08 Novembre 2024 - 17:44:47

di Martina Colabianchi

Per i Laboratori di fisica del Gran Sasso esisterebbe una sorta di fattore Putin che impedirebbe di smantellare, a sei anni dal sequestro della captazione idropotabile da 100 l/s da parte della Procura di Teramo, l’esperimento LVD con 1.040 tonnellate di nafta stoccate irregolarmente nella sala A dei Laboratori di fisica nelle viscere del Gran Sasso. Materiale che mette a rischio l’intero acquifero che garantisce il diritto all’acqua potabile di 500.000 persone come ammettono le due prefetture di Teramo e L’Aquila. Come Forum H2O riteniamo questa motivazione del tutto lunare visto che l’Italia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina non solo manda armi che vengono usate contro i russi ma ha pure confiscato la più grande raffineria del paese, quella di Priolo in Sicilia, di proprietà di una società russa e del valore di quasi 2 miliardi di euro, e l’ha pure rivenduta a una società cipriota“.

Così Augusto De Sanctis commenta i documenti ufficiali che il Forum H2O ha iniziato ad ottenere con un laborioso accesso agli atti in svolgimento presso l’istituto di ricerca. Parte di questi documenti sono stati presentati pubblicamente nei giorni scorsi a Teramo e L’Aquila durante due assemblee sul tema del Gran Sasso.

Il Forum H2O riassume poi, in breve, i fatti degli ultimi anni legati a questa vicenda. La Regione Abruzzo, dopo i loro esposti, da anni ha ordinato ai Laboratori di allontanare le tonnellate di sostanze pericolose trasportandole fuori dalla montagna, al fine di diminuire enormemente il livello di rischio e facendo uscire i Laboratori dagli obblighi della normativa sugli Impianti a Rischio di Incidente Rilevante (cosiddetta normativa Seveso). Infatti, il Testo unico per l’Ambiente nel 2006 ha confermato il divieto di stoccare sostanze pericolose nei pressi delle fonti idropotabili.

Lo stesso comitato V.I.A. della Regione aveva anche affermato che non avrebbe vagliato nuovi esperimenti proposti dai Laboratori se non fossero stati allontanati quelli esistenti con stoccaggi di sostanze pericolose, Borexino (che è stato poi smantellato) e, appunto, LVD con le sue 1.040 tonnellate di nafta, di cui circa 740 di proprietà dell’Accademia delle Scienze russa.

L’INFN, dopo averci messo anni solo per progettare lo smantellamento dell’esperimento e ottenere le varie autorizzazioni, a gennaio 2024, a causa della cosiddetta “questione russa”, ha addirittura revocato un appalto già assegnato allo scopo per circa mezzo milione di euro, pagando pure una penale alla ditta. In alcuni documenti ottenuti con l’accesso agli atti si parla di interlocuzioni con alcuni ministeri da parte dei Laboratori e dell’INFN sulla questione ma nella restante documentazione che ci è stata inviata non vi è alcuna corrispondenza scritta con i ministeri tanto che abbiamo fatto notare l’incongruenza alla direzione dei laboratori visto che avevamo chiesto tutta la documentazione relativa alla procedura e ci era stato dato l’assenso per ottenerla. In ogni caso, ammessa e non concessa l’esistenza di tali interlocuzioni, se anche qualche capzioso funzionario ministeriale avesse avuto qualcosa da ridire, certo non avrebbe avuto il potere di sospendere la vigenza di precise norme di legge poste addirittura a tutela dell’incolumità pubblica“, continua De Sanctis.

Il Forum H2O, sottolineano quindi, non crede all’eventualità dell’occupazione della città di L’Aquila da parte dei russi qualora la loro quota di nafta venisse spostata dalla montagna ad un capannone in qualche area industriale.

Nel frattempo, il Forum dice anche di prendere atto che alcuni ricercatori starebbero pubblicando i dati di LVD raccolti nel 2024, “segno che esiste un interesse a proseguire il periodo di osservazione con l’apparato sperimentale“.

Il Forum H2O comunica di star attendendo a stretto giro tutta la rimanente documentazione dai Laboratori, per poi scrivere a tutti gli enti richiamando al rispetto delle norme poste a tutela di cittadini e ambiente.