rottura della ‘canala’ del collettore e della rilevazione di alti livelli di torbidità dell’acqua, eventi sui quali sono in corso verifiche per stabilire le cause e chi debba intervenire.

Pierluigi Caputi, Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, audito in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, ha detto che non sono previste altre chiusure del traforo per lavori fino alla fine dell’anno e che, nel mentre, è stato chiesto all’autorità giudiziaria di acquisire e osservare le immagini delle telecamere, sia quelle nelle gallerie sia quella sulla fonte di alimentazione dell’acquedotto del Ruzzo, che è immediatamente fuori dal traforo dal lato Teramo, per capire se vi siano stati casuali versamenti.

Nel frattempo, in Commissione si è discusso su come evitare, alla ripresa dei lavori necessari alla messa in sicurezza dell’acquifero, nuovi spiacevoli incidenti e anche sul come ridurre i disagi degli automobilisti costretti, e se ne è avuto un assaggio per pochi giorni, a lunghe code a causa del senso unico alternato.

Tra le soluzioni prospettate, emerge con forza l’ipotesi di installare due potabilizzatori di emergenza. Questa misura, seppur straordinaria, garantirebbe una continuità nella fornitura di acqua potabile alla popolazione anche in caso di eventi imprevisti che compromettessero la qualità dell’acqua proveniente dall’acquifero.

La decisione finale spetta ora agli enti competenti, che dovranno valutare attentamente i costi, i benefici e le implicazioni tecniche di questa soluzione. Nel frattempo, però, si discute anche dell’opportunità o meno di avere due Commissari straordinari, Caputi e Corsini, quest’ultimo titolare della messa in sicurezza impiantistica e della manutenzione straordinaria strutturale delle gallerie.

A questo proposito, richiamato anche da Strada dei Parchi che ha chiesto un maggior coordinamento tra le parti, è emersa in Commissione la proposta di un’unica authority nazionale.

“È la proposta, emersa oggi nel corso dei lavori della Commissione consiliare di Vigilanza, che condivido e ritengo vada presa in considerazione – ha detto la consigliera regionale leghista Carla Mannetti -. Avere un unico soggetto anziché tanti, fra enti, società e commissari, come accade attualmente, comporterebbe di sicuro una migliore e più completa gestione e anche una velocizzazione a livello burocratico“.

Per l’Abruzzo – spiega – il Gran Sasso rappresenta una importantissima risorsa sotto vari punti di vista. Soprattutto in questo momento però i problemi sono tanti, e come Regione, stiamo cercando di affrontarli a 360 gradi. E ciò sta avvenendo sia in Commissione Territorio che in Commissione Vigilanza. Quello che sta via via emergendo, nel corso delle sedute, è che ci sono troppi soggetti coinvolti. Attorno al Gran Sasso, che sta a cuore a tutti, ruota infatti tutto un sistema istituzionale che anziché facilitare la risoluzione delle difficoltà che ci sono rischia di complicarle ancora di più. Di qui, la proposta, che condivido e mi auguro venga approfondita, della istituzione di un unico soggetto, di un’authority che si occupi di tutte quante le questioni sul tavolo“.

Intanto, il senatore dem Michele Fina, annunciando la sua presenza in video al vertice istituzionale convocato sul tema il prossimo 6 novembre, ha espresso la volontà di presentare un’interrogazione urgente al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Il bacino idrico del Gran Sasso d’Italia rappresenta una grande patrimonio con il suo imponente acquifero cui attinge la popolazione che insiste sulle due provincie di L’Aquila e Teramo per la captazione dell’acqua potabile“, scrive Fina in una nota.

La falda acquifera cui attingono le captazioni purtroppo è fortemente soggetta al rischio di contaminazioni derivanti dai residui determinati dal traffico autostradale e dalle attività dei laboratori e tali rischi sono ulteriormente amplificati dalla connessione idraulica delle diverse compartimentazioni dell’acquifero del Gran Sasso. Per questa ragione la vicenda va attenzionata al massimo livello istituzionale e con il massimo scrupolo tecnico-scientifico. Reputo molto utile a questo fine l’iniziativa assunta dai consiglieri regionali Pietrucci e Mariani con la convocazione di un vertice istituzionale per il prossimo 6 novembre: sarò presente in collegamento, a causa dei lavori parlamentari, ma non farò mancare il mio doveroso contributo istituzionale. All’esito dell’incontro presenterò un’interrogazione urgente al ministro delle infrastrutture, – conclude il senatore Pd – affinché il Governo sia concentrato sugli sviluppi della vicenda, a tutela delle comunali locali e di tutti i soggetti coinvolti”.