12 Novembre 2024 - 11:36:53
di Martina Colabianchi
Conferenza stampa questa mattina, in Consiglio regionale, per fare il punto sulla caccia di selezione al cervo sospesa, è notizia di ieri, dalla Sezione Sesta del Consiglio di Stato che ha accolto l’appello di varie associazioni ambientaliste ed animaliste del territorio ribaltando, di fatto, l’ordinanza con cui il Tar Abruzzo ne aveva rigettato il ricorso.
Presenti il consigliere regionale dem Pierpaolo Pietrucci e la consigliera Erika Alessandrini del Movimento 5 Stelle che, nelle scorse settimane, si erano schierati contro la delibera della Regione Abruzzo targata Emanuele Imprudente con cui si prevedeva l’abbattimento selettivo di 469 esemplari di cervi, specie animale ritenuta dannosa per le colture e pericolosa per gli automobilisti.
Nella giornata di ieri tante le associazioni e le personalità politiche che hanno accolto con soddisfazione l’ordinanza del Consiglio di Stato, mentre dall’altra parte il presidente di Regione Marco Marsilio e l’assessore all’Agricoltura, alla Caccia e all’Ambiente Emanuele Imprudente hanno detto di attendere serenamente la decisione del Tar che dovrà, presto, pronunciarsi di nuovo in merito.
Il consigliere Pietrucci è tornato, questa mattina, a chiedere all’assessore e vicepresidente Imprudente di rimettere le sue deleghe al presidente Marsilio.
“Esprimiamo grande soddisfazione e con orgoglio rivendichiamo la grande unità che si è creata tra la politica, l’opposizione e tutto il mondo che sta a tutela e difesa dell’ambiente – ha dichiarato Pietrucci -. Abbiamo chiesto che l’assessore Imprudente rimetta le deleghe a Marsilio perché è il terzo “frontale” che prende. Il secondo su atti materiali prodotti da lui, ovvero la riperimetrazione del parco Sirente-Velino, su cui è dovuto tornare indietro dopo averci lavorato per un anno. Adesso c’è questa dei cervi”.
“La sentenza ovviamente apre un nuovo spiraglio quando dice che i monitoraggi vanno fatti annualmente e che, in più, deve essere fatta la VINCA. La VINCA risale al piano faunistico del 2020, e non è possibile protrarla per tutti gli anni successivi perché ogni anno ci sono dinamiche diverse che mutano, quindi i monitoraggi devono essere fatti annualmente, e deve anche essere valutato quanto l’uccisione dei cervi incida sull’altra fauna selvatica, ad esempio sui lupi e gli orsi. Queste sono tutte cose che gli assessori e i tecnici non hanno valutato e non hanno messo a presupposto di questa barbarie“.
“Adesso – conclude il consigliere Pd – c’è tempo per lavorare e trovare delle forme alternative per far sì che l’Abruzzo continui ad essere la regione verde d’Europa caratterizzata dalla convivenza dell’uomo con la fauna selvatica. Per tutelare gli agricoltori bisogna lavorarci mettendo tutti i soggetti attorno allo stesso tavolo e trovando delle misure alternative di convivenza a partire dal ristoro per i danni da fauna selvatica che avanzano gli agricoltori da troppo tempo“.
Anche la pentastellata Alessandrini plaude alla decisione del Consiglio di Stato e giudica necessario trovare altre soluzioni per gestire la situazione.
“Il Consiglio di Stato nella sua ordinanza suggerisce ulteriori azioni che Regione Abruzzo può mettere in campo, come ad esempio la creazione di recinzioni o degli attraversamenti per la fauna selvatica – ha dichiarato la consigliera regionale -. Tutte misure alternative che erano emerse nei tavoli della commissione a cui abbiamo portato numerose associazioni e che invece non erano mai state prese in considerazione dalla Regione. Quindi, quello che si dovrà fare è innanzitutto un monitoraggio serio, chi ha dovuto imporre serietà rispetto a questa attività faunistica è stato un giudice, non la politica della maggioranza di Regione Abruzzo“.
“È dovuta arrivare serietà dall’esterno che impone la necessità di fare un monitoraggio serio perché la VINCA che è stata fatta cinque anni fa non è sufficiente a monitorare l’andamento negli anni della fauna e quindi anche il numero dei cervi che sono presenti in Abruzzo, ed è necessario proprio affrontare la questione con serietà per andare avanti, anche nei prossimi anni, con un monitoraggio che deve portare ad avere certezza sul numero dei cervi e anche su ciò che si può fare alternativamente all’abbattimento“, conclude Erika Alessandrini.