13 Novembre 2024 - 12:26:05

di Martina Colabianchi

Dal 15 novembre il Museo Nazionale d’Abruzzo si arricchisce di un nuovo percorso inclusivo permanente al Bastione Est del Castello cinquecentesco.

In collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, in particolare i corsi di “Tecniche della modellazione digitale – 3D” della docente Simone Rasetti e “Tecnologia e materiali applicati alla scenografia” di Marco Cortopassi, il MuNDA ha realizzato in resina per stampa 3D UV due modellini tattili 3D del Mammut.

Il primo modello tattile del nuovo percorso inclusivo per gli ipovedenti e i non vedenti, realizzato in scala 1:4, restituisce il cranio con la sua difesa; il secondo modellino tattile 3D riproduce l’ipotesi ricostruttiva in scala 1:40 del Mammuthus meridionalis in vita, sulla base del modello 3D fotogrammetrico e della ricostruzione dell’esemplare in vita realizzato dal dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma.

Sarà così possibile entrare all’interno dell’apparato scheletrico e muscolare del Mammut e conoscere quelle particolarità non sempre percepibili a distanza con la sola vista: il lato sinistro del cranio risulterà al tatto irregolare perché privo di zanna, così come si potranno apprezzare, nella cavità orale, due molari inferiori e due superiori che hanno permesso di stimare l’età dell’animale alla morte, 55 o più anni.

Al tatto numerose saranno le pieghe della pelle individuabili lungo il massiccio corpo che nella zona del ventre, in corrispondenza della giuntura con le zampe, aumentano notevolmente per favorire l’elasticità del movimento.

I modellini 3D permetteranno a tutti i visitatori, in particolar modo ai non vedenti e agli ipovedenti, di poter esplorare il cranio del mammut e il mammut in carne ed ossa – ha dichiarato la direttrice del MuNDA Federica Zalabra -. Abbiamo, quindi, fatto un passo in avanti ulteriore nell’ambito dell’accessibilità del museo a tutti i diversi pubblici, e siamo sicuri che i modellini incontreranno il favore dei visitatori. Il progetto nasce da un’idea del museo in collaborazione con l’Accademia di Belle arti dell’Aquila che ha realizzato materialmente i suoi modellini basandosi, però, su rilievo 3D dell’Università La Sapienza di Roma che, anni fa, aveva realizzato il tutto grazie anche all’intervento degli specialisti Adelaide Rossi e Silvano Agostini“.